di Gianni Rossi
Per la prima volta nella sua storia il sindacato unitario dei giornalisti ha riunito a Roma e Milano in teleconferenza quasi tutti i direttori dei giornali italiani della carta stampata, delle agenzie e della TV. Qualche assenza “politica” c’è stata, è vero, ma non ha pesato sul tono e l’efficacia della manifestazione. Tra gli assenti “spiccavano” i nomi di Belpietro di Libero, Minzolini del TG1 e di Preziosi del GiornaleradioRAI. Forse remore di opportunità politica o di scarsa convinzione sulle capacità della FnsiI. Sta di fatto che sempre per la prima volta direttori di testate di destra, di sinistra, o semplicemente di opinione si sono trovati d’accordo anche su un testo che suona come una dura censura all’operato del governo e, in pratica, invitano a continuare in questa dura lotta fino anche a scegliere forme di protesta come una manifestazione pubblica, l’obiezione di coscienza e il ricorso alle istituzioni italiane ed europee di garanzia.
Ne abbiamo parlato con due direttori presenti alla riunione:Mauro di Repubblica e Carelli di SKYTG24. Ecco le loro risposte:
Ezio Mauro, cosa pensi di una manifestazione come quella del 3 ottobre 2009, organizzata dalla FNSI?
“Sono d’accordo perché risulterebbe un fatto importante, in quanto questo provvedimento va contro i diritti di tutti i cittadini. I giornalisti hanno il dovere di informare in corrispondenza del diritto dei cittadini di sapere e di essere informati. Non è un problema di destra o di sinistra, ma di libertà democratiche.”
Come vedresti un ricorso alla Corte europea di Strasburgo?
“Penso possa essere utile. Certamente in Europa misure del genere, che in Italia possono sembrare accettabili, non lo sono”
Si potrebbe arrivare anche alla disobbedienza civile.
“Noi daremo sempre tutte le informazioni. Il nostro obiettivo ora è di fermare questa legge”
Emilio Carelli, saresti favorevole ad una manifestazione sul tipo del 3 ottobre, sempre indetta dalla FNSI?
“Potrebbe essere anche un modo per spingere i politici a non approvare questo provvedimento. L’unica soluzione è che il provvedimento non venga approvato poichè penso che anche eventuali modifiche non altereranno lo spirito della legge. Insomma, una manifestazione se può essere necessario perché non farla?. Quella di oggi con i direttori di quasi tutti i giornali italiani credo possa avere un peso anche superiore, poichè innanzitutto non mi ricordo di una iniziativa simile nella storia del giornalismo e, poi, questo deve far riflettere perché non si tratta di una rivendicazione di categoria, ma è solamente la richiesta di poter esercitare un proprio dovere che è quello di informare da parte dei giornalisti e un proprio diritto di essere informati da parte dei lettori e dei telespettatori.”
Ricorso alla corte di Strasburgo, Sky si è detta favorevole.
“Noi l’abbiamo annunciato prima come ricorso alle autorità nazionali se non fosse sufficiente SKY ha già annunciato che ricorrerà alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Spero sia un esempio che seguiranno anche gli altri editori.”
Se passasse la legge e ci fossero dei casi di disobbedienza civile, come vi comporterete?
“Non ne abbiamo ancora discusso perché contiamo fermamente che tutte le manifestazioni e le iniziative di questi giorni riescano a bloccare le nuove norme. Se così non fosse ne parleremo. Se eventualmente qualche giornalista fosse colpito dalle nuove norme, allora gli forniremo la nostra solidarietà, dando risalto al caso.”
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