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Articolo 21 - Editoriali
Il collega Tayssir Aluni condannato. la responsabilità? Aver fatto il suo mestiere
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di Ferdinando Pellegrini

Sette anni di reclusione. Il martello del giudice spagnolo ha battuto la sentenza. Tayssir Aluni il collega di Al Jazeera, la televisione del Quatar, più conosciuto all'estero per aver seguito in prima linea tutta la guerra in Afghanistan, ha subito la pesante condanna  ed ora è in attesa del ricorso che il network arabo ha già annunciato. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state ufficialmente pubblicate, ma tra i capi d'imputazione c'era favoreggiamento della rete terroristica di Al Qaida e di aver fatto una intervista ad Osama bin Laden, senza dubbio l'uomo più pericoloso per l'intero mondo.

In sostanza Tayssir  è reo di aver fatto il proprio lavoro senza aver denunciato il luogo e la strada percorsa per arrivare al capo della rete terroristica. Certo, gli eserciti di tutto il mondo stanno dando la caccia ad Osama bin Laden, ma una volta, il segreto professionale era considerato dalla legge al di sopra di ogni opportunità anche di perseguire i criminali più pericolosi. Ovviamente c'è uno scontro tra deontologia e senso civico, ma non dovrebbe essere un tribunale a stabilire quando l'uno non  sia compatibile con l'altro.

Del resto Tayssir non è la prima vittima negli ultimi anni a cadere sotto i colpi della giustizia. E' di qualche mese fa la condanna di un'altra giornalista americana. Evidentemente il compito, il dovere, di informare comunque non gode più di quelle libertà che le democrazie dovrebbero tenere in conto quanto quelle di uno statista.

Tayssir è anche stato accusato di aver finanziato Al Qaida per aver consegnato quattromila dollari ad una famiglia afghana, come se quei quattromila dollari potessero rappresentare un sostegno importante per un'organizzazione il cui bilancio equivale a quello di un medio paese occidentale. Non sappiamo se quei dollari siano finiti nelle casse di Al Qaida, ma certo la povertà in quel paese è tale che una famiglia ha con quei soldi la possibilità di sopravvivere per un anno almeno, visto che l'entità del denaro rappresenta il guadagno per il lavoro di una intera generazione, e che il costo di un chilo di tritolo al mercato nero è ben più alto.

Non vogliamo giudicare l'operato di Tayssir Aluni, né quello del tribunale spagnolo che lo ha condannato a sette anni di reclusione, ci chiediamo soltanto quanto il rispetto per il nostro  lavoro sia ancora praticato da istituzioni certamente democratiche,  ma troppo spesso al servizio di interessi non sempre limpidi che portano anche all'allontanamento di coloro che per rispetto proprio della democrazia prendono alla  lettera il dovere di informare e di criticare.
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