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Articolo 21 - Editoriali
LA SITUAZIONE A LA 7 - Siamo tutti sulla stessa barca
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di Alba Verrà

Sono una persona che lavora nel telegiornale  di la7 e approfitto di questo nuovo spazio per uno scambio sul tema dell?? informazione tv.
Diciamoci la verità: manipolazioni e censure, notizie gonfiate ad arte e notizie affossate, giornalisti embedded e giornalisti fatti fuori: in questi ultimi cinque anni è accaduto di tutto dovunque. Rai, mediaset e la sette. Più o meno, con alcune differenze, tutti i tg nazionali hanno come cambiato pelle e si sono di fatto uniformati, piegati alle stesse logiche, a uno stesso obiettivo: non disturbare il manovratore.
Non parliamo del capitolo politica, dei pastoni, dei panini, dello spazio dato a prodi o a fassino, di quello dispensato a la loggia o a bondi, sorvoliamo sul capitolo guerra e pace, sull?? irak e gli stati uniti, sui processi eccellenti abbandonati dalle tivvu. Voliamo bassi, sul tran tran quotidiano delle notizie, la routine, la minestra che alla fine passa tutti i giorni sul televisore all?? ora di pranzo e all?? ora di cena e che entra nel ??palato? degli italiani (per non dire degli  approfondimenti, confinati strategicamente tutti - rai mediaset e la sette- nel cuore della notte).
Allarmi su fantomatici anarchici insurrezionalisti (ne avete mai conosciuto uno?) hanno soppiantato le inchieste sull?? usura, cigni in apertura dei telegiornali per dimenticare che le scorte di gas sono a secco, fatti di criminalità usati alla bisogna (se i criminali sono immigrati, allora vale un titolo, anche l??apertura, sennò un servizio a tirar via).
In questi anni si è però affermato un nuovo genere di giornalismo tv: il gossip, la cronaca rosa, il sondaggio del sondaggio, gli italiani preferiscono la doccia o il bagno, la moda dei calzoni alla zuava e delle beauty farm, l??mp3 o l??i-pod, le Maldive o mauritius?.. Mischiando alla fine realtà e fantasia.
Ve ne dico una. Proprio mentre scrivo nella mia redazione è in corso una ristrutturazione diciamo così un po?? ??creativa? che prevede l??annessione della redazione spettacoli e moda  a quella della cronaca. Si chiamerà redazione ??Life?. Tanto, dicono, ormai è un po?? la stessa cosa. E?? vero?Cronaca &spettacolo, morti ammazzati & balletti cubani, il processo parmalat &i baci di san valentino, provenzano & sanremo, il bottino di fiorani & i bottoni di armani. Tutto nello stesso calderone. E?? giusto! Segno dei tempi!
E?? successo, secondo me, che senza accorgersene (oppure accorgendosene) alla fine la televisione ha abdicato al suo dover essere, alla sua vocazione:  quella di raccontare con immagini e facce vere quello che succede, da nord a sud, quello che si agita, quello che si muove, i giovani, i vecchi, l??ambiente, la vita con le sue contraddizioni, luci e ombre, ricchezze e miserie, punti di eccellenza e crisi, le nuove insicurezze.
Invece no. Dai tg, insieme alle inchieste (genere ormai obsoleto) sono scomparsi: i banchi dei mercati, le scuole, le storie della gente comune (se non per qualche fatto di cronaca truculento), gli abusi edilizi, le facce degli operai, dei pensionati, dei più deboli. Sono scomparsi i problemi. Nel 2005  tutti insieme hanno scioperato i rettori di tutti gli atenei italiani. Non era mai successo prima. Forse meritavano un servizio? macchè. Manco su la7, non crediate?
Hanno scioperato i ricercatori italiani, si sono messi con i camici bianchi per protesta a pulire i vetri delle auto ai semafori. Li avete visti voi?
E?? come se alla fine ??bla bla bla bla? in questi anni avessimo  raccontato un paese che non c??è.
Degli anziani non c??è traccia. Degli immigrati si parla solo per via degli ??sbarchi? e del pericolo terrorismo. Le loro storie, spesso drammatiche e magari giornalisticamente interessanti, non passano.
Un esempio di questi giorni: quel che sta accadendo alle poste, con code infernali, file davvero da  terzo mondo, gente che si accampa di notte fuori dagli uffici per poter prendere il famigerato modulo necessario alla regolarizzazione. Modulo che spesso non c??è, non si trova. Non vi pare che su un fatto così varrebbe la pena di muovere qualche telecamera?
E?? tutto un paese, il suo vivere quotidiano, il suo arrabattarsi per arrivare alla fine del mese, il suo tirare la carretta ad essere stato censurato in questi anni.
Coperto. Nascosto. Negato. Rai mediaset e lasette. Tutti sulla stessa barca.
Della mafia non si parla più, da tempo ormai è andata fuori corso (anche se non risulta sia finita). Non si parla dell?? inchiesta su Calipari. Dei problemi del lavoro, dei call center che fioriscono e sfioriscono come primule, dei ragazzini che si fanno le canne e che stanno scoprendo che conviene impasticcarsi di estasi e droghe chimiche perché con le nuove leggi si rischia di meno.
Ma si parla- e tanto- di quanto fa freddo d??inverno e quanto fa caldo d??estate, del pericolo valanghe, dei regali di natale ( cosa regalare alla tua donna? Magari un brillante da sessantamila euro. Servizi così, consigli per gli acquisti, sono andati in onda a piovere su tutte le reti rai, mediaset e la sette: nessuno escluso.)
D??estate si parla del gelato. La concorrenza tra i tg è su chi lo fa meglio, il servizio. Dov??è la notizia? Si chiede ogni tanto qualche vecchio cronista. Ma che scemo, la notizia, anzi lo scoop, è che quest anno  va il gelato al mapo. Ah!
Siamo a marzo : pronti a sfornare, uguali all?? anno prima,  i servizi sulla primavera e anche quelli sulle prossime vacanze, con le immagini finte dell?? archivio, tanto cosce e spiagge tirano sempre?.
Grande il danno fatto all?? informazione televisiva in questi anni. Nelle redazioni, era inevitabile,  hanno fatto strada  i censori i raccomandati i cerchiobottisti i prudenti i mediocri i prepotenti i signorsì i lecchini i fascisti e gli sfascisti i più realisti del re. E adesso?
Adesso, penso con un po?? di ottimismo che forse cambierà. ma dovremo rimboccarci le maniche e lavorare parecchio, ripartendo dall?? abc. tutti insieme, rai, mediaset, lasette, piccole e grandi tv. Per riportare le telecamere là dove in questi ultimi anni non sono entrate. Non sarà semplice ricominciare a far parlare il paese vero.

Qualche nota informativa sulla situazione de La 7:

Il 28 novembre 2001 un paio di mesi dopo l'affondamento (l'11 settembre ...ma guarda un po' le date)del progetto La7 messo su da colaninno e pellicioli (per intenderci la tv alternativa di Fazio, Lerner ecc.) Giuliano Ferrara scriveva sul Foglio: "La verita' su la7, eccola. Rai e mediaset non vogliono noie".
".....Lo sanno anche i bambini che Rai e Mediaset trovarono un accordo di convivenza dopo battaglie
industriali durate molti anni. C'e' una torta della pubblicita' e del pubblico  e ce la possiamo spartire in due non c'e' spazio per altri nella tv cosidetta generalista......poi c'e' la questione di La7. Finche' le cose restano come sono nessuno investira' sul serio per crare un nuovo attore nel mercato tv. e le ragioni sono chiare, ci hanno provato Colaninno e Pellicioli ....non ci provera' nessun altro (salvo mantenere quella piccola tv in una routine che puo' anche essere dignitosa) se non sara' riformato il sistema nei modi possibili dall'avvento delle nuove tecnologie (ne ha parlato Antonio Pilati sul Foglio). Intanto sara' meglio evitare bollori retorici particolarmente ridicoli. Non ci sono eroi nella storia di La 7. C'e' un po' di naturale frustrazione in chi ci lavora e molta soddisfazione economica in chi se ne è andato senza poter lavorare"

(p.s. Antonio Pilati e' l'estensore della legge
Gasparri....)

