Articolo 21 - Editoriali
QualitĂ Tv: in questi anni le scelte sono state solo frutto della cultura del mercato e del profitto
di Elio Matarazzo*
Lâ??On Giuseppe Giulietti nellâ??articolo pubblicato dallâ??UnitĂ il 30/04/2006 scrive sulle TV e centra il problema sostenendo che il nodo principale è la produzione dei contenuti, gli autori che pensano, lâ??organizzazione delle televisioni che realizzano e mandano in onda i programmi. La qualitĂ del prodotto legata soprattutto alla possibilitĂ di lasciare liberi gli autori di pensare e sperimentare nuovi linguaggi, nuovi contenuti, da proporre al grande pubblico che ci aiuti a riflettere anche divertendo.
Le scelte di questi ultimi anni sono state sviluppate essenzialmente alla sola cultura del mercato e del profitto, realizzato in questo settore da un solo soggetto: Mediaset. Gli autori, i giornalisti allontanati o mortificati nella loro professione devono tornate a lavorare, poichÊ hanno dimostrato di aver realizzato un prodotto sicuramente migliore di quello proposto in questi ultimi anni. A mio giudizio, è stato questa la loro colpa, non essere funzionali alla cultura e alla politica che stava occupando tutti i centri decisionali della produzione dei contenuti.
Nella RAI, quindi, occorre cambiare le persone che negli ultimi anni sono state funzionali a queste scelte, che le hanno condivise e sostenute e non si può essere â??buoni per tutte le stagioniâ? e riconvertiti improvvisamente ad altre scelte culturali; i loro incarichi li hanno avuti in quanto fedeli ai partiti del centro destra e non per la loro manifesta professionalitĂ , come i risultati sulla qualitