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Articolo 21 - Editoriali
Il contesto in cui leggere l??inchiesta di Rainews24
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di Roberto Reale*

Nel Settembre 2004, poco più di anno fa,  un gruppo di lavoro del Pentagono consegnò ai vertici del governo americano un ponderoso studio di oltre centodieci pagine dedicato alla ??comunicazione strategica? nel mondo. Detto in parole povere si trattava di un promemoria in cui si fotografavano  ??i vantaggi e gli svantaggi esistenti in quest??epoca di informazione globale?. Il  proposito era  di dare suggerimenti operativi a chi, all??interno dell??amministrazione Bush,  si occupasse di guerra e propaganda.  Fra i mille spunti che meriterebbero di essere ripresi ne spicca uno in cui  letteralmente si diceva che in questi anni   ??politici, diplomatici, capi militari? avessero davanti a sè un problema in più rispetto al passato: quello di dover fronteggiare la trasparenza generata dalla diffusione delle tecnologie, dalla convergenza dei formati digitali, dal fatto che con grande velocità delle breaking news potessero circolare da una parte all??altra del pianeta veicolando video, audio, testi sia sulla rete che in tv.

In un certo senso ??  a rifletterci un attimo ?? Rainews24 a  soli dodici mesi di distanza ha dimostrato  la assoluta  correttezza di quest??analisi.  L??emittente italiana diffondendo in più lingue  il proprio reportage su Fallujia sul satellite e sul web  ?? con solida documentazione visiva e inoppugnabili testimonianze - ha aperto una falla nel sistema di controllo  degli apparati militari sulla circolazione delle informazioni dal fronte. E ha dato paradossalmente ragione proprio a chi temeva che questo potesse accadere. Piuttosto non dovevano aver letto il dossier sulla ??comunicazione strategica? quelle autorità statunitensi  che, nelle giornate che hanno seguito la diffusione del filmato,  hanno provato a negare tutto dicendo che a Fallujia c??erano i ??giornalisti embedded? e che, se loro non avevano visto nulla del fosforo e delle morti correlate, nulla dovesse essere successo. Quasi che gli embedded fossero la bocca della verità.  Per capire invece  la loro più che imbarazzante condizione durante la battaglia di Fallujia bastava  però  leggere ??la lettera di scuse ai marines? scritta da Kevin Sites, il telecineoperatore che aveva filmato l??uccisione di un ferito inerme in una moschea. Dopo aver fatto il suo dovere si era preoccupato innanzitutto di ??giustificarsi con i propri compagni d??arma? per aver avuto la responsabilità di diffondere il video.

Riavvolgendo il nastro della memoria, viene in mente un unico consistente  precedente  ?? in questa guerra infarcita di infinite zone d??ombra ?? in cui la tv è stata strumento di verità: quello riguardante la CBS di Dan Rather che a fine aprile 2004 aveva per prima (nel settimanale ??60 Minutes) diffuso le foto sulle torture nel carcere di Abu Ghraib. La feccenda merita un po?? di attenzione.  Sulla questione delle violenze ai prigionieri il Pentagono incassò il colpo tirando fuori la inverosimile ??teoria delle mele marce?, dei secondini maniaci che avrebbero agito per individuale sadismo. Poi però a settembre 2004 qualcuno a Dan Rather e al suo staff ( tutti subito  licenziati) ha presentato un conto salato. Gli hanno rifilato un dossier falso su una notizia vera ( l??imboscamente del giovane Bush ai tempi del Vietnam). Dan e i curatori di 60 minutes  sono cascati nella trappola  e ci hanno rimesso, giornalisticamente, il posto. Eppure Rather , al momento del congedo dal pubblico, ha dato  ai ??colleghi giornalisti? un unico consiglio:  continuare ad avere coraggio. Una virtù che - com??è noto e come risulta anche nel modesto spazio che molti media nostrani hanno dato alla vicenda di Fallujia - non è particolarmente diffusa in Italia. Ma è stata in verità merce rara , in questi anni, anche negli Stati Uniti. Non a caso, dopo il New York Times,  è adesso finito nel fango anche il Washington Post con la sua icona, il vicedirettore Bob Woodward ( proprio quello del Watergate) coinvolto nello scandalo Ciagate. Del Post avevo avuto di raccontare ( nel libro ??Ultime Notizie?) come fosse in possesso, prima della guerra, di documenti che attestavano l??inesistenza delle armi di sterminio di Saddam e li avesse sepolti in uno spazio marginale a pagina 17. ?? Con un comportamento come quello che avete avuto sull??Iraq? avevano nel 2004 commentato molti lettori ?? Nixon nel 1974 sarebbe rimasto allegramente alla Casa Bianca?.  Non c??è dubbio che abbia ragione Dan Rather: sono tempi questi in cui la fiducia nei media è bassa. Solo che quella verso Bush e i suoi è ormai ancora più bassa. E anche l??inchiesta di Rainews24 e l??eco internazionale che ha avuto, aiutano a riprendere un po?? di fiato e provare a ritrovare un po?? di coraggio.

 

*Segretario Isf (Information Safety and Freedom)

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