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Articolo 21 - Editoriali
Sangue e arena (Tv)
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di Oliviero Beha

da L'Unità
Caro Direttore, 15 settembre 2005

ma anche e soprattutto caro Landolfi, Ministro per le Comunicazioni, e caro Sposini, stimato e popolare conduttore del Tg5, questa è una lettera di condoglianze : mi dolgo con voi, e con quella parte di opinione pubblica ancora vigile su questi temi a sinistra come a destra, per l??assoluta indifferenza con cui è stata accolta la querelle tra un Ministro competente e un giornalista riconoscibile su un tema come il ??diritto/dovere di cronaca?. E?? vero, il sofisticato duello concettuale ( ??raccomandato o no, indipendente o no, padronale o no? ecc. ) e lessicale ( chi soffre di emorroidi tra i due? ) tra un Feltri e un Mentana sembra aver occupato la scena multimediale senza lasciar spazio a null??altro. Sono motivatamente distratti, i colleghi. Eppure, che peccato?
I fatti: tragedia di Merano, madre che uccide il figlio e poi tenta di togliersi la vita. Una tragedia o una ??ghiotta occasione giornalistica?? Sembra assai più la seconda, a leggere i giornali e soprattutto a vedere la tv e ad ascoltare la radio. Il Ministro Landolfi, che tra l??altro ha figli piccoli ( non è una notazione ininfluente, poi ci torniamo) , esterna: attenzione al pericolo dell??emulazione, e comunque alla spettacolarizzazione dell??informazione su vicende come queste, trattate con una morbosità che esce dal video e si diffonde come un virus ( banale immagine didascalica mia e non ministeriale, ma comunque?) . Gli risponde Sposini, che in video non si è come si dice ??fatto mancare niente?in servizi e in commenti sulla madre ??mostruosa?: caro Ministro, ma come ti viene in mente di esternare così, se tu ci chiedi di autolimitarci dove andremo a finire, che ne sarà del dovere di cronaca ecc. ecc. , fino a esemplificare stupendamente con il caso Fazio ( sempre Antonio, per il momento) : e se ci fossimo autolimitati anche su di lui?
Leggendo di questa discussione sui giornali, sia pure riportata assai concisamente, ho ingenuamente pensato che la materia fosse infiammabile, e di grandissimo interesse, a partire dai due corni principali, cioè rischio-emulazione e spettacolarizzazione estrema da un lato, diritto/dovere di cronaca dall??altro. Aspettavo il seguito.
Macché, nulla di nulla, materia giornalisticamente ??immateriale?, non frega niente a nessuno: evidentemente ormai le polemiche o sono del tutto pecorecce, in linea con quel Grande Fratello che siamo diventati tutti per cui ??nella casa? come nella vita non si discetta di temi seri per non perdere punti di ??share?, oppure si tace abbassando sempre più il livello di consapevolezza del Paese.
Per questo e di questo mi dolgo con voi, riassumendo brevemente i termini della questione per non peccare di reticenza od omissione. A proposito dell??emulazione. Gli analisti del reale, che tacciano di apocalittici e catastrofisti, in definitiva di ??moralisti?, tutti gli obiettori di coscienza su questi argomenti, sostengono che delitti e tragedie tipo Merano, o prima Cogne con specializzazione di Vespa, o gli zii ??spezzettati? di Brescia con l??antagonista Mentana alla rincorsa dell??audience sanguinolenta, o altre ancora per le quali purtroppo ( purtroppo? ) c??è ormai solo l??imbarazzo della scelta, ci sono sempre stati, solo che in passato non lo venivamo a sapere.
Quindi anche questa menata dell??emulazione sub specie televisiva, con la telecamera intinta nella emo-suspence , suvvia, non sarebbe che un??invenzione dei passatisti e non avrebbe ragione di essere. Le sorti dell??umanità non saranno poi così magnifiche o davvero progressive, è la tesi dei realisti contemporanei, ma non ci sarebbe motivo di strapparsi i capelli, né per Berlusconi ( e ci credo?) né per gli altri.
