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Articolo 21 - Editoriali
MEDIASET - Una risorsa, ma per chi?
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di da Il Riformista

Siccome anche il Riformista era stato invitato insieme ad altri quattro giornali avversi o comunque non schierati con Silvio Berlusconi, la tempesta mediatica ci ha (sia pur per meno di unâ??ora) coinvolto. Lâ??idea è nata nella fertile mente del Cavaliere. Visto che Romano Prodi aveva rifiutato il confronto su Mediaset, la trovata era contrapporre al premier un parterre a lui non favorevole. «Berlusconi contro tutti». Tutti chi? Dei giornalisti. Dunque una conferenza stampa, non un vero contraddittorio politico. Come ha rilevato il cdr di Canale 5, la rete che avrebbe messo in onda lo spottone. La condizione era che non venissero violate le regole della par condicio. Il Cavaliere sosteneva di aver ottenuto il via libera dellâ??Autorità. La quale è caduta dalle nuvole e ha spiegato che le regole sarebbero state violate. A quel punto, non câ??erano più le condizioni. E per noi giornalisti non câ??era altro da fare. Nessuno voleva prestarsi a fare «lâ??utile idiota», come ha dichiarato Gabriele Polo direttore del manifesto, alle agenzie. «Improponibile», lo ha giudicato Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, invitato anche lui. Entrambi, insieme al direttore dellâ??Unità, Antonio Padellaro, e a quello di Europa, Stefano Menichini, hanno lanciato un appello a tutti i giornalisti a non partecipare. Ma non câ??era più nulla a cui partecipare.
Il tentato blitz ha scatenato un nuovo putiferio, che ha coinvolto "Matrix" (dove non si sono recati Fassino e Rutelli). E il suo conduttore, nonché direttore editoriale di Canale 5, Enrico Mentana, il quale non era stato avvisato. «Chi se ne frega», avrebbe detto Fedele Confalonieri. Insomma, uno psicodramma mediatico-politico in piena regola (anche un poâ?? finanziario visto che ieri Mediaset è andata bene in borsa). Frutto del clima di queste elezioni, ma non solo. Frutto del conflitto di interessi, dice il centrosinistra, in base al quale Berlusconi ha cercato di usare la tv di proprietà della sua famiglia come ha scritto la Reuters. E ancora, frutto di un intreccio perverso tra politica e media che rende sempre più difficile a chi fa informazione esercitare il suo mestiere. Quando tutte le barriere sono saltate, il rispetto delle regole diventa unâ??impresa immane. Quel che è accaduto ieri fa male a tutti. A noi giornalisti, ai politici, fa male anche a Mediaset (quotazioni di borsa a parte) considerata «una risorsa del paese», come dice lâ??opposizione, a condizione che non sia considerata dal suo azionista di riferimento una risorsa personale. Per essere chiari, noi non saremmo dâ??accordo con chiunque accarezzasse idee punitive, né siamo dâ??accordo con sussurri e grida attorno al boicottaggio di Mediaset. Ma sta ai suoi manager difendere la credibilità dellâ??azienda per la quale lavorano. Unâ??altra brutta pagina di questa pessima campagna elettorale.
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