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Articolo 21 - Editoriali
Usa patriot act verso la riautorizzazione
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di Daniela Binello

Washington, D.C. ?? James Sensenbrenner Jr, il presidente (filogovernativo) del Comitato Affari Giudiziari della Camera dei Deputati americana, è intervenuto con fervore perché vengano adottate le misure altamente restrittive avanzate dalla leadership repubblicana che porteranno, in buona sostanza, a far riautorizzare l??Usa Patriot Act in scadenza il 31 dicembre prossimo.

Come si ricorderà, l??Usa Patriot Act - un documento di 342 pagine redatto teoricamente in 43 giorni come soluzione d??emergenza per la lotta al terrorismo dopo l??attacco dell??11 settembre - fu firmato da George W. Bush il 26 ottobre del 2001.

Essendo in scadenza, com??era previsto, alla fine di quest??anno, i repubblicani hanno proposto una messe di emendamenti con l??obiettivo di riformare delicate procedure giuridiche che riguardano la materia delle libertà civili, delle procedure penali e soprattutto della pena di morte.

Per ciò che attiene la pena di morte, si propone di ridurre l??attuale numero di dodici giurati destinati a pronunciarsi nei processi in cui il pm chiede per l??imputato, accusato di atti collegati al terrorismo, una sentenza di pena capitale. Tale riduzione ??agevolerebbe? il verdetto nei casi di ??hung jury?, un termine giuridico molto difficile da tradurre in italiano se non come concetto di ??sospensione?.

Si tratta di quei casi in cui per via di un giurato o più giurati in disaccordo, la giuria rimane in sospeso, non riuscendo a emettere un verdetto all??unanimità. Se passerà questo emendamento, la strada per sentenziare la sedia elettrica o l??iniezione letale saranno ben oliate.

Un altro emendamento propone di concedere al pm la facoltà di proseguire il processo fino a quando, in caso di hung jury, non otterrà ??finalmente? l??unanimità della giuria a sentenziare la pena capitale.

In pratica, però, di tutto questo malloppo di emendamenti che, si può valutare matematicamente, triplicherebbero l??attuale numero di reati che, per tipologia, possono condurre a una condanna capitale, se ne sta discutendo pochissimo pubblicamente mentre, in gran segreto, fervono i negoziati fra le due Camere del Congresso per raggiungere un accordo bipartisan.

Occorre ricordare che, nel 2001, l??Usa Patriot Act fu varato con grande tempestività in un momento in cui i cittadini statunitensi erano tragicamente angosciati per l??11 settembre e, anche se sotto il profilo della legalità e della difesa dei diritti umani e civili si levarono molte voci, le proteste non ebbero alcun effetto circa la possibilità di ridurre il poderoso ??giro di vite? introdotto dal provvedimento. Il dibattito pubblico fu perciò molto scarso e venne archiviato altrettanto velocemente.

Le conseguenze le conosciamo, dagli ingabbiati di Guantanamo alle sparizioni di persone sospette senza alcun ritegno, avvenute anche extraterritorialmente, come nel caso del rapimento dell??imam Abu Omar a opera di alcuni agenti dell??intelligence statunitense in Italia.

Alcuni editorialisti hanno commentato sul New York Times in questi giorni il testo dell??H.R. 3199 ??Usa Patriot and Terrorism Prevention Reauthorization Act of 2005? (H.R. è il corrispettivo di Camera dei Deputati), che è la piattaforma di emendamenti e riforme di cui abbiamo appena accennato, come di un ??egregio strumento di consenso? per l??amministrazione Bush che, come si sa, si sta arrampicando sugli specchi per risalire di qualche punto l??indice di gradimento nei sondaggi.  

Le altre riautorizzazioni riguarderebbero, come fu già al ??primo round?, le intercettazioni telefoniche, sui cellulari e online, le perquisizioni senza mandato (procedure trattate dalla sezione 206 alla 215 dell??Usa Patriot Act che verrebbero riautorizzate per i prossimi dieci anni), gli arresti senza comunicazione del reato e senza potersi avvalere della presenza di avvocati, il trattenimento in luoghi che non vengono comunicati ai familiari e senza ??data di scadenza?, oltre a un??altra sfilza di pieni poteri circa misure e tecniche di sorveglianza dei cittadini che fin dall??ottobre del 2001 sono state messe in pratica ogni giorno, tanto da non riuscire più a distinguere fra procedure ??d??emergenza? e procedure di sicurezza ??comuni?, nemmeno per chi ha qualche competenza in merito a questo ramo della giustizia.

A liberare dagli ultimi ostacoli verso la sentenza capitale interverrebbero, sugli attuali 20 capi d??accusa in materia di terrorismo, almeno altri 41 nuovi reati che attualmente sono ascritti, se l??imputato viene riconosciuto colpevole di atti di terrorismo, all??ergastolo o a pene inferiori. Una volta approvata la schiera di emendamenti, anche questi verrebbero collegati alla possibilità di emettere un verdetto di pena capitale. Ad esempio, nel caso in cui l??imputato, anche in assenza di intenzioni omicide, avesse fiancheggiato in qualche modo organizzazioni di copertura, pur senza essere a conoscenza degli obiettivi che queste organizzazioni, o anche solo alcuni dei loro componenti, avevano realmente.

L??unica cosa in cui bisogna sperare, scrivono alcuni columnist americani, è che il vero spirito americano patriottico si senta offeso da questo Usa Patriot Act _ diciamo numero 2 _ che altro che un abuso di patriottismo non è, dato che non è nel nome della patria che si può decidere di gettare alle ortiche una lunga tradizione di Trattati e Convenzioni sui diritti umani universali e le libertà civili che hanno fatto la differenza dei sistemi di giustizia occidentali di fronte a qualsiasi applicazione sconsiderata del potere poliziesco, carcerario e giudiziario che possa essere lasciato libero di agire senza limiti.

Il terrorismo, che nessuno vuole ritenere un fenomeno di scarso rilievo, è tuttavia strumentalizzato per alimentare le nostre legittime paure e si può capire come per gli americani quella sia una paura che hanno visto all??opera, essendosi materializzata addirittura all??interno della loro nazione, che pensavano inattaccabile, così come altrettanto lo pensavamo anche noi. Ma fino a che punto, in nome della paura, si possa rinunciare al diritto di avere leggi e comportamenti coerenti con la nostra etica e le nostre tradizioni legaliste è una riflessione che nessuno dovrebbe prendere sottogamba.

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