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Articolo 21 - Editoriali
Ancora scontri a Parigi. Per sabato previste nuove manifestazioni contro il Cpe. Il risveglio del dionisiaco
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di Martina De Fabrizio

Altri scontri hanno segnato la notte parigina di venerdì 17 marzo. Gli incidenti tra gli studenti e la polizia non fanno che prospettare una ancor più dura giornata per sabato, laddove è in programma unâ??altra manifestazione contro il precariato.

Fino ad oggi, duecentocinquantamila giovani, secondo la polizia (almeno il doppio secondo gli organizzatori), sono scesi in piazza in tutta la Francia per chiedere l'abrogazione del contestato Cpe. Il provvedimento, destinato ai giovani sotto i 26 anni, consente il licenziamento senza giusta causa nei primi due anni di impiego. Il Cpe è stato fortemente voluto dal primo ministro Villepin per combattere la disoccupazione, che in Francia è al 9,6 per cento e al 23 per cento tra i giovani, con punte del 50 per cento nelle zone più degradate del Paese. Secondo il governo francese l'aumento della flessibilità incoraggerà le aziende a nuove assunzioni mentre i sindacati e gli studenti criticano l'assoluta arbitrarietà concessa ai datori di lavoro.

A poco è servita la dichiarazione dell'ex ministro degli Esteri che, forte del sostegno del presidente Jacques Chirac, ha offerto agli studenti la possibilità di operare alcune riforme ma ha confermato la sua intenzione di difendere nel complesso il provvedimento.

Il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, socialista, ha preso le difese degli universitari e ha chiesto alla polizia di evitare le cariche. "Sono molto preoccupato", ha detto. "Il movimento studentesco manifesta pacificamente. La scelta di metodi violenti non contribuirà a riavviare il necessario dialogo con i ragazzi del nostro Paese".

Ma tra studenti arrestati ed agenti feriti, la Sorbona resta ormai da una settimana lâ??epicentro della scossa tellurica che sta agitando la Francia intera. Teatro delle manifestazioni del maggio 1968, la sede centrale dellâ??Università di Parigi è stata occupata nel fine settimana scorso. Dimostrazioni di protesta si sono registrate in un'ottatina di città diverse di cui le più consistenti si sono svolte a Marsiglia, Bordeaux, Limoges, Grenoble e Le Havre. Violenze sono state segnalate pure a Rennes, Nancy, Nantes, Montpellier e Tolosa.

Il Quartiere Latino, da calmo crocevia di fast food greci e jazz club per turisti è diventato campo di battaglia, con auto e cassonetti rovesciati e dati alle fiamme e lancio di molotov con gli agenti che hanno risposto con idranti e lacrimogeni.

Ora l'appuntamento dei contestatori è per sabato: sono in programma nuove manifestazioni nazionali contro il Cpe e l'Unep, il potente sindacato studentesco di sinistra, ha promesso una mobilitazione senza precedenti.

La protesta resta forte anche negli altri atenei. Scioperi e sit-in sono in corso in due terzi delle 84 università francesi, a detta degli studenti per la precisione in almeno 64. In 21 le attività didattiche sono completamente paralizzate, e in 37 si registrano forti problemi.

Una questione si impone: esiste una connessione tra le barricate degli studenti e le auto bruciate delle banlieu? Tra molotov del centro e molotov della periferia?

Forse che un ciclico risveglio della violenza sia fisiologico? Forse che la ordinatissima e â??apollineaâ? Francia dei Grand Boulevards e delle Place Concorde sia destinata ad un periodico risveglio della parte oscura? Forse che il troppo controllo non produca altro che uno scatenarsi dei sensi?

Un bisogno folle di assembramento e di unione, seppure nel disordine e nella violenza, sembra aver preso il sopravvento sui quieti spiriti francesi, troppo a lungo assopiti in una gestione della cosa pubblica sin troppo funzionale. Uno Stato forte e padrone, ordinato e preciso, sembra aver prodotto il suo figlio malato. La Francia assiste impotente al suo ciclico risveglio del â??dionisiacoâ?.

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