di Federico Orlando
Uno psicologo ha spiegato che il labirinto è la trappola in cui si reclude l??uomo che teme di raggiungere la meta. Non è certamente il caso del centrosinistra, con questo suo estenuante gioco di repliche.
Ma potrebbe dare proprio questa sensazione ai suoi elettori, già amareggiati da una inaudita campagna elettorale, e al paese afflitto da preoccupazioni crescenti, ora alimentate anche dalla stampa straniera più autorevole: fino a qualche giorno fa erano Berlusconi e il suo governo a causare la diffidenza e anche la sfiducia dei mercati, ora rischiano di diventarlo Prodi e la maggioranza uscita dalle urne del 9 e 10 aprile. ? anche per questo che insistiamo da giorni sulla necessità che Prodi e il centrosinistra si liberino dall??ipnosi di Berlusconi, già subìta nella campagna elettorale, la smettano di rispondere alle obbiezioni dell??ex premier e dei suoi Calderoli e macchiette varie, che non hanno credito neanche nei partiti della destra desiderosi di liberarsi proprio di Berlusconi, e si decidano a riempire l??enorme spazio di due settimane che manca alla designazione del capo del governo da parte di Ciampi. O addirittura di un mese e mezzo, se l??incarico dovesse ?? malauguratamente per il paese ?? tardare fino all??elezione del nuovo presidente della repubblica.
E a proposito di repubblica, vogliamo ricordare (nessuno se ne dispiaccia) che alla sua origine c??è un atto di forza del consiglio dei ministri che conferì a De Gasperi, undici giorni dopo il referendum del 2 giugno 1946, i poteri di capo provvisorio dello stato: senza attendere l??esito del ricorso ?? ancor oggi giudicato fondatissimo da molti storici ?? col quale i giuristi dell??università di Padova impugnarono il calcolo del quorum fatto dai repubblicani e accolto dal governo. Se De Gasperi avesse atteso il giudizio della cassazione (18 giugno), avrebbe portato la tensione del paese fino alla soglia della guerra civile. Fu saggezza, anche per chi soccombette, che all??intricata vicenda interpretativa subentrassero decisioni politiche.
A differenza di De Gasperi, Prodi, per un verso, non ha nulla da interpretare, essendo il responso delle urne chiarissimo; per un altro verso, non è presidente del consiglio in carica, e, purtroppo, non ha neanche un governo ombra di cui si faccia intravedere al paese che c??è e che vigila, nei limiti della correttezza istituzionale. E però nessuno obbliga Prodi al ping pong un po?? goffo con Calderoli e quacquaraquà vari, quasi fossero la reincarnazione, sessant??anni dopo, dei giuristi di Padova.
Prodi e il centrosinistra hanno solo l??obbligo patriottico di capire che si può ripetere a loro danno, e a danno del paese, il tam tam dell??inaffidabilità internazionale.
Tale inaffidabilità è stata l??unico vero tallone d??Achille del governo Berlusconi, visto che sul piano nazionale veniva invece giudicato (o per cinismo italico o per sfiducia nell??alternativa) affidabile anche quando non manteneva le promesse e si faceva le leggi per suo comodo.
Per scongiurare che il governo nasca tardivo e con questo pregiudizio di inaffidabilità, urgono atti concreti: a cominciare dalla comunicazione al paese dell??identikit del nuovo governo e, a costo di mandare a quel paese qualche alleato irresponsabile, anche di qualche ministro. Oltre che, s??intende, delle cariche istituzionali.
Il centrosinistra ha sempre fatto l??errore di non capire ?? così come non lo capì la classe dirigente della prima repubblica arrivata al tramonto ?? quanto sia importante e doveroso dare al paese, attraverso la comunicazione, il senso di quel che si vuol fare e che si sta preparando.
Se il paese è occupato dell????eversore? di palazzo Chigi e dai suoi zuzzerelloni causidici, i vincitori del 10 aprile possono sottrarsi all??occupazione preannunciando in linea di massima le prime misure di politica economica e non solo economica del nuovo governo. Se non lo faranno, allora anche cose legittime come la ricerca di intese per le cariche istituzionali suonerebbero equivoche agli osservatori internazionali, all??opinione pubblica e alle istituzioni. Possiamo permetterci di dire fuori dai denti che non crediamo alla motivazione con la quale Eugenio Scalfari ci ha detto pietosamente in tv, il giorno di Pasqua, perché Ciampi ??non vuole? la conferma? Il centrosinistra stia dunque attento a quel che fa e a quel che non fa, perché, non facendo, rischia il bis della campagna elettorale, il labirinto: dal quale non si esce con la furbizia partitocratica, ma con decisione ??eroica? di chi è stato messo dal paese sulla linea del Piave e deve starci anche a costo di rompersi un po?? le ossa sue e dei suoi commilitoni. ? il solo modo per rianimare gli elettori del centrosinistra, per ripagare in minima parte la fiducia di chi ne ha avuta tanta, per dare una boccata d??ossigeno ai tanti italiani di centrosinistra e di centrodestra che sono stanchi del berlusconismo e vogliono tornare alla serenità.