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Articolo 21 - Editoriali
Lettera aperta a Petruccioli: la questione (Rai) settentrionale
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di redazione

Una lettera aperta di 25 pagine sulla â??questione settentrionaleâ? del servizio pubblico radiotelevisivo è stata indirizzata al presidente Petruccioli, al Consiglio di Amministrazione e al Direttore Generale della Rai da quaranta dirigenti, giornalisti e registi della Rai di Milano.
Nella lettera, pur apprezzando le grandissime qualità professionali dei colleghi e dei vertici di Viale Mazzini e di Saxa Rubra, si critica quella che viene giudicata una rappresentazione insufficiente e inadeguata, nel palinsesto Rai, di tutta la realtà del Nord del paese, nei suoi aspetti economici, sociali, culturali, di costume e si segnala la crescente insoddisfazione di gran parte del pubblico di queste regioni nei confronti dellâ??informazione e dei programmi a diffusione nazionale che sono quasi esclusivamente pensati, diretti e gestiti a Roma dai vertici di reti e testate, senza alcun coinvolgimento creativo né alcuna autonomia produttiva delle sedi e dei centri di produzione delle regioni settentrionali.
I quaranta firmatari affermano che è urgente, anche per impedire unâ??emorragia di ascolti , soprattutto dei giovani e dei ceti più scolarizzati, una profonda riforma dellâ??assetto organizzativo e strutturale complessivo della Rai e una nuova strategia editoriale che veda come protagoniste anche le risorse professionali delle sedi del Nord, poiché â?? affermano-  oggi la Rai utilizza  Milano  e Torino solo come fabbriche periferiche prive di qualunque possibilità di proposta e di produzione autonoma, mentre le altre sedi del nord sono ridotte a comunicare solo coi propri territori, in programmi a diffusione locale, senza mai potersi affacciare ai palinsesti nazionali.
Da questo scaturisce una rappresentazione limitata e parziale, in un ottica solo romanocentrica, della realtà del paese, che oscura e ignora la complessità delle profondissime trasformazioni che in ogni settore della vita sociale hanno origine proprio al Nord, per poi diffondersi a tutta lâ??Italia. A nulla è servito neppure il trasferimento solo nominale di Rai Due a Milano, sostengono i 40, perché la rete è rimasta nei fatti a Roma e non è stata capace di costruire una efficace e continuativa sinergia con autori, artisti, registi, musicisti, scrittori, laboratori creativi, case di produzione indipendenti, istituzioni culturali, mondo dello scienza, della ricerca e dello spettacolo delle regioni del Nord.
Anche la rappresentazione dellâ??immaginario, in questo contesto, appare tutta accentrata su Roma ed emargina troppo spesso autori, culture, professionalità, talenti del Nord dalla produzione di fiction, racconti televisivi, talk show, documentari, inchieste, nuovi formati radiotelevisivi che descrivono invece quasi soltanto ambienti, atmosfere, storie, personaggi, vicende tipici di un Italia solo mediterranea.
Fra le proposte, il radicamento al Nord di Rai Due e la sua trasformazione in una rete pubblica a vocazione europea; la riapertura della Direzione di Sede di Milano chiusa ormai da quindici anni; una riforma editoriale e strutturale che collochi a Milano, Torino e nelle sedi del Nord snodi decisivi ed edizioni specifiche dei telegiornali nazionali, come anche nuclei ideativi e produttivi per tutte le reti, anche radiofoniche; la costituzione del Mi-Lab, un laboratorio milanese per lâ??innovazione dei linguaggi e dei format televisivi; la collocazione al Nord di un polo per la produzione interna di fiction dal vero; una presenza decentrata di Rai Cinema a Milano, Torino e Venezia.

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