di Alessandro Cisilin
Sarebbe delittuoso autoinquinarci la festa con polemiche di bottega. Con un moto d'orgoglio di fine legislatura, l'Europarlamento ha votato una storica risoluzione che impegna l'Italia e le istituzioni comunitarie a difendere non solo a parole i principi fondamentali della libertĂ di espressione e di informazione, prendendo inequivocabilmente le distanze dall'anomalia berlusconiana. Un risultato ottenuto dall'efficace - per una volta - collaborazione fra liberali, socialisti, comunisti, verdi, e perfino qualche ribelle della destra e del centrodestra, a neutralizzare l'odioso e, da queste parti, inaudito ostruzionismo messo in atto dagli emissari di FI e AN allo scopo di insabbiare la pratica. Una festa per tutti coloro che interpretano la "libertĂ " nei termini del pluralismo e della non-ingerenza governativa, cosĂŹ come statuito dalla Carta dei Diritti dell'Unione Europea.
Se peraltro rileviamo l'ampiamente diffusa bufala sul ruolo di iniziativa e di coordinamento in questa vicenda assunto da Francesco Rutelli, non è per privare Francesco Rutelli delle telecamere; anche perchÊ si trattava quantomeno di telecamere dell'europarlamento, che qualche altro leader politico ha invece ritenuto di disertare proprio nel mezzo della battaglia politica e della conta dei voti, per imprescindibili appuntamenti televisivi romani. Il rilievo serve solo a sottolineare il significato dell'opposta verità : questo risultato è stato conquistato ben lontano dalle segreterie di partito. I protagonisti sono quasi tutti, attualmente, seconde linee all'interno della gerarchia dei rispettivi partiti, benchÊ leader di fatto nella prassi, ampiamente trascurata dai media, dell'attività europarlamentare. Appassionate formiche della politica, poco avezze ai prudenti calcoli di opportunità e di ritorno personale. Due esempi su tutti in questo drappello di discoli: l'ex magistrato Giuseppe Di Lello, e l'ex corrispondente Rai da New York Lucio Manisco, promotori dell'iniziativa di questa risoluzione, e autori (assieme a chi scrive) dell'allegato dossier, fattuale e senza aggettivi, distribuito in tre lingue, all'alba del voto, a tutti gli eurodeputati.