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Articolo 21 - Editoriali
L'America che non ha diritto di parola
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di Giuliano Santelli

Lâ??America non è solo lâ??amministrazione Bush, non è solo quella che aggredisce e mente, lâ??America non è da identificarsi solo ed esclusivamente con la sua rappresentanza politica.
Lâ??America è una realtà molto più varia e più complessa, in cui i punti di vista si frammentano e il più delle volte vanno a cozzare con quelle che sono le posizioni ufficiali. Solo a New York si contano più di un centinaio di associazioni pacifiste dalle aspirazioni più varie, di stampo laico, come religioso, reti no-global, ex-combattenti, familiari dei militari americani deceduti in Iraq, familiari delle vittime dellâ??11 settembreâ?¦
Una realtà estremamente varia ed articolata, di cui si parla poco, giacchè ha sicuramente una risonanza diversa rispetto allâ??ampia mobilitazione pacifista nata negli anni della guerra in Vietnam.

Eâ?? di ieri la notizia dellâ??ennesimo arresto di un gruppetto di pacifisti, che, in allegria, avevano deciso di accamparsi di fronte al ranch di Bush, in Texas, lo stesso di fronte al quale, nei mesi passati, la Sheenan, anche detta â??mamma paceâ?, aveva manifestato ampiamente il suo dissenso.
Ieri la Sheenan, già arrestata in passato, non era insieme al gruppo di pacifisti, rei di disturbare il tranquillo week-end festivo della famiglia presidenziale. Fra quei 10, però, spiccavano dei nomi già noti come Daniel Ellsberg, ex-marine ed ex â??gola profondaâ? del Pentagono che negli anni Settanta passò ai giornalisti documenti top secret che dimostrarono come l'amministrazione Nixon avesse fuorviato il paese sulla guerra del Vietnam. Allora era il Watergate, oggi, invece, è il Ciagate, o Nigergate, come dir si voglia: in ogni caso, una truffa legalizzata.
Il punto è che il pacifismo ha cambiato modalità di espressione, si muove su canali diversi, o per meglio dire, su reti diverse. La piazza lascia il posto al mare magnum di internet, un forum globale allâ??interno del quale i cittadini del mondo possono far circolare immagini, slogan, iniziative, petizioni, per dire no ad una guerra che, sin dallâ??inizio era nata da una menzogna. La rete come salvezza e come luogo di circolazione delle idee, che, ancora, hanno il privilegio di essere libere...
Si deve tornare a parlare, dunque, di libertà di espressione violata, dove poco spazio viene concesso al dissenso... per lo meno a quello più esplicito.

Un palese controsenso: sino a qualche giorno fa, era la stessa amministrazione Bush che invitava il presidente tunisino a rispettare la libertà di espressione dei manifestanti che si erano radunati in occasione del Summit mondiale per la libertà di informazione... oggi, è la stessa amministrazione Bush a far arrestare dei manifestanti, non violenti, che chiedono solo di essere ascoltati. 

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