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Costretto a dimettersi il direttore di Calabria Ora
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di redazione

Costretto a dimettersi il direttore di Calabria Ora Nuovo cambio della guardia all’interno di Calabria Ora. L’editore, con mossa quasi a sorpresa decide che “ vuole contare di più” nella direzione editoriale, per cui, la testa del direttore che l’ha guidato finora, da tre anni a questa parte deve cadere. La testa in questione è quella di Paolo Pollichieni, costretto a lasciare “contro la sua volontà” e con lui vanno via altri sei giornalisti: il caporedattore, i due vicecaporedattori, il caposervizio di Cultura e Spettacoli, quello di Cosenza e il responsabile delle cronache politiche. A renderlo noto è lo stesso, ormai, ex-direttore nell’ultimo tagliente editoriale. “Ieri – scrive-  mi è arrivata una richiesta dagli editori: intendono avere una presenza più forte nella fattura del giornale. Una richiesta certamente rispettabile, ma che non esiste in natura: l’editore fa l’editore, sceglie un direttore che risponde della linea politica e dei contenuti del giornale, il rapporto tra le due figure è fiduciario, quando la fiducia viene meno l’editore sceglie un altro direttore. Tutto qui, così si fa in Italia, in altre realtà (Corea del Nord?) è l’editore stesso a dettare linea politica e contenuti.” Insinuazioni pesanti che meglio vengono esplicitate nel corso dello scritto: “Sapevo, e con me i colleghi che hanno firmato gli articoli, che raccontando le inchieste giudiziarie delle ultime settimane, che scrivendo dei rapporti tra la mafia e la politica, non limitandoci al doveroso applauso verso le forze dell’ordine e i magistrati, ma raccontando anche i retroscena più inquietanti di quella zona grigia che è il vero capitale sociale della ‘ndrangheta, avremmo pagato dei prezzi altissimi… Sapevamo che il potere avrebbe esercitato tutte le pressioni possibili per chiedere la testa del direttore di questo giornale, per normalizzare, per avere un giornale meno impiccione che anche quando parla di mafia non lo fa riempiendo le pagine della mafia folk, quella di Osso, Mastrosso e Carcagnosso.”
Una denuncia che non manca di rabbia e voglia di reagire: “Se questa fosse una partita, da sportivo non avrei difficoltà a dire che il potere ha vinto, almeno per il momento. Uno a zero a palla al centro. Anche se sul campo i giocatori che giocano la partita giusta sono pochi in questa regione. La stampa è debole, l’opposizione inesistente, divisa com’è tra lobby e vecchi gruppi di potere. La società civile è sola, mille fermenti, moltissimi positivi, soprattutto tra i giovani, milioni di divisioni e di gelosie. Non raccontiamoci frottole, non inganniamo i lettori: hanno vinto loro, ma è solo il primo tempo della partita…”
Conclude Pollichieni, ringraziando la  redazione, quella che negli ultimi anni ha fatto crescere il giornale, aumentandone  le venditee attirando, al contempo su di l’attenzione, non solo della società civile, ma anche della stessa ‘ndrangheta, che non ha lesinato le minacce dirette a tutto il giornale o a singoli giornalisti.

Leggi l'editoriale di Pollichieni

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