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Articolo 21 - Editoriali
Ecco perché siamo di nuovo in sciopero
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di Paolo Serventi Longhi

"Siamo di nuovo in sciopero e questo non ci rallegra. Anzi, scioperare non ci piace, ci fa perdere soldi, blocca l'informazione per due giorni di fila in un momento particolarmente delicato per la vita politica e sociale.  Ma non ne possiamo fare a meno. Lo sciopero è e resta l'unica arma seria che abbiamo per continuare a protestare contro il tentativo delle aziende dell'informazione di fare i giornali, i tg , i gr, ecc. senza giornalisti, cioè con pochi capi superpagati, qualche collaboratore di nome e centinaia di precari, freelance sfruttati e malpagati. Loro, gli editori, voigliono utilizzare tutti i nuovi strumenti della cosiddetta flessibilità, che nel mondo della comunicazione significa appaltare all'esrterno delle redazioni, fuori da un giornalismo regolato e che ha almeno una chance contrattuale di essere indipendente (se chi ha un contratto a tempo indeterminato continua a mantenere la schiena dritta, come giustamente ci ha suggerito Ciampi). Loro, gli editori, mal sopportano chre il giornalismo italiano abbia una rete di tutele previdenziali e sanitarie, etiche e deontologiche, assolutamente autonome. Cosa che mal sopporta anche una parte importante della politica che, proprio in queste ore con lo stesso Berlusconi, continua a ripetere che giornalisti, giornali e tv sono tutti contro di lui e che alla Fnsi ci sono pericolosi eversori.   La verità è che diamo fastidio, quando chiediamo più dignità ai freelance e ai precari e quando sosteniamo che vogliamo discutere (non respingere a priori) l'attuazione della legge Maroni ai giornalisti. Diamo fastidio quando continuiamo a dire (tra i pochi) che le leggi sull'informazione fanno gli interessi di pochi (di uno, e questa è la pura verità, andatevi a leggere i dati sulla pubblicità). Diamo fastidio quando chiediamo che a tutti siano concesse le stesse opportunità di fare informazione. Diamo fastidio quando difendiamo la Rai da chi vuole distruggerla oppure asservirla definitivamente, dimenticando che il servizio pubblico è un insostituibile veicolo di informazione per i cittadini.  Per queste ragioni è fondamentale che la nostra lotta non sia isolata, che lo sciopero riesca. Per questo ringraziamo tutti coloro, come Articolo 21, che continuano ad essere con noi sulla stessa parte della barricata, nella battaglia per una informazione libera, per un giornalismo indipendente e non condizionato".
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