Dati alla mano, però, risulta per esempio che negli ultimi dieci anni i delitti in famiglia sarebbero diventati 30 volte di più. Quindi forse neppure nei numeri ??le cose sono sempre andate così?, a meno che non si consideri questo un dato accessorio nello sviluppo del singolo e della collettività compatibile, che so, con la crescita dell??economia mondiale. Se si va più in auto ci sono più incidenti, se cresce il tenore di vita, i consumi, e la tv la fa da volano, bisognerebbe dunque mettere in preventivo statistico più madri omicide. E?? così? Ditecelo più chiaramente.
Ma che sulle madri di Merano o Cogne ( o padri, zii, nonni, nipoti e cuginetti, naturalmente?) l??informazione, l??intrattenimento, la comunicazione ( a quando la pubblicità mirata se diventano un target specifico? ) specialmente in tv ci si gettino voracemente per vendere una merce e creino condizioni di emulazione, credo ci siano pochi dubbi. La casistica, dal peggio al meno peggio, dai sassi dal cavalcavia al teppismo da stadio, è sconfinata.
Mi pare che sia questo il punto di Landolfi, ministro, cittadino, padre. ( A proposito del padre, sostiene da sempre il famoso neuropsichiatria infantile Giovanni Bollea che specie quando si parla di minori tutti gli operatori dell??informazione dovrebbero chiedersi: e se si trattasse di mio figlio, come mi comporterei? Forse questa domandina rimetterebbe a posto la gerarchia di priorità, prima la persona, poi il giornalista, solo dopo il venditore della notizia ecc. Magari Landolfi è un lettore di Bollea?) .
Sull??altro versante, di fronte a tali preoccupazioni Sposini lumeggia dunque rischi di censura o autocensura, rischi come è noto fortunatamente remoti per lo stato attuale della categoria giornalistica?, la quale casomai ne fa una questione quasi esclusiva di schieramento politico e di ??protezione? politica del proprio lavoro ( cfr. il mio recente ??Crescete & prostituitevi?, BUR) . E fa l??esempio, Sposini, del caso Fazio. E?? un buon esempio. Avesse fatto l??esempio del ??pacchetto Dell??Utri? sarebbe stato un esempio almeno altrettanto buono?
Ma se apriamo microfoni, telecamere e ??lettere al direttore? all??opinione pubblica, Sposini, ma forse anche Landolfi e temo tutti gli addetti ai lavori, sa benissimo che si riversano sui giornalisti tonnellate di osservazioni molto critiche sul modo di intendere il nostro lavoro. Sui nostri ??delitti? più che ??diritti? di cronaca, che sarebbero principalmente due.
Da un lato nessuno o quasi fa più inchieste usando il diritto di cronaca tempestivamente ( prima della magistratura, dico) nei confronti dei ??forti?, siano essi poteri o individui, così che sempre più il diritto di cronaca diventa un ??delitto? anacronistico di pochi colleghi che ancora se la sentono di rischiare di fare quello che sarebbe il loro lavoro, parente ormai lontano di quello che evoca Sposini mostrando qualche golosa macchia di sangue in più.
Mentre dall??altro lato si compie un secondo ??delitto?nei confronti delle fasce più deboli, commercializzando le sempre più frequenti tragedie della cronaca come una merce che si vende sempre meglio sotto l??egida di quel famigerato ??diritto/dovere di cronaca? sposiniano. E che la cronaca commetta sempre più spesso autentici ??massacri? spettacolarizzati non lo dico io: basta accendere un tg. Si scambia per ??coraggiosa dimostrazione professionale? andare a filmare i funerali del quattordicenne di Milano appena morto di ??droga povera?, con i compagni di scuola che giustamente oppongono le mani alla telecamera, oppure mettere in mezzo, ?beccato? al telefono, il fratellino di 6 anni del bambino ucciso a Merano. Prima o poi qualche padre disperato lincerà qualche cronista tv d??assalto, e tutti cascheremo dalle nuvole, e anche quello sarà uno ??splendido servizio?, naturalmente a rischio di emulazione. Benone.
E?? dunque questo il ??diritto/dovere? di cronaca? E chi lo ha detto che è questo? Che sia un diritto, che sia un dovere? E Popper, che richiamava all??uso responsabile della tv, definita ?una pistola? da maneggiare con cautela, è solo un imbecille anacronistico? E se non è, questa, materia di discussione in un paese sempre più irresponsabile, quale altra dovrebbe essere?

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