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Articolo 21 - Editoriali
Non per Giulietti, ma per l'articolo 21!
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di Giorgio Santelli

Non stiamo facendo una battaglia per Giuseppe Giulietti. La battaglia è per noi. La battaglia è per il centro sinistra e per l'Unione. E' per le associazioni di libertà. Per per il milione e mezzo di Piazza San Giovanni, per tutti coloro che hanno creduto e credono che ce la possiamo fare a  dare un altro governo e un'altra maggioranza a questo Paese che ne ha bisogno. Per cinque anni un gruppo che prima era sparuto ma che poi è cresciuto, fatto da donne e uomini che hanno a cuore l'articolo 21 della Costituzione e la libertà di comunicazione, ha sostenuto decine e decine di battaglie.

Beppe Giulietti - come altri per la verità che sono con noi - è un pezzo essenziale di noi. E' uno di quelli che ci ha rappresentato e che è riuscito a portare la nostra protesta in Parlamento. Con un unico filtro, se lo vogliamo chiamare così: quello che l'articolo 21 non si tocca, non si mette in un angolo. E non ci interessa "chi" lo vuole o lo vorrà mettere in un angolo. Ci interessa che lì non venga messo.

Perdere questa voce in parlamento è come prendere uno schiaffo in faccia. Io, perdonate, cordinatore di un sito internet bellissimo fatto per dare a tutti la libertà di espressione, la vicenda la vivo così!

Lo schiaffo lo prende Michele Santoro e tutti quelli di Sciuscià che già ne hanno presi molti e che noi, fin da Sofia, abbiamo difeso. Lo prende Enzo Biagi che per primo ha sottoscritto l'appello e che con viltà e arroganza è stato allontanato dalla tv. Lo prende Loris Mazzetti. Lo prende Daniele Luttazzi e lo prende Marco Travaglio. Lo prende Massimo Fini e Oliviero Beha che vorremmo rivedere al lavoro, come vorremmo vedere Carlo Freccero e Renato Parascandolo.

Lo prendono Rosa Calipari e Giuliana Sgrena per cui pretendiamo verità.

Lo prende Gigi Moncalvo, anche se non la pensa come noi. Lo prende Paolo Martini e quelli di dodicesimo round.

Lo prendono i giornalisti liberi che sono stati attaccati e offesi dal Premier. Lo prende la stampa libera.

Lo prende chi con noi sta difendendo la Costituzione e la Giustizia. Così lo prendono Oscar Luigi Scalfaro, Sandra Bonsanti e i Magistrati che tentano di applicare la giustizia e che sono costretti ad applicare leggi ad personam.

Lo prendono i ragazzi di Locri che hanno illuminato la Calabria, e i metalmeccanici che non riuscivano ad illuminare il video con la loro vicenda.

Lo prendono gli editori minori. Lo prende Claudio Abbado con cui abbiamo difeso la cultura e la musica chiedendo un servizio pubblico che ad essa desse uno spazio dignitoso. Lo prendono Dario Fo' e Giorgio Albertazzi confinati nella notte televisiva.

Lo prende chi ama il calcio e lo deve vedere dove dicono gli altri.

Lo prende chi pensa che il digitale non fa il pluralismo come una rondine non fa primavera.

Lo prendono quelli che credono nelle primarie.

Lo prendono Sabina Guzzanti e i comici epurati. Lo prendono i precari che fanno i giornalisti e i precari che non fanno i giornalisti. 

Lo prendono tutti coloro che si sono sforzati di dire, nel buio mediatico di qualche anno fa, che la pace è bella e la guerra non lo è. Che l'articolo 11 della Costituzione esiste e va rispettato.

Lo prendono i ricercatori che spiegavano che cos'è la ricerca con il passaparola perchè la Tv non lo diceva.

Lo prendono tutti coloro che pensano che il conflitto di interesse non si supera togliendo il conflitto e lasciando l'interesse.

Lo prende chi ha sottoscritto i nostri appelli contro la pena di morte.

Lo prendono i militari morti per l'uranio impoverito che per qualcuno non esiste e non fa male. Lo prendono le loro famiglie.

Lo prendono tanti altri, che sicuramente mi sarò dimenticato di ricordare perchè sono veramente tanti.
 .
Basta, per favore. In cinque anni di schiaffi ne abbiamo presi tanti. Ma abbiamo sempre tenuto la testa alta perchè sapevamo che un giorno le cose sarebbero cambiate.

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