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Articolo 21 - Editoriali
Elezioni ed intercettazioni. La questione morale tra scalate bancarie e nuovi assetti di potere
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di Fabiola di Loreto

Inondata ed ubriacata da giornali e televisioni con i messaggi propagandistici sulle intercettazioni telefoniche tra Fassino e Consorte, tra distinguo politici dei soliti ??soloni? della politica che non mancano neppure a sinistra, la provinciale società italiana ha del tutto passato sotto silenzio un altro caso di questione morale accaduto nell??austera Gran Bretagna  e che ha sconvolto il mondo politico londinese.

Si tratta delle accuse di alcolista pubblicizzate su alcuni quotidiani inglesi nei confronti del leader dei Liberaldemocratici, Charles Kennedy, che aveva portato il partito alla vittoria elettorale nelle ultime elezioni politiche,che hanno visto un fortissimo calo dei voti al leader laburista Blair. Nonostante il successo elettorale, che ha portato i centristi liberaldemocratici al secondo posto nel panorama politico inglese, Kennedy si è dimesso dalla sua carica di capo del partito, ammettendo che in effetti beveva un po?? più del consentito.

Questa la spietata legge etica della politica anglosassone!

Appena si è sfiorati dal sospetto di non avere tutti i requisiti morali ( comportamenti sessuali, familiari, sociali, finanziari, conflitti di interesse), i mass-media, l??opinione pubblica e gli stessi vertici del proprio partito spingono il personaggio al centro dello ??scandalo? a dimettersi.

Forse gli inglesi sono troppo draconiani, puritani ( in effetti non praticano il cattolicesimo!), poco propensi ai perdoni delle personalità pubbliche, certo è che il sistema politico-economico anglosassone, ancorché stupirci, tira avanti dritto senza tentennamenti: ha superato la crisi del post-industrialesimo, è all??avanguardia nel boom dei servizi finanziari, è in forte espansione economica, il suo sistema universitario e di ricerca è ai primi posti nel mondo. Per non parlare del sistema politico e costituzionale, che regge al logorio del tempo da alcuni secoli, permettendo alternanze di governo, rispetto degli avversari politici, ricambi generazionali ai vertici, incompatibilità tra incarichi politici e affari.

In Italia, invece, è tutta un??altra musica!

Sulla stampa specializzata internazionale ( checchè ne dica il Pinocchio di Arcore!) siamo ritornati indietro di 20 anni, quando eravamo appunto ??l??Italietta?, non affidabile come partner , piagnona e tutta ??spaghetti, mandolino e lupara?.

Tutta colpa dell??etica! Sì dell??incestuoso rapporto tra politica e affari, dell??irrisolto conflitto di interessi del premier e dei suoi sodali, della commistione tra esponenti di partiti, scelte legislative personalistiche e mondo dell??impresa, della finanza e così via.

Il caso Antonveneta-Unipol-BNL ha messo in luce quanto sia ancora vasto ed inesplorato questo sistema perverso, come se dagli anni di Tangentopoli fossero trascorsi 30/40 anni e niente fosse stato preso a livello di leggi, comportamenti e quant??altro perché non si  ripetessero questi comportamenti criminosi.

Il fatto è che dopo tangentopoli e la liquefazione di alcuni partiti storici ( come la DC e il PSI), si è avviata una stagione di trasformazioni gattopardesche sia nel mondo politico sia in quello economico-finanziario. Sono rimasti in piedi alcuni ??salotti-pensatoi? che hanno spinto l??opinione pubblica verso il crinale pernicioso del ??perdonismo?, dell??equiparazione tra ??buoni e cattivi?, dell??antipolitica con il leitmotiv  ??sono tutti uguali, cane non morde cane, oggi mangi tu, domani io?.

Anche se sono nati nuovi partiti dalle ceneri dei vecchi e altri si sono trasformati ed affermati, il sistema politico italiano non ha fatto realmente i conti con se stesso, non ha mai messo al primo posto la separazione tra etica politica e sociale dai sacrosanti interessi dell??economia.

Alla base  di questo lungo periodo di oblio, che ha autoassolto la classe dirigente nostrana, ci sono una serie di fattori: l??ascesa politica di Berlusconi (il "conflitto di interessi che cammina"), la crisi inarrestabile del sistema industriale italiano e la ricattabilità della Confindustria, la perdita di consensi e di potere morale della Chiesa della Curia vaticana e dell??episcopato italiano, lo sviluppo di centri di potere alternativi a quelli istituzionali, identificabili con quegli ambienti che promuovono convegni, incontri internazionali di settore ad alto livello.

La politica alta è stata così espropriata della sua funzione mediatrice sociale, di elaborazione di scelte generali e di sistema. Gli esponenti dei vari partiti sono diventati semplici uditori  e realizzatori di scelte prese dall??esterno delle istituzioni da lobbies affaristiche sempre più internazionalizzate.

L??etica è diventata una ??sensazione? dell??opinione pubblica, un pungolo marginale che ha spinto però dal 2002 milioni di persone ad aggregarsi nei movimenti spontanei, nei cosiddetti ??girotondi?, nelle tante ed autonome realtà che oggi popolano i siti web  e che partecipano, essenzialmente nella sinistra, a formare una nuova ??coscienza di classe?. Ma finora restano fuori dalle ??stanze del potere?, inascoltati spesso dagli stessi interlocutori, tranne che in momenti di forte emotività sociale ( la pace, la giustizia, la libertà di espressione e informazione, le primarie, per fare alcuni esempi).

A volte, questo ??movimento etico? ha fatto breccia nei partiti del centrosinistra e sulle pagine di alcuni grandi giornali, per poi essere relegati al ruolo di ??grilli parlanti?.

Eppure, all??interno di questo ??movimento? operano e si confrontano uomini e donne con grandi esperienze professionali, politiche, culturali, artistiche e sindacali, che esprimono un modo del tutto nuovo di fare politica e di intendere gli interessi generali.

Non stiamo qui a ??santificare? il movimentismo! Stiamo solo sostenendo che le risorse per un ammodernamento della società politica ed economica italiana esistono, ma sono ancora bloccate dal sistema dei partiti, che a loro volta non hanno intrapreso al proprio interno la necessaria ??rivoluzione etica?, che avrebbero dovuto fare dopo lo sconquasso di Tangentopoli.

Per queste ragioni, spesso i giornali, le tv, gran parte degli esponenti della politica più in vista sembrano che si parlino tra di loro, e poi si stupiscono delle scelte elettorali e dei movimenti spontanei che danno vita a lotte sindacali e sociali fuori dagli schemi.

Anche nel centrosinistra, insomma, si è preda della sindrome berlusconiana del sondaggismo, dell??apparire più che dell??essere, della faciloneria nel frequentare salotti (che siano casalinghi o mediatici),  convegni e ambienti senza pensare di compromettersi.

La ??diversità?, invece, sta proprio nei comportamenti pubblici e nella capacità di relazionarsi con la società reale, con i problemi concreti delle persone, con le dinamiche culturali-artistiche-comunicative che vengono dai tanti settori vitali del paese (mondo del lavoro, università, imprenditoria, culutra, comunicazione,ecc.).

Nel 2001, come ricorda nel suo recentissimo libro ??Primo tempo? Roberto Colaninno, nel pieno della campagna elettorale che poi portò Berlusconi alla riconquista di Palazzo Chigi, scoppiò lo scandalo ??Telekom Serbia ( rivelatosi alla fine un grande bluff politico-mediatico), che permise anche  ai nuovi raiders di impadronirsi della Telecom Italia, con a capo Tronchetti Provera e lo stesso indagatissimo Gnutti. Esordisce allora una nuova ??razza padrona? che cerca la scalata sociale nei salotti buoni della finanza e dell??imprenditoria nazionale. La Confindustria perde la sua storica autonomia e si fa collaterale al governo di destra con il ??Masaniello? D??Amato; il ??pio governatore da Alvito?, Fazio, si converte al ??nuovo miracolo economico? di Berlusconi; ambienti di una certa sinistra ??riformista? in vena di modernizzazione si gettano nella mischia dell??affarismo e stringono legami con esponenti della nuova ??razza padrona?.

L??etica viene rimossa e relegata nell??armadio degli abiti dimessi, nella naftalina mediatica, per essere riscoperta solo cinque anni dopo, quando i nodi vengono al pettine.

Oggi, dall??intreccio tra politica e affari, in piena campagna elettorale, ritorna lo ??spettro? della ??madre di tutte le privatizzazioni?, ovvero la scalata a Telecom Italia, benedetta dal governo Berlusconi, e che portò alla defenestrazione di Colaninno a favore di Tronchetti Provera.

Certo, l??operazione dal punto di vista formale, sempre che la magistratura non scopra magagne, fu ineccepibile, ma oggi, alla vigilia di un probabile cambio di inquilino nelle stanze di Palazzo Chigi, suona come ammonimento per quanti allora non seppero incamminarsi lungo l??irto sentiero della trasformazione etica della politica italiana.

Abbiamo perso quasi cinque anni. Facciamo in modo che in questi tre mesi non venga perso il forte ed innovativo contributo di quel vasto ??movimento etico?, che potrebbe portarci alla vittoria sul regime berlusconiano.

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