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Articolo 21 - Editoriali
Quello strano modo di vigilare
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di Nino Rizzo Nervo

da "Europa" - 13 maggio 2004

Riassumiamo. Ã? accaduto che il Tg3 ha trasmesso martedì sera unâ??intervista nel corso della quale la vedova del maresciallo Massimiliano Bruno ha raccontato che il marito era sconvolto per il trattamento riservato ai detenuti in un carcere vicino a Nassiriya. Ã? accaduto che altri giornali (Il Messaggero e Repubblica) hanno intervistato la signora Bruno che ha confermato quel racconto aggiungendo anzi nuovi particolari.
Ã? accaduto che il colonnello Carmelo Burgio, comandante dei carabinieri paracadutisti del Tuscania, ha confermato al Corriere della sera la veridicità del racconto della signora Bruno: «Massimiliano era sconvolto per come trattavano i prigionieri? Lo credo bene, il carcere di Nassiriya era orrendo. E lui solo sa quello che può aver visto» (Corriere della sera di ieri pagina 8). Se fossimo in un paese normale, diremmo: ecco un caso in cui la stampa ha fatto il suo mestiere, che è poi un mestiere semplicissimo: dare le notizie senza preoccuparsi se possano danneggiare qualcuno (nel nostro caso il governo). Ã?quello che sta avvenendo negli Stati Uniti dove i repubblicani e lo stesso Bush non si sognano di accusare ad esempio Il New York Times o il Washington Post di aver fini politici nel denunciare con determinazione lâ??orrore delle torture.
Ma lâ??Italia purtroppo non è più un paese normale. Tutto viene letto con la lente distorta e strumentale della peggior propaganda politica. Così il governo invece di spiegare in modo convincente al paese che non aveva mai saputo, o sospettato, che nelle carceri irachene si praticasse la tortura, tenta una mossa fraudolenta e patetica puntando i riflettori su un presunto complotto mediatico e chiede le dimissioni del mite direttore del Tg3 (e perché non quelle di Ezio Mauro, di Stefano Folli e di Paolo Gambescia?). E, colto da improvviso fervore, si muove questa volta con tempestività anche il presidente della commissione parlamentare di vigilanza non per convocare ad horas il direttore (del Tg1) che, unico in Italia, non ha dato la notizia ma il direttore (del Tg3) che la notizia ha invece dato. Strano modo di vigilare quello
del senatore Petruccioli. Così prudente e riflessivo quando la Rai caccia Enzo Biagi e Michele Santoro, così equilibrato quando il direttore generale sospende la satira della Guzzanti, così istituzionale quando il ministro del tesoro fa invasione di campo, ma soprattutto così bipartisan (o monopartisan) quando la maggioranza chiede pubblici e innaturali processi.

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