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Articolo 21 - Editoriali
Il premio Isf a Ganji
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di Stefano Marcelli

*Presidente Information Safety and Freedom

Saremo in una Chiesa ( quella splendida della Santissima Annunziata nel Museo di Santa Maria della Scala a Siena ). E daremo il quinto Premio Internazionale per la Libertà di Informazione ISF Città di Siena a un giornalista, uno scrittore , un combattente per i diritti umani , un musulmano credente.
Akbar Ganji è in carcere dal 2000, rinchiuso in una cella buia del terribile carcere di Evin dove sono morti molti intellettuali iraniani dissidenti. Eâ?? gravemente ammalato di asma e questa estate ha compiuto uno sciopero della fame che gli ha fatto perdere venticinque chili. La moglie Massoumeh è disperata e denuncia che in carcere non viene curato e gli danno da mangiare solo due volte la settimana e lo maltrattano: â?? Lo stanno facendo morire a poco a pocoâ?:
Ganji è colpevole. Ha creduto nella politica delle riforme del suo vecchio amico Khatami. Ha fondato un giornale dove ha denunciato le colpe di quella Repubblica Islamica Iraniana che ha contribuito a costruire partecipando alla Rivoluzione di Khomeini. Ha creato una specie di romanzo popolare dove lâ?? Eminenza Rossa e le Eminenze Grigie  e il Maestro delle Chiavi ordinavano decine e decine di assassini di intellettuali critici o li rinchiudevano in quella terribile Casa dei Fantasmi spesso senza ritorno, dove ora è rinchiuso anche lui.
Ganji è colpevole perché il mondo non lo ha dimenticato. La sua libertà è richiesta da quattordici premi Nobel e centinaia di intellettuali di tutto il mondo, da tutte le associazioni internazionali per i diritti umani, dallâ??Unione Europea , dal Segretario generale delle Nazioni Unite e dal Presidente George Bush.
Noi di ISF abbiamo deciso di portare anche in Italia questa battaglia per salvare una vita, una intelligenza, la testimonianza di un islam liberale che vuol scindere religione e  Stato , vuole la parità fra i sessi, chiede democrazia e libertà.
Alla vigilia della cerimonia di consegna del Premio allâ??avvocato di Ganji e al vicepresidente dellâ??Associazione dei Giornalisti Iraniani , 2500 studenti universitari hanno firmato una nuova petizione che chiede la sua liberazione.
Ganji è colpevole, perché non viene dimenticato nemmeno in Iran.
Mentre consegnamo quel premio che vuol rendere omaggio a un grande uomo dei nostri tempi e vuol anche tentare di salvargli la vita , a Teheran ci sarà una manifestazione che, secondo alcuni, dovrebbe contrapporre la capitale iraniana a Siena.

Ma crediamo che chiedere la liberazione di un uomo, colpevole solo delle proprie idee, chiedere la salvezza della sua vita, non possa essere letto come un atto di ostilità. Da Siena viene una richiesta di dialogo fondata un su un valore universale : il valore e la dignità della vita umana , il rispetto della libertà dellâ??intelletto.
Crediamo sia questo, il rispetto dei diritti umani, il terreno su cui si possa ricostruire una politica internazionale che possa far dialogare i governi, invece di farli scontrare in guerre e minacce di violenza.
Siamo unâ??associazione umanitaria e crediamo negli uomini. Crediamo che lâ??alternativa alla guerra e alla violenza sia il dialogo, il confronto e anche lo scontro tra le idee (anche diverse)  di uomini liberi.
Sulla richiesta di libertà per Ganji i politici toscani si sono trovati tutti dâ??accordo. Hanno votato un documento unitario che li impegna a mobilitarsi per questa causa , senza distinzioni.

Per questo, nel cuore di una città che raccoglie le testimonianze anche di antiche contaminazioni fra le nostre civiltà (che portarono ad alcuni dei momenti più alti della nostra arte) premieremo Akbar, un uomo colto , un collega , un musulmano che ci insegna il valore della libertà .
Lo fa con la semplicità e la radicalità degli uomini di cultura e degli eroi. Ma noi leggiamo in filigrana nelle parole che riesce a far uscire dal carcere, una tradizione alta che ha duemilacinquecento anni, come la Persia.

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