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Articolo 21 - Editoriali
La censura preventiva dell'esibizione artistica
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di Enzo Mazza*

La questione sollevata dalla decisione RAI di differire la ripresa del concerto del primo maggio, che FIMI ha ritenuto un precedente grave, soprattutto per il rischio di instaurare un meccanismo di "censura preventiva" nei confronti di un'esibizione artistica, riconduce ad una problematica più ampia che è stata spesso oggetto di scontri anche in una democrazia avanzata come sono gli Stati Uniti.
Potrebbe essere utile ripercorrere alcuni episodi eclatanti, che hanno coinvolto sia provvedimenti legislativi nazionali, sia a livello statale e locale, e che sono stati spesso in contraddizione in particolare con il Primo Emendamento (Freedom of Speech) della Costituzione americana.
La consorella di FIMI negli Stati Uniti, la nota RIAA (Recording Industry Association of America) da tempo è impegnata a contrastare i molteplici tentativi di imporre regole e restrizioni, soprattutto con riferimento alle cosidette "explicit lyrics" (testi espliciti), che possano limitare l'attività creativa degli artisti o limitare la divulgazione e l'accesso alle opere registrate. Le iniziative verso l'imposizione di misure restrittive in USA hanno riguardato disegni di legge per introdurre un sistema di valutazione del grado di "pericolosità" del linguaggio usato nei concerti, con la proposta in Michigan, di imporre un bollino su biglietto d'ingresso. Altri progetti di legge hanno proposto l'introduzione di liste pubbliche di titoli di cd "dannosi per i minori". Altri Stati hanno proposto di vietare la vendita a minori dei cd che recano l'avviso, peraltro adottato volontariamente dall'industria discografica, e riguardante il "contenuto esplicito". Peggio ancora, alcuni politici hanno proposto anche di limitare per legge gli investimenti di fondi statali nei confronti di etichette discografiche che producono dischi con contenuti "non graditi".
Tutte queste problematiche devono far riflettere su quanto sia delicato l'argomento e quanto possa essere controproducente, soprattutto sul piano dello sviluppo e dell'autonomia artistica introdurre meccanismi censori non solo a livello di linguaggi, diciamo così, dai "contenuti forti" ma addirittura relativi ai potenziali contenuti "politici" del messaggio. L'industria musicale e la comunità degli artisti devono pertanto rifiutare senza indugio l'iniziativa che per la prima volta è stata adottata in occasione del concerto del primo maggio perchè costituisce un precedente pericoloso con potenziali conseguenze su tutta la comunità musicale italiana.

*Direttore Generale FIMI - Federazione industria  musicale italiana

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