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Thyssen: un altro morto nello stabilimento ternano
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di redazione

Thyssen: un altro morto nello stabilimento ternano Le morti sul lavoro appaiono e scompaiono dallo schermo come dalle pagine dei giornali in rapporto al numero, all’entità dell’incidente, al luogo in cui si verificano. Ma non cessano. Proprio nel giorno in cui a Porto Sant’Elpidio si svolgeva il sit-in per ottenere una degna sepoltura per Andrea Gagliardoni, un ragazzo di 23 anni morto nel 2006, un altro perdeva la vita tra le mura di un ospedale, dopo 22 giorni di agonia. Il suo nome era Leonardo Ippoliti, e di anni ne aveva 29. Nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso mentre lavorava nel reparto PIX 1 dove si trova l'impianto lamonatoio a caldo LAC 2, Leonardo rimane vittima di un grave incidente così ricostruito da Massimiliano Quirico direttore sicurezza e lavoro dell'impianto ternano. «Mentre lavorava a un linea di trattamento Ippoliti sarebbe scivolato mentre cercava di sistemare una reggetta di un nastro d’acciaio e, caduto sulla “via rulli”, ha subìto lo schiacciamento della gamba destra». Per la gravità dell’incidente si era deciso di trasferirlo immediatamente all’ospedale Umberto I di Roma. Ma i soccorsi immediati e le cure non sono state sufficienti. Cordoglio è arrivato alla famiglia dalle istituzioni, mentre il sostituto procuratore di Terni ha disposto il sequestro dell’intero reparto per effettuare gli accertamenti del caso. Sequestro a cui i legali della Thyssen si sono opposti paventando un blocco totale della produzione. Pungente il commento dell’on. Boccuzzi, ex operaio Thyssen a Torino: ''Lascia sgomenti la ripetizione di questi incidenti nell'acciaieria tedesca - dice Boccuzzi - soltanto nel dicembre scorso si era verificato un altro incidente mortale. E stupisce come il sindacato abbia tenuto in sordina anche questa tragedia, non mi risulta che ci siano state grandi mobilitazioni'.
Che continua: “''Mi piacerebbe sapere - osserva Boccuzzi - se questo sia uno dei laminatoii trasferiti dalla thyssenkrupp di Torino. Al di la' della linea 5 sotto sequestro dopo l'incidente che causò sette morti, e il processo che si sta celebrando in Corte d'Assise a Torino, dallo stabilimento torinese sono infatti stati trasferiti a Terni molti macchinari.”
Il nome di Leonardo si aggiunge dunque a quello di Diego Bianchina, morto nello stesso stabilimento nel dicembre scorso all’età di 31 anni e su cui è già aperto un fascicolo di inchiesta, un altro si aprirà per Leonardo, mentre la famiglia attende l’esito dell’autopsia per poterlo seppellire. In occasione dei funerali l’intero stabilimento incrocerà le braccia.

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