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Articolo 21 - Editoriali
La Resistenza cancellata
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di Giorgio Bocca

Dal libro   ??Partigiani della montagna?  di Giorgio Bocca  edizione Feltrinelli

C??e?? una campagna di denigrazione della Resistenza: diretta dall??alto, coltivata dai cortigiani.  Il loro gioco preferito e?? quello dei morti, l??uso dei morti: abolire la festa del 25 aprile e sostituirla con una che metta sullo stesso piano partigiani e combattenti di Salo??, celebrare insieme come eroi della patria comune Giacomo Matteotti ucciso dai fascisti e il filosofo Gentile, presidente dell??accademia fascista, giustiziato dai partigiani, onorare insieme le vittime antifasciste della risiera di San Sabba e quelle delle foibe titine.  Proposte da comitati di reduci che evidentemente non hanno mai sentito parlare dei lager in cui i fascisti, prima e dopo l??armistizio hanno chiuso decine di migliaia di cittadini colpevoli unicamente di essere di etnia slovena.

L??argomento delle nostre deportazioni e?? talmente poco conosciuto che il presidente del consiglio Berlusconi puo?? permettersi di parlare di un Mussolini che ??mandava gli antifascisti in vacanza sulle isole?.  L??uso dei morti per dimostrare che le idee per cui morirono gli uni equivalgono a quelle per cui morirono gli altri e?? inaccettabile.  La pieta?? per i morti e?? antica come il diritto dei loro parenti e amici a piangerli, ma non e?? dei morti che si giudica, ma di quando erano vivi e stavano al fianco degli sterminatori nazisti.  Ricostruiamo l??unita?? della patria, dicono, dimentichiamo la guerra civile, sostituiamo alle fazioni l??unita?? della democrazia.  Ma la democrazia dov??e???  Che democrazia e?? questa autoritaria che si va affermando nel nostro paese?  Ai suoi sostenitori basta che il governo non apra i suoi lager che non fucili gli oppositori, che non soffochi tutte le voci critiche per gridare che la democrazia e?? salva.  Ma la mutazione autoritaria e?? sotto gli occhi di tutti anche dei rassegnati o indifferenti: i personaggi della televisione invisi al potere cacciati o tacitati, gli autori di libri all??indice berlusconiano esclusi dalla televisione e ignorati dai giornali, i dirigenti di qualsiasi ufficio e istituzione, dalle fiere campionarie agli enti lirici, scelti dal padrone, i disegnatori satirici ostili al potere emarginati, i cortigiani imposti.

E anche la corruzione piu?? pesante e sfacciata, i prestiti bancari, i ricatti della pubblicita??, le concorrenze mafiose.  Diciamo grazie all??Europa se non siamo gia?? tornati al fascismo dichiarato o a qualche sua variante, diciamo grazie alla signora Berlusconi che ha avuto un nonno trucidato a Marzabotto dai nazisti e dai fascisti.  La democrazia non si e?? arresa, il suo edificio e?? saldo e occorre del tempo per smantellarlo, ma gia?? sta allargandosi un??area sorda che asseconda il regime, una buona parte degli italiani sembra indifferente alle riforme berlusconiane che in realta?? sono delle controriforme che sistematicamente picconano i fondamenti della democrazia.  Quasi tutti i grandi giornali hanno cambiato faccia, ripudiato la tradizione democratica, ricattati dal potere economico, dalla pubblicita??.  Come gli industriali degli anni venti che aprirono la strada al fascismo. Lo adottarono, anche a costo, come diceva Trockij, di farsi prendere a calci in faccia.  Ed e?? tornata anche la fabbrica della calunnia.  Ci sono uffici, agenzie di informazione specializzate nella raccolta di immondezze da lanciare sugli oppositori, la serie di rivelazioni inventate o esagerate, una vera e propria disinformatsija finanziata dal regime.

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