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Proteste Aquila. Il teorema degli infiltrati che non piace agli aquilani
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di Bruna Iacopino

Proteste Aquila. Il teorema degli infiltrati che non piace agli aquilani

Dopo le manganellate, puntuali sono arrivate anche le denunce a carico dei manifestanti in piazza per l’Aquila il 7 luglio. La notizia è di questi giorni e le denunce vere e proprie sono a carico di due persone: il promotore della manifestazione  ''per inosservanza dei provvedimenti dell'Autorita' di pubblica sicurezza, in quanto l'iniziativa si e' svolta senza tenere conto delle modalita' concordate'' e un ragazzo romano di 26 anni indicato come ''noto antagonista romano..." e accusato di ''violenza e resistenza a pubblico ufficiale ed inosservanza dei provvedimenti dell'Autorita' di pubblica sicurezza..." Denunce accompagnate dalla ricostruzione dei fatti, stando alle forze dell’ordine e che indica, sostanzialmente, in esponenti dei centri sociali romani i presunti provocatori di quella giornata. Una versione, non solo rigettata in toto dai comitati aquilani, ma contestata punto per punto anche attraverso le immagini girate quel giorno e disponibili sul sito www.3e32.com.
Non tarda infatti ad arrivare la reazione dei comitati aquilani che in un post pubblicato sullo stesso sito aprono con “E adesso denunciateci tutti!” ribadendo: “…di quanto è accaduto durante la manifestazione i promotori si assumono la piena ed unica responsabilità.” Puntualizzando inoltre: “Voler negare il fatto che erano i terremotati a chiedere diritti e ad urlare la propria rabbia è un’offesa nei confronti di chi, tra mille difficoltà, ha scelto di essere in piazza a Roma.”
La questione aquilana, sostengono ancora, non può e non deve essere considerata una questione locale, ma nazionale e, il fatto che in piazza, oltre agli aquilani ci fossero realtà diverse, provenienti da altre città ne è la prova. Concetto ribadito anche all’interno della lettera indirizzata al Ministro dell’interno subito dopo la notizia delle denunce. Si autoaccusano rivolgendosi direttamente a Maroni, e dichiarano di essere pronti a fornire la loro versione dei fatti per una ricostruzione quanto più veritiera possibile dei fatti, arrivando a chiedere le dimissioni di chi “agita inesistenti spettri per coprire i propri errori”. Bersaglio dichiarato il capo della polizia Manganelli, rispetto al quale non esitano a chiedere le dimissioni: “Riteniamo – si legge ancora nella missiva- che incarichi così delicati non possano essere più ricoperti da persone che mentono per coprire le proprie responsabilità screditando le Istituzioni che rappresentano.” Secondo i comitati aquilani l’intento è piuttosto chiaro: sviare l’attenzione dal problema reale ovvero le richieste portate in piazza il 7 luglio e le mancate risposte da parte del Governo:  “ …Sospensione delle tasse, Occupazione, Sostegno all’economia, e soprattutto la necessità di una legge organica sul terremoto che stabilisca tempi e finanziamenti certi e che possa consentire di riprogettate il futuro del territorio.”
Ma parole dure sono riservate anche all’informazione e al servizio pubblico in particolare, primo destinatario il direttore del Tg1 e quelli che vengono definiti “ i suoi illustri colleghi regionali”, rei di aver estrapolato solo poche immagini commentate da una voce unica. Di contro sul sito sono disponibili alcuni video girati durante tutto il corso della manifestazione, dalla partenza fino al momento delle colluttazioni in piazza, uno in particolare, quello realizzato dal giornalista aquilano Francesco Paolucci che di fatto andrebbe a smentire il teorema degli infiltrati facinorosi. Nel video vengono ripresi con estrema chiarezza i momenti di tensione, il tentato sfondamento del cordone di polizia, si sentono le voci di chi in piazza c’era e si è preso anche le manganellate. Una ragazza accusa: “ Uno di loro mi ha preso gli occhiali e me li ha distrutti…”, una signora, rivolgendosi direttamente all’On. Di Pietro tra la folla accusa “ Io invece sono stata picchiata da uno in borghese…” Voci che si rincorrono, urla di sdegno, mani alzate, immagini che parlano chiaro come quelle dello sfondamento in  via del Corso così spiegato nel post di riferimento: “… intorno al minuto 4  si vedono i gonfaloni dei comuni e i sindaci in testa con tutte le istituzioni che continuano a sfondare il cordone di carabinieri  e finanza in via del corso. Determinati e non certo inconsapevolmente portati a farlo da sedicenti facinorosi.”
Immagini, che verranno portate nuovamente a Roma domani, in occasione della conferenza stampa promossa dall’Assemblea cittadina del Presidio Permanente di piazza Duomo, L’Aquila, presso la Sala del Mappamondo  della Camera dei Deputati alle ore 16.00. Per l’occasione saranno proiettati e forniti ai giornalisti presenti i filmati contenenti i momenti salienti della manifestazione dello scorso 7 luglio, “ al fine – si legge nel comunicato- di ristabilire la realtà dei fatti, in modo che finalmente si torni a parlare dei problemi concreti del territorio colpito dal sisma.”

 


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