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Articolo 21 - Editoriali
Diciotto ore di passione. Alla fine Berlusconi ingoia il rospo.
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di Bruno Miserendino

La destra sâ??appresta al voto con questo governo ma il premier da «Unto del Signore» è derubricato a semplice leader

da L'Unità

DICIOTTO ORE Diciotto ore terribili. Una mezza rivoluzione, un gran regolamento di conti interno. Uno show down violento. Ma alla fine? Alla fine, chiosano
un poâ?? sarcastici quelli dellâ??Unione, câ??è un leader dimezzato, apertamente messo in discussione, e una maggioranza che sembra aver seguito il consiglio del vecchio maestro Andreotti: meglio tirare a campare, che tirare le cuoia. Meglio trovare un accordo, di facciata, magari doloroso, meglio provare ad andare avanti fino alle elezioni, piuttosto che dimettersi in blocco adesso nel marasma.
E infatti, alla fine della giornata, il quadro è questo. Primo, câ??è un leader, che non è più indiscusso, e che è costretto da Follini e Fini ad ingoiare lâ??idea di primarie del centrodestra, dove la candidatura a premier dovrà guadagnarsela in gara proprio con Fini e Casini. Secondo, câ??è il ritorno al Tesoro di un ministro, Tremonti, cacciato da quel posto 14 mesi fa perchè accusato da Fini di â??truccare i contiâ?. E câ??è in mezzo un episodio che ha del tragico e del farsesco: come condizione per trovare lâ??accordo e nominare Tremonti ministro dellâ??economia, Berlusconi viene costretto da Fini a sfiduciare il Governatore della Banca dâ??Italia. Il premier, dopo settimane di dinieghi, fa pubblicamente un intervento contro Fazio, ma lâ??esito è sconfortante. Intanto le parole del premier, ancorchè comprensibili nel merito, configurano un problema di ingerenza istituzionale, e in più vengono criticate dallâ??alleato più fedele, la Lega. Calderoli, presente al vertice che doveva sancire il Grande Accordo della Maggioranza, dice che quelle del premier sono â??opinioni personaliâ?. Perfetto. Mentre il premier e Calderoli parlano Fazio è in volo verso Washington per rappresentare lâ??Italia allâ??assemblea del Fondo Monetario. La Russa, ormai alla fine delle 18 ore di passione, considera tutto questo un â??magnifico colpo di reniâ?. La maggioranza, dice, nel momento del bisogno si è ritrovata unita.
In effetti, un miracolo câ??è, se si pensa a quel che aveva detto lâ??altra sera il vicepresidente Fini. â??Così non si può andare avanti - aveva tuonato prima ancora che Siniscalco si dimettesse - mettiamo tutte le questioni sul tappeto e ogni leader si assuma le proprie responsabilitàâ?. Dietro allâ??appello câ??era un obiettivo disperato ma chiaro: uscire o almeno provare, ad uscire da quella assurda guerra di posizione interna alla maggioranza, dove tutti sono contro tutti, ma nessuno vuole esporsi direttamente e prendere lâ??iniziativa di una crisi formale. Poichè su Finanziaria, legge elettorale, devolution, bipolarismo e leadership, la maggioranza era ed è in ordine sparso, lâ??unica possibilità - ha detto chiaramente Fini - era affrontare tutto insieme e tentare una tregua. Il problema è che bisognava affrontare tutto, ma proprio tutto, ossia anche il problema della leadership, che da mesi rappresenta il vero nodo politico del centrodestra. Lâ??accordo, se così si può chiamare, è stato siglato tra la notte di mercoledì e ieri mattina. Caro Silvio, ha spiegato Fini al premier, se si vuole un accordo, se si vuole uscire da questa situazione, bisogna accordarsi anche su un iter che preveda la scelta del candidato premier. Follini, parlando alla Camera nella tarda mattinata di ieri, quando si era nel marasma più completo, aveva fatto un intervento abbastanza duro: è lâ??ultima occasione per una chiarificazione, aveva detto. Tradotto dal democristiano: bisogna finalmente avere il coraggio di mettere sul tappeto il tema della leadership.
Poco dopo pranzo i giochi erano praticamente fatti. Stoppato da Ciampi sulla richiesta di interim per lâ??economia, Berlusconi ha iniziato a deglutire lâ??amaro calice delle primarie. E infatti verso le 15,30 Casini con sigaro in bocca si concedeva una chiacchierata amena coi giornalisti nel chiostro della Camera, sprizzando battute e allegria da tutti i pori. Follini, alla fine del vertice, ci ha messo il carico da undici. Berlusconi, tu per noi non sei il migliore. Il succo è che si va al voto con questo governo (se non ci sono altri sussulti) ma lâ??Unto del Signore è stato derubricato a normale leader che prende atto di una rivolta. Io ho subito accettato - ha spiegato Berlusconi - perchè ho sempre detto che per il centrodestra devo essere una risorsa e non un problema. Impensabile fino a qualche mese fa.
Alla fine delle terribili 18 ore del centrodestra si aprono dunque scenari piuttosto densi. Se la tregua regge e se il premier non cambia idea domani, si va alle primarie dove i concorrenti saranno (forse) Berlusconi, Fini e Casini. Riusciranno a gestirle tenendo in piedi un barlume di unità, oppure il centrodestra ne uscirà dilaniato, con una lotta, stavolta aperta, di tutti contro tutti? Poichè lâ??interrogativo è realistico câ??è chi ha affacciato immediatamente lâ??altro scenario: questo iter escogitato da Fini e Follini e deglutito da Berlusconi è un modo per permettere al premier di ritagliarsi un ruolo diverso, magari quello di capo nobile del partito dei moderati, sapendo che la partita elettorale è persa. Ma questo si capirà tra poco, quando il famoso â??accordo complessivoâ? siglato al vertice, andrà alla verifica dei fatti: ossia legge elettorale, devolution, finanziaria.
Finanaziaria? Alla fine di questa terribile giornata, ci si accorge che lâ??accordo non tiene conto della dura realtà: il paese arranca, e câ??è da fare la Finanziaria. Ora a scriverla dovrà essere il mago riconosciuto della Finanza creativa. Se si calcola che siamo a ridosso delle elezioni, câ??è da tremare.

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