Oggi aprile 2006...
Ferrara dal 2001 ha un contratto plurimilionario con La7 (come Lerner del resto) e ultimamente ha piazzato
anche qualche amico -vedi tra gli altri Maria Giovanna Maglie- con costi lussuosi e risultati ridicoli 0,80 %
di share per un reportage in prima serata...  
La7 intanto e' diventata sempre piu' terra di pascolo per i producer illustri. Tutto viene prodotto
esternamente ormai (Magnolia in testa, non a caso Antonio Campo dall'Orto ha cominciato cone assistente
di Gori....)Chiambretti, Bignardi,  programmucci e marchette senza K e poi i programmi di "realtainement" nuova formula per fare informazione senza giornalisti (il sogno che col loro rinnovo del Cnlg la Fieg vorrebbe trasformare in realtà). Insomma spazi in palinsesto e risorse non si negano a nessuno salvo che -appunto- ai giornalisti e all'informazione.
     
Giovedi 30 marzo il cdr ha avuto comunicazione dal direttore di La7 Sport Aldo Biscardi dell'avvio del
nuovo palinsesto informativo sul canale digitale terrestre. La nuova programmazione vede una drastica riduzione di spazi, risorse e investimenti: un fatto gravissimo che mette a rischio il lavoro della redazione sportiva, prima minacciata dal tentativo di appaltare il businness Dtt a pagamento alla societa' Frenter della famiglia Biscardi, po "sfrattata" forzosamente da La7 analogica, e infine applicata senza un progetto industriale ne' un piano editoriale a "riempire"  a basso costo il canale gratuito Dtt, ed oggi confinata in spazi residuali.
Più volte il cdr ha chiesto di recuperare spazi di programmazione per lo sport sull'analogico e nell'attesa di rimodulare il palinsesto Dtt puntando ad un innalzamento degli standard qualitativi decaduti oggi ad una vera e propria tv radiofonica fatta di chiacchere in studio e dirette telefoniche. Alla grave situazione dello sport si associa quella della redazione news che ha visto negli ultimi 9 mesi la riduzione del 93, 5% di dirette, straordinarie e speciali nonostante i buoni
risultati di ascolto e di caratterizzazione per La 7.  Nonostante le ripetute richieste del sindacato e gli impegni sottoscritti davanti la Fnsi e l'Asr col verbale di incontro del novembre 2005 sul ruolo e l'indirizzo dell'informazione nell'emittente del gruppo Telecom e la proposta del cdr per rinnovare l'accordo interno siglato nel 2003 e scaduto in autunno, azienda e direzione hanno finora eluso un serio confronto avviando al contrario unilateralmente una ristrutturazione interna finalizzata a contrarre i costi, gli investimenti e a diversificare il ruolo dei giornalisti.
Dallo scorso 6 marzo è stata chiusa la sede di corrispondenza di Bruxelles, 4 capiredattori sono stati rimossi e lavorano adesso come inviati a disposizione della direzione, la redazione cultura/spettacolo è stata accorpata a quella cronaca e la redazione economica alla politica, le collaborazioni esterne sono state ridotte    
   
Al contrario i prodotti informativi di approfondimento vengono sempre più realizzati esternamente con risultati deludenti e la rete continua ad impegnare risorse  importanti su programmi con un rapporto "costo-puntata / ascolti" del tutto fallimentare, vere e proprie macchine mangia soldi, programmi acquistati esternamente da quelle stesse aziende che oggi fanno il bello e cattivo tempo in tutta la tv nazionale.
 
Questo e' il quadro oggi dell'informazione sulla televisione del gruppo Telecom, quella stessa azienda che solo poche mesi fa definiva il digitale terrestre come la tv del futuro.

In realta' l'attivita' del Dtt di La7 e' servita a fare cartello con Mediaset sul calcio a pagamento e a evitare un intervento antitrust sull'eventuale infrazione per monopolio che avrebbe colpito la societa' di berlusconi
(naturalmente non ha evitato l'idagine europea sul duopolio che regola il mercato italiano delle
frequenze.....)

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