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Articolo 21 - Editoriali
Berlusconi a casa
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di Francesco de Notaris

Aveva annunciato la discesa in campo nel 1993 l'imprenditore Berlusconi.
Nel 1994 era Presidente del Consiglio con la Lega allora di Bossi  e Miglio.
Al Governo uomini che erano stati fascisti, quelli fuori dal vecchio arco costituzionale, e che avevano radici nel ventennio mussoliniano.
Nel 1996 perde le elezioni anticipate, dopo lo sfaldamento del suo Governo mollato dalla Lega.
Nel 2001 vince ancora per responsabilità di mancate alleanze all'interno di un'area che poteva definirsi di centro sinistra e perchè troppo presto gli si era lasciato libero il campo in seguito ad errori politici ormai dietro le spalle.
Fino ad oggi ha fatto danni al Paese e bene a se stesso e ad un gruppo di suoi dipendenti esperti in affari privati.
Oggi questo signore va via e si dimette e con lui vanno a casa ministri che in gran numero si sono avvicendati ad altri precedentemente dimessisi per motivi politici o espulsi dallo stesso cavaliere perchè incapaci o dannosi a se stessi.
Il cavaliere titolare, a suo dire inconsapevole, di una tessera di affiliazione alla P2, (ed io ho il piacere di ricordare che nel 1994 nell'aula del Senato parlai ai colleghi e agli italiani dell'appartenenza del Berlusconi alla loggia di Gelli con n.di tessera e compito a lui attribuito, a quanto risultava, nel settore della comunicazione) va all'opposizione e noi tutti speriamo che si sia concluso un periodo nero della nostra storia.
In questi anni un gruppo di barbari ,quindi incolti e privi di qualità democratica, con il consenso popolare e per motivazioni complesse sempre da approfondire hanno gestito lo Stato senza tener conto del bene comune. Hanno operato "contro" e hanno diviso il Paese.
Oggi questo Berlusconi lascia, ma occorre essere attenti a sgombrare subito le macerie che lascia.
Vi è una generazione  fatta di trentenni e anche oltre che hanno pensato che la politica fosse quella proposta dal berlusconismo.
Costoro non hanno conosciuto gli aspetti virtuosi del buon governo, ma quelli virtuali dell'immagine, dell'effimero ed hanno posto al centro del proprio impegno soltanto il raggiungimento del proprio obiettivo lecito o no.
Questi giovani hanno conosciuto il lavoro nero e precario; hanno chiamato "capo" il collega con responsabilità più ampie ma pur sempre collega;hanno subito la distorsione del gusto nello spettacolo e la distorsione di antichi ideali; hanno pensato di poter ottenere sempre il successo senza percorrere la strada dell'impegno, del sacrificio, della fatica rispettosa delle idee, della persona, della dignità dell'altro.
Questo Berlusconi che ha parlato di mercato, essendo monopolista, finalmente libera la scrivania di Palazzo Chigi ed appesantito dal cerone, dalla plastica e dai capelli che non aveva nel 2001 toglie il disturbo.
Lascia a noi una pesante eredità di debiti, mal governo, e sarà ricordato come buontempone sul piano internazionale, per le gaffes, le pacche sulle spalle, il racconto di avventure e barzellette.
Se ne va Berlusconi mentre a Bagdad i nostri soldati muoiono, inviati lì a portare la democrazia non come contemplato dal diritto internazionale e dall'ONU.
Oggi non abbiamo tempo per applaudire e far festa. Nel nostro cuore certamente si e compostamente nelle piazze perchè è giusto esprimere i nostri sentimenti e la gioia.
Occorre mettersi a lavorare, La storia non aspetta. Se noi non la costruiamo nessuno lo farà al nostro posto.
Occorre ricostruire gli italiani, restituire il senso di una storia comune e di un progetto da condividere e perseguire.
C'è molto molto da fare incidendo nelle coscienze e nella formazione del cittadino ripartendo dalla scuola e restituendo spessore al sistema scolastico ed universitario.
Il grande tema del lavoro, della sua dignità, del rispetto che ognuno ad ogni livello deve avere per l'altro e per il suo lavoro va ripreso all'interno della problematica sui diritti dell'uomo.
Sonoconvinto che bisogna ricucire i rapporti tra le persone, tra chi governa e chi è governato, tra chi offre un servizio e chi se ne serve e a sua volta rappresenta un altro tassello della società.
Ricordo da ragazzo l'apologo di Menenio Agrippa. Ogni arto, ogni organo è parte di un tutto, nella autonomia che gli è propria che non può prescindere dal tutto.
Oggi tutti gli italiani anche quanti lo hanno votato ricevono un beneficio dal fatto che il cavaliere torna ad Arcore o comunque non governa.
Berlusconi all'opposizione ci dice che non abbandonerà la politica e sarà vigile e quindi minaccia.
Siamo noi tutti chiamati ad essere operatori della novità della politica e nella politica.
I nostri leaders sono chiamati a tener fede al programma di governo e nello stesso tempo a cancellare il peggio prodotto dall'esecutivo che oggi va a casa e a irrobustire i Partiti della coalizione aprendoli al dialogo con i cittadini, le pubbliche Amministrazioni, i mondi vitali del nostro Paese.
Non tornino più i Berlusconi e quelli come lui.
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