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Rimpatriata in Nigeria rischia la pena di morte
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di Bruna Iacopino

Rimpatriata in Nigeria rischia la pena di morte

Arrestata e rimpatriata in tutta fretta nel suo paese rischia la pena di morte. Questa storia che poco clamore mediatico ha suscitato, (fatta salva l’edizione bolognese di Repubblica, l'agenzia Ansa e pochi altri), ha dei contorni assurdi quasi grotteschi, ancora una volta frutto della deriva securitaria della democratica Italia. Questi in breve i fatti, come sono stati ricostruiti dal legale, Alessandro Vitale, che ha reso nota la vicenda.
Faith è una ragazza nigeriana di 23 anni, in Italia è arrivata nel 2007. Dalla Nigeria, suo paese di origine è stata costretta a scappare perchè accusata di omicidio, avendo provocato la morte dell'uomo che aveva tentato di violentarla, probabilmente un ex datore di lavoro. Arrestata in Nigeria e uscita di prigione dietro cauzione lascia il paese.
A fare pressione, racconta Vitale durante un'intervista rilasciata a Radio Città del Capo, sono soprattutto i famigliari ma anche lo stesso avvocato nigeriano perché, stando a informazioni ricevute "sottobanco", avrebbero appreso che la ricca famiglia della vittima stava facendo di tutto per corrompere la giustizia locale e ottenerne la condanna a morte.
Faith arriva dunque in Italia, ma non ha il permesso di soggiorno, per la legge italiana è un’ “irregolare”. Nel corso di questi anni le vengono notificati ben due decreti di espulsione, ma lei continua a rimanere nel capoluogo emiliano dove riesce anche a costruirsi una vita. Ha un compagno, e lo scorso anno aveva anche trovato un lavoro regolare che le aveva consentito di fare richiesta di permesso di soggiorno.
Un permesso mai arrivato. Qualche settimana fa l’epilogo della tragedia. Un suo connazionale tenta di usarle violenza mentre sta in casa. I vicini allarmati dalle urla chiamano i carabinieri, che arrivati sul posto, dopo aver constatato che il tentativo di violenza c’era stato, non solo arrestano lui, ma portano via anche lei a causa di quei due decreti di espulsione non ottemperati. Faith finisce nel Cie di Bologna dove il decreto di espuslsione diventa effettivo. Il 20 luglio viene prelevata dal Cie e ieri, stando a quanto racconta l’avvocato Vitale, si trovava già in Nigeria. Rimpatriata. Questo nonostante la richiesta d’asilo presentata dallo stesso avvocato e la domanda di sospensiva presentata al giudice di pace per motivi di giustizia.
In Nigeria, sottolinea l’avvocato, Faith rischia la pena di morte per impiccagione. Secondo le ultime notizie ricevute dal compagno, la ragazza è già stata tratta in arresto. 'L'unica cosa che possiamo fare-  conclude senza molta speranza l’avvocato-  non appena l'arresto della donna sara' ufficializzato, e' appellarci allo Stato italiano perche' intervenga, oppure a un'associazione internazionale come Amnesty International…'
Mai la macchina dei respingimenti è stata così celere ed efficace, non c’è che dire. Un vero successo per il Ministro Maroni che proprio in questi giorni ha firmato, coincidenza, con la Nigeria un nuovo patto bilaterale di contrasto all’immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani e che vedrà la presenza attiva della polizia nigeriana nei nostri aeroporti internazionali, nei porti e in alcune città.

Ascolta la testimonianza del fidanzato raccolta oggi da Radio Cità del Capo

Ascolta il racconto dell'avvocato Alessandro Vitale da Radio Città del Capo

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