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Articolo 21 - Editoriali
Il palinsesto che vorrei
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di Stefano Marcelli

Da vecchio cronista, quale ormai tocca definirmi, tengo ad attenermi ai fatti. E allora inscrivo il mio palinsesto dei desideri in mezzo a due notizie di giornata.

La prima viene dallâ??Arabia Saudita, dove i sudditi di S.A. Abdul Aziz  hanno dovuto piegare la testa di fronte al regale decreto che vieta loro di partecipare al televoto per la versione araba del Grande Fratello.

Sono contrario a qualsiasi forma di censura, tantopiù in un Paese dove pratica coinvolge pesantemente aspetti della vita civile ben più pregnanti della partecipazione a un gioco televisivo.A Riad, essere nominati , porta a eliminazioni ben più penose di quella dallo schermo televisivo.

Ma devo confessare un insopprimibile senso di compiacimento che sento spuntare in fondo allâ??animo per il fatto che qualcuno ( sia pure in nome di quellâ??ortodossia wahabita che vanta tanti tragici influssi su una delle più sanguinarie correnti del  terrorismo internazionale ) abbia arrestato il dilagare sugli schermi di tutto il mondo di quei format idioti che, nella loro forma pandemia , sono noti come â??reality show â??.

Dunque in Arabia il Re non ha concesso al popolo televisivo quello che il popolo voleva. E il popolo saudita voleva fortemente il Grande Fratello.

La seconda notizia viene da casa nostra e ci informa che il sogno più grande degli Italiani è quello di fare un viaggio attorno a tutto il mondo. Non câ??è da stupirsi. In unâ??epoca in cui vestiamo cinese, guidiamo giapponese, mangiamo pompelmi israeliani, vediamo e ascoltiamo americano, vogliamo anche vedere come sono i Paesi che nutrono e ci vestono. I nostri figli ricominciano a volgere lo sguardo verso lâ??estero ( con spirito diverso dai loro progenitori emigranti ). Come dire : il mondo è casa nostra. Oppure, se siete un poâ?? più pessimisti : la vita è altrove.

Il popolo, quindi, non vuole solo vedere dei cretini maleducati chiusi a forza in una casa marchiata IKEA che sperano di diventare ricchi e famosi eliminando tutti gli altri inquilini con la complicità di un pubblico che si identifica con il loro cinismo e i loro evidenti difetti.

Vorrebbe anche vedere il mondo. Sapere cosa fanno i cinesi quando non cuciono le nostre scarpe o i nostri jeans. Come si vive in Egitto al fuori dei villaggi italiani di Sharm El Sheic . Cosa fanno gli americani che non spuntano vestiti da marines dai servizi dei telegiornali sullâ??Irak. Come si vive nellâ??Inghilterra di Tony Blair che sembra essere lâ??unico Paese europeo senza crisi economica, o quasi. E capire perché e come la Spagna ci ha superato nello sviluppo. E la Turchia come si prepara ad abbattere uno dei più antichi muri della storia entrando in Europa ? E il Giappone?Eâ?? ancora ricco e produttivo, oppure ha esaurito la spinta propulsiva degli anni ottanta e novanta ? La Svezia è sempre un modello di sviluppo economico e giustizia sociale , oppure il suo modello è entrato in crisi ? Lâ??America Latina è tuttora un bacino di povertà e criminalità, oppure negli ultimi decenni la caduta di tante dittature ha migliorato la situazione? Come ci si diverte, si studia, ci si cura in Asia, Africa, Europa e America ?

Insomma, comâ??è questo mondo di oggi in cui è toccato in sorte di vivere ?

Ecco il palinsesto che vorrei vedere. Certo, non solo questo. Diamo anche il Grande Fratello al popolo che lo chiede. Non fossaltro che per dimostrare che qui câ??è la democrazia vera e non la monarchia saudita . Ma si potrebbe fare almeno un telegiornale al giorno, con le eveline ( che non costano niente ) e i nostri bravi corrispondenti dallâ??estero , molti dei quali vivono nellâ??attesa che qualche politico italiano visiti il loro Paese di competenza per poter inviare due minuti sullâ??ultima polemica di casa nostra sui Tg  ?

E si potrebbe creare un vero canale satellitare international facendo crescere RaiNews 24 al livello di BBC world o TV5 francese ?

E si potrebbe dilatare almeno a 12 ore la programmazione di Raimed, che era stato il primo canale televisivo occidentale in arabo e che ora verrà surclassato da due canali ,uno inglese e uno francese, finanziati con milioni di euro dai rispettivi governi ?

Il popolo lo chiede, ci dicono i sondaggi di fineanno. E il Babbo Natale di viale Mazzini, che è investito del ruolo di Servizio Pubblico, potrebbe realizzare questo desiderio puntando anche su una fetta di mercato televisivo per ora negletta dai tycoon italiani.

Poi ci sarebbe anche un altro sogno. Quello di sapere come si vive, ci si cura, si studia, si lavora, ci si diverte in Italia.

Ma questa è unâ??altra storia, buona per un altro Natale.
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