Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
A proposito della liberta?? di satira e delle violente reazioni musulmane contro le vignette blasfeme sul profeta Mohammad
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Nella Condorelli

Cari colleghi di Articolo21, non sono d??accordo con l??appello lanciato da Staino e Sofri. Certo, mai come di questi tempi c??e?? bisogno di solidarieta?? e garanzie per i giornalisti: trovo inaccettabile il licenziamento dei colleghi francese e giordano deciso dagli editori, e soprattutto mi indigna moltissimo che il secondo sia stato arrestato. Quel che pero?? non mi convince e?? il ragionamento. Resto piu?? che mai convinta che il dibattito innescato da questa vicenda, compreso quel che sta succedendo tanto tra gli arabi-musulmani quanto in Occidente, da un oceano all??altro, non possa essere circoscritto solo all??ambito della pur sacrosanta difesa della liberta?? di satira, momento inalienabile della liberta?? di espressione. Mi pare infatti che l??equazione ??liberta?? di satira / simbolo  religioso?, cosi?? come se ne discute, rischi di confermare un??interpretazione semplicistica, e molto eurocentrica, dell??intera vicenda con effetti devastanti sulla reale posta in gioco: il dialogo culturale tra Occidente e Islam; il dibattito politico su stato e religione, in Occidente e nell??Islam. La pace tra i due popoli.

Sento adesso di notizie che  starebbero emergendo a proposito di una sospetta ??manipolazione? dello scandalo, denunciata da personalita?? istituzionali arabe. Inviti alla calma e condanne della violenza, considerata controproducente per la stessa causa musulmana, arrivano anche dai capi del fondamentalismo storico, a partire dagli ulema di Al-Azhar sino a Mohamed Mahdi Akef, guida suprema dei Fratelli Musulmani. La confusione e?? grande, come sempre avviene per fatti come questi, dove piu?? si va avanti e meno si capisce, tra denunce di provocazioni e manovre oscure che arrivano da tutte le parti.

Ma la questione di fondo per me non muta. Il dibattito sulle ( francamente brutte) vignette, in particolare il disegno che rappresenta il profeta Mohammad con il turbante a forma di bomba, deve riguardare esclusivamente la difesa della liberta?? di satira, o si tira dietro anche la questione dell??accoglienza e del rispetto per la cultura degli ??altri?? A Staino e a Sofri vorrei ancora dire: il rifiuto del ??senso superiore del se???che alimenta l??immaginario dei tanti occidentali schierati a favore delle politiche interventiste, compresa quella della democrazia da esportare con le armi, va bene solo di fronte ai fatti ed alle faccende militari?    

Seguendo l??escalation delle manifestazioni musulmane che tutte le televisioni stanno rilanciando, i volti esasperati, le bandiere occidentali bruciate, i negozi dei cristiani dati a fuoco a Beirut e a Damasco, nuovi morti tra israeliani e palestinesi, la protesta violenta che adesso dilaga dappertutto, come la cicca si trasforma in incendio e divora la foresta, ho pensato a tutte le volte che con i miei amici e le mie amiche musulmane ( ciascuno credente a suo modo, qualcuno praticante, tutti a favore della separazione tra leggi dello stato e dettati religiosi) abbiamo parlato di Dio e di Stato, di Occidente e di Islam, di societa?? reali e di societa?? virtuali. A tutte le volte che con loro sono entrata in una moschea, e a tutte le volte che loro sono entrati con me in una chiesa.

Quel che colpisce particolarmente loro in una chiesa cattolica, e?? la nostra rappresentazione figurata del divino diventata nei secoli un??insuperabile manifestazione d??arte. Di civilta??. Quello che colpisce me, in una moschea, e?? l??assoluta assenza della rappresentazione figurata del divino, eguale se volete a quella delle chiese protestanti, ma lontanissima da quell??austerita??tutta interna alla sensibilita?? luterana. Nel mondo arabo-musulmano, la rappresentazione del divino e del sacro ti viene incontro con i segni calligrafici che i secoli hanno trasformato in arte pura; ti incanta con gli smalti  brillanti delle maioliche, i ricami delle miniature, le stilizzazioni geometriche, le volute e i disegni dei tappeti. Proiezione di una sensibilita??che il tempo ha consolidato in arte, oltre che in cultura quotidiana. Cosi??, sono cresciute le generazioni dei musulmani, lungo quattordici secoli e mezzo,e non credo che stia in questa tradizione culturale la causa principale della condizione di inferiorita?? delle donne, tanto per fare un esempio. Il disegno incriminato si prende la liberta?? di dare un volto a chi volto non ha mai avuto, e?? vera satira?    

