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Articolo 21 - Editoriali
Stati generali e...stato dellâ??arte
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di Lorella Pieralli

A pochi giorni di distanza dalla convocazione degli stati generali dello spettacolo e del Requiem nazionale cantato in tutte le Fondazioni Lirico Sinfoniche; le decisioni sul taglio al FUS annunciate dal governo nella finanziaria, stanno alla fine per diventare realtà.
Eâ?? quindi evidente quanto il â??de profundisâ? del teatro Musicale, intonato dalle orchestre e dai cori di tutta Italia  sia stato tempestivo e opportuno.
Resta ora da verificare, nei prossimi comportamenti e nelle prossime decisioni delle associazioni di settore dello spettacolo tutto, quante e quali terranno fede coi comportamenti concreti, alle dichiarazioni e alle intenzioni espresse con accorata e vibrante indignazione, nel bel documento prodotto proprio agli stati generali.

Pare legittimo temere, pur senza processi alle intenzioni, che qualche â??mutazione geneticaâ? si verificherà, e in tempi piuttosto rapidi.
Valga per tutti lâ??esempio dellâ??ANFOLS organo associativo dei Sovrintendenti che ha inaugurato per primo questo particolare stile: da una parte  urli e strepiti (giustissimi) per la compromissione dellâ??identità culturale della nazione, per la distruzione di fatto del patrimonio culturale del paese che invece di costituire un investimento viene trattato come una spesa da tagliare, come uno spreco inutile ecc..dallâ??altra lo stesso organo associativo si prepara ad affossare per sempre la risorsa principale della qualità artistica e, quel che più conta, della produzione, costituita dalla stabilità dei complessi artistici. E lo fa non col â??fiorettoâ? ma col napalm.

Parliamo di cori, orchestre e corpi di ballo la cui formazione e il cui livello sono testimoniati dalla incondizionata stima internazionale e soprattutto dallo scendere in palcoscenico tutte le sere col proprio bagaglio di tradizione collettiva e di decenni di studio e di mestiere individuale.
Alla faccia dei 40.000 giovani diplomati che ogni anno i nostri conservatori producono e che avrebbero lâ??ambizione di far musica per mestiere.
I Sovrintendenti (seppure con qualche autorevole, quanto ignorato distinguo) hanno pensato di conservare lâ??incredibile quanto mal riposta  discrezionalità gestionale di cui hanno goduto fino ad oggi, e che gli ha consentito di raggiungere quote di deficit astronomiche, la cui responsabilità non sarebbe però loro.

Il metodo è questo: dopo aver ottenuto dal Governo una legge  che si potrebbe ben definire ad personam e che gli consente di smentire se stessi senza farlo direttamente, affermando che tutti i contratti integrativi da loro firmati coi lavoratori non sono più validi; si sono affrettati a disdire anche  il CCNL delle fondazioni lirico sinfoniche.
Tutto questo mentre si firmano appelli e documenti congiunti con le organizzazioni sindacali, mah....

Fermo restando che lâ??intero mondo del lavoro in questo paese e in tutta  Europa  basa la sua esistenza e costruisce i propri strumenti organizzativi e gestionali  attraverso la contrattazione collettiva e quindi attraverso il confronto tra le parti, pare logico trarre la conclusione che Lâ??Anfols ritiene di prelevare i denari che mancheranno per effetto dei tagli, dalle buste paga dei lavoratori.
Questo modo di procedere oltre ad essere inaccettabile non costituirà certo una soluzione definitiva agli annosi problemi del settore, se non altro per un motivo che dovrebbe apparire chiaro a tutti: se coloro che hanno prodotto decine di milioni di euro di deficit saranno gli stessi che continueranno a gestire, se gli sarà mantenuta la stessa discrezionalità di spesa che ha portato i nostri bei teatri nello stato in cui versano, se nessuno di questi sarà mai un manager sottoposto a verifica del suo operato, ma anzi, ad ogni fallimento di gestione continuerà a valere la regola della promozione ad altro incarico uguale nel teatro attiguo, che cosa ci si dovrà mai aspettare?

La speranza essendo lâ??ultima a morire, noi continuiamo a sperare che questo esempio di comportamento non venga seguito da altre associazioni dello spettacolo, speriamo anche che la voce della retorica del Mangement taccia per un poâ?? (almeno fino a che non si applicherà la regola cattiva gestione=rimozione) e si oda di più quella della conservazione del patrimonio culturale, che nel caso della musica è costituito dai suoi esecutori.
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