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Articolo 21 - Editoriali
Finanziaria, maxi stangata sulla sanità: più ticket e meno assistenza
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di red*

Parola d??ordine: tagli. Soprattuto sulla sanità. La bozza della Finanziaria che il ministro Siniscalco si appresta a varare disegna un orizzonte sempre più fosco per la tutela della salute dei cittadini. L??accetta del ministro dell??economia va giù dura: 2,5 miliardi di euro un meno per la spesa sanitaria.

Il ministro della Salute Francesco Storace si affanna in queste ore a smentire il dimagrimento degli stanziamenti per il Fondo sanitario nazionale, che dovrà ancora essere discusso con il ministro dell'Economia Siniscalco, ma la verità è che già da due anni le Regioni battono cassa e annaspano per l'insufficienza degli investimenti. Dei 5,5 miliardi previsti per integrare il Fondo nazionale, che oggi ammonta a 90 miliardi di euro, probabilmente ne verranno assegnati solo 3. Con un taglio effettivo di 2 miliardi e mezzo di euro. Ma è solo l'ultima stangata, lamentano le Regioni, dopo quelle del 2004 e del 2005 che hanno visto un decurtamento per la spesa sanitaria pari a 9 miliardi di euro, 4,5 per ogni anno. «Se non altro - ironizza l'assessore alla Sanità della Regione Toscana Enrico Rossi - questa volta almeno si dichiarano gli intenti. La sanità ha due annate alle spalle di tagli effettivi, checchè ne dica la propaganda del governo».

Ma quale sarà la ricaduta dei tagli sui servizi? Per il segretario della Cgil-Medici Massimo Cozza a risentirne sarà soprattutto la qualità delle prestazioni sanitarie. Molte piccole strutture saranno costrette a chiudere e sono a serio rischio alcune voci come assistenza medica agli anziani e visite a domicilio: «Le Regioni non possono sospendere un pubblico servizio, quindi o si indebitano o chiudono le strutture». Senza considerare un probabile sfoltimento del personale medico e paramedico. Molti contratti, sempre secondo la Cgil, sarebbero in bilico. E a pesare sulle tasche dei cittadini potrebbe essere anche l??aumento delle spese per le prestazioni e per i farmaci. E se non saranno i ticket, è molto facile che le Regioni possano ricorrere ad aumenti di tasse tramite le addizionali Irpef. Altro fronte caldo è quello legato ai tempi d??attesa per le visite mediche nelle cliniche e negli ospedali, che fino all'anno scorso sono aumentati se non raddoppiati. In alcuni casi, per tenere fede all'accordo Stato-Regioni, alcune strutture ospedaliere hanno bloccato le liste, come è accaduto a Sassari, Agrigento, Ragusa e Piacenza. Il ministro Storace ha assicurato ieri che il governo «sta limando» un provvedimento, che dovrebbe essere pronto a fine mese, per ridurre i tempi delle prestazioni sanitarie, ma il segretario nazionale de Tribunale dei diritti del Malato Stefano Inglese storce il naso: «Solo belle promesse. Niente di tutto questo si potrà fare se continuano i tagli alla sanità».

Le Regioni, intanto, sono sul piede di guerra. Emilia Romagna, Umbria e Toscana hanno dichiarato di aver accumulato un grosso deficit per riuscire a coprire il rinnovo del contratto del comparto sanità per il 2004. L??assessore della Toscana Rossi è preoccupato per il fatto che i tagli previsti dalla finanziaria possano essere avvisaglie di una politica che minaccia i «livelli essenziali» di assistenza: «Se il governo sarà coerente fino in fondo seguirà la strada di una sanità a doppio regime: una per i più ricchi a pagamento e una per i più poveri». Anche per Augusto Battaglia, assessore alla sanità del Lazio, i tagli preannunciati dalla bozza della finanziaria rappresentano una «doccia fredda»: «Siamo tutti in allarme. Abbiamo ereditato dalla giunta Storace uno sfondamento della spesa per il farmaco di 438 milioni di euro». Ma c??è anche chi punta il dito contro i criteri di riparto delle risorse destinate alla spesa sanitaria, che oggi assegna più fondi alle Regioni con maggiore presenza di anziani: «Questo criterio penalizza le Regioni meridionali - spiega l??assessore alla sanità della Campania Angelo Montemarano - e sopratutto la nostra che è la più giovane. Questi tagli arrecano un ultimo colpo alle speranze di colmare il ritardo nella nostra programmazione sanitaria».

tratto da l'Unità*

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