Nell??editoriale pubblicato su La Repubblica di ieri, sabato 4 febbraio, ??Quel Maometto in una chiesa?, lo scrittore Tahar Ben Jalloun spiega tra l??altro che: ??(?) l??Islam vieta la rappresentazione di Maometto per una ragione nobile: il profeta e?? uno spirito supremo, una vetta di spiritualita?? che trascende qualsiasi rappresentazione e che in nessun caso puo?? essere ridotta ad un??immagine, per quanto precisa. In un film del regista siriano Al Akkad, ??Il messaggero?, il profeta non e?? rappresentato ma viene mostrata l??ombra di una cammella che si presume lo stia trasportando. La presenza del profeta e?? suggerita, ma non mostrata fisicamente? . E continua, ponendosi e ponendo un??interrogativo: ?? Allora, a che scopo far divampare questo incendio? Perche?? ferire migliaia di persone nel loro credo??.

E?? un musulmano che parla, e la sua domanda, secondo me, dovrebbe farci riflettere su di noi, prima che sugli altri. Farci riflettere, noi giornaliste e giornalisti, su come oggi viene rappresentato il mondo musulmano nelle televisioni nostrane, come vengono o meglio non-vengono rappresentate le sfaccettature del prisma Islam, le sue donne e i suoi uomini, il dibattito tra stato e religione, che esiste anche dentro i movimenti fondamentalisti, le vere questioni sociali in una societa?? complessa che si e?? estesa su due continenti, il percorso tra modernita?? e tradizioni, la frustrazione degli intellettuali, l??analfabetismo che, salvo poche eccezioni, rimane quello degli anni cinquanta, costringendo all??ignoranza centinaia di milioni di persone. Forse, bisognerebbe dedicare una trasmissione al primo versetto del Corano, ??Leggi, nel nome del signore dio tuo?, facendo parlare loro, i diretti interessati, scegliendo per par condicio tra conservatori e progressisti, per capire e far capire meglio gli aspetti di questo mondo frastagliato in una e cento societa??. Le sue vere contraddizioni, le sue concrete aspirazioni. Il rapporto con il potere, con la vita e con la morte, a partire dal momento in cui l??Islam giro?? le spalle al suo rinascimento, sprofondando nelle sabbie mobili di un??eterno tempo senza tempo, funzionale solo all??interesse del colono occidentale che infatti continua ad adoperarsi con tutti i mezzi affinche??, da quelle parti, nulla cambi anche se tutto cambia. Forse, allora, smetteremmo anche di tradurre il nome Mohammad con il termine Maometto, inventato in epoca medioevale tra una crociata e l??altra, al fine di spaventare i poveri cristiani ignoranti per via dell??assonanza con nomi diavoleschi.

Per l??Europa mediterranea, area geopolitica alla quale apparteniamo, dialogare con l??Islam e?? una questione vitale. Invece, in tv passano solo incomprensioni reciproche, immagini di rabbia e di violenza, in una melassa indistinta che salda vero e apparente, reale e virtuale, costringendo al silenzio, ed all??invisibilita?? senza scampo, le ragioni pacifiche di quei musulmani che magari vorrebbero dirci la loro su di loro, e sul diritto di veder rispettata la propria cultura. Viceversa, si ritrovano costretti ancora una volta a muoversi, pallide ombre, tra fondamentalismo e superfondamentalismo come in una trama che assegna una parte a tutti, tranne che ai diretti protagonisti.

Sento adesso che l??Unione europea ha condannato, come doveva, le violenze che continuano a dilagare. Vorrei che con la stessa forza l??UE si adoperasse a promuovere concretamente il dialogo euromediterraneo. L??anno appena trascorso ha celebrato il decimo anniversario della Conferenza di Barcellona che nel 1995 inauguro?? le politiche degli europertenariati, e nel 2010 l??area di libero scambio sara?? una realta??. Ma quanti sanno di quest??appuntamento, di cosa rappresenta, e di come lo si sta preparando?

Sento che un prete italiano e?? stato assassinato in Turchia. Era di quelli che credeva nel dialogo, aveva scelto di stare in un luogo simbolo: una chiesa cattolica costruita la?? dove la tradizione vuole sia nato Abramo, padre comune alle tre religioni del Mediterraneo e dell??Occidente, ebrei, cristiani, musulmani. Piaccia o no, l??accettazione reciproca passa attraverso una conoscenza delle ??differenze? che comprende anche il sentimento religioso e la sua pratica. Negarlo oggi, in questo momento storico, per me equivale a spianare la strada a conflitti oscuri ?? in nome del santo? che non servono alla gente, alla conquista dei diritti civili, e annacquano i confini tra stato e religione, gettando nella tempesta tanto gli uni quanto le altre.    

Il profeta Mohammad non e?? Osama Bin Laden e neanche l??ayatollah Komeini, e Cristo non e?? Silvio Berlusconi come sanno Staino e Forattini.    
Letto 620 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21