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Articolo 21 - Editoriali
Il Medioevo, due anni dopo
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di Carlo Flamigni - Maurizio Mori

da L'Unità

Per una coincidenza che in passato avrebbe fatto riflettere a lungo, a due anni esatti di distanza dallâ??entrata in vigore della legge 40/2004 che regola la procreazione medicalmente assistita e altri aspetti della ricerca biomedica, è morto Luca Coscioni, che ha fatto della sua vita e del suo corpo il vessillo per la libertà di ricerca scientifica. Altrimenti, per quanto ci consta, del secondo anniversario se nâ??è ricordato solo Massimo D'Alema, che si è impegnato a sollecitare una revisione della legge dopo le prossime elezioni. Gli ha risposto Pier Ferdinando Casini, che riesce a dimostrare laicità e buon senso solo quando non è coinvolto il Vaticano, e che pertanto, in questa circostanza, ha dovuto opporre un fiero diniego.
C'è stato anche, qualche giorno fa, unâ??intervista di Girolamo Sirchia, che ha sostanzialmente dichiarato le seguenti cose: la legge funziona, anche se le Regioni non sono debitamente intervenute e mancano pertanto le necessarie garanzie sui centri (detto altrimenti: tutto è rimasto come prima quanto al controllo sanitario!); qualche sventurato va certamente all'estero (soprattutto in Turchia) ma si tratta di poca cosa (tanto che si dovrebbe pensare a perseguire chi organizza i nuovi «viaggi della speranza»!); la vetrificazione degli oociti ha cambiato il quadro clinico e sperimentale, per cui non c'è più nessuna ragione di tornare al passato; al Milano tutto è pronto per accogliere i 300 embrioni congelati e abbandonati, ed è un peccato che non siano ancora arrivati; intanto è cominciata un'esperienza su embrioni non umani per capire quanto tempo possono sopravvivere al freddo.
Data la fonte (il quotidiano Avvenire), è poco probabile che le parole dell'ex ministro siano state fraintese, per cui non ci resta che rilevare i numerosi difetti: sono scorrette, sconsiderate e, ci scusi Sirchia, anche un po' ridicole. Trattandosi di un argomento molto serio e grave, era necessaria maggiore competenza e maggiore prudenza.
Vediamo brevemente le cose successe in questi ultimi due anni e fare il punto della situazione. L'aspetto più grave è il «turismo dei diritti», che induce centianaia di coppie italiane a frequentare centri europei (soprattutto belgi, spagnoli e svizzeti) per ottenere donazioni di gameti e poter eseguire le indagine genetiche preimpiantatorie sugli embrioni. Diverse centinaia di coppie, forse migliaia - e non pochi sventurati. E va detto anche che molte coppie che non possono permettersi i costi più elevati dell'Europa tecnicamente più avanzata, se ne vanno nell'Europa povera, che i prezzi li tiene più bassi, come più basse mantiene anche le garanzie sul piano sanitario. Quello del «turismo dei diritti» non è solo una questione di giustizia, ma anche un problema sociale di grande rilievo.
Un ex-ministro come Sirchia, responsabile come pochi altri dell'approvazione della legge 40, dovrebbe parlarne con maggiore conoscenza dei fatti, che forse indurrebbe qualche cautela in più e minore ideologia. All'estero vanno molte copie che hanno capito che per loro le probabilità di successo in Italia sono notevolmente diminuite da due anni in qua: sono i casi di sterilità maschile più severi e quelli di sterilità di coppia dipendenti da un'età non più giovanissima della donna, ai quali si aggiungono quelli delle coppie che dei laboratori italiani non si fidano più per via delle leggi alle quali devono sottostare.
Siamo molto dispiaciuti per il mancato arrivo dei 300 embrioni a Milano, anche se non abbiamo capito se si tratta di una specie di sciopero bianco degli interessati o dei un banale ritardo ferroviario. Siamo invece un po' sconcertati per la ricerca intrapresa nella sede stessa del grande frigorifero/tomba sulla sopravvivenza degli embrioni di altri mammiferi al freddo. Qui vorremmo veramente un chiarimento: c'è veramente qualcuno che immagina che sia possibile riferire i risultati sperimentali relativi al topo o al coniglio alla nostra specie? In altri termini, se gli embrioni di topo sopravvivono al massimo 15 anni, dopo 15 anni e un giorno saremmo autorizzati a distruggere tutti gli embrioni umani congelati? Non sarebbe meglio, visto che nessun ricercatore serio applicherebbe mai all'uomo i risultati di una sperimentazione animale, affidarsi a uno straccio di principio di precauzione? Non lo diciamo per noi, siamo entrambi assai poco interessati al problema, ma dopo tutte queste chiacchiere sul'embrione come uno di noi... Ed è bene ricordare che se la sperimentazione comincia oggi (2006), i primi dati saranno disponibili solo tra più di 15 anni (dopo il 2021), visto che sappiamo con certezza che almeno tanto possono sopravvivere i nostri embrioni. Immaginiamo che in questo modo ha giustificato l'assegnazione di un sostanzioso gruzzolo «a scopo di ricerca» al frigorifero/cimitero di Milano.
La battuta più spiritosa, però, è quella che Sirchia riserva alla vitrificazione degli oociti, che sembra averlo impressionato molto. In realtà la vitrificazione è una forma di congelamento, diversa solo per le modalità tecniche. Il problema è che con questa tecnica sono stati ottenuti in letteratura una decina di successi in circa 10 anni. Col congelamento tradizionale di oociti i successi erano quasi 300 e malgrado ciò molti lo considerano ancora una tecnica sperimentale. Inoltre, in Italia centri che sappiano congelare oociti che ne sono sì o no 4 o 5, mentre centri che sapevano congelare embrioni ce n'erano più di 50. Niente da fare, caro ex-ministro, continuano a mancare all'appello, a causa della legge 40, un bel numero di gravidanze: siamo costretti a deluderla, la legge non funziona proprio!
Il fatto che le Regioni non abbiano provveduto ad emanare le norme per garantire la qualità dei centri implica che il «Far West procreativo» - almeno in teoria - persiste malgrado la legge.
Ciò vuol dire, ci corregga Sirchia se sbagliamo, che la legge è servita solo per fregare le coppie sterili, mortificare la ricerca scientifica e fare un piacere al Vaticano - esattamente quanto abbiamo cercato di dire invano per molto tempo. � invece nuovo e interessante il timore dell'ex-ministro di una possibile nuova formulazione delle Linee-guida, che - in caso di vittoria elettorare del centro-sinistra- intervenga a snaturare la legge 40 in modo sostanziale.
Nel corso delle udienze conoscitive delle commissioni parlamentari si era molto parlato delle possibile «passerelle di fuga» che le Linee-guida avrebbero potuto fornire per salvare le terapie della sterilità e la ricerca sulle cellule staminali, facendole uscire dall'ignobile situazione creata dalla legge 40.
A questo proposito dobbiamo proprio ringraziare l'ex ministro: facciamo nostre le sue paure, trasformandole in altrettante speranze che consegnamo a Massimo D'Alema (e a Piero Fassino, Giuliano Amato e a tutte le persone di buona volontà) perché le traducano in realtà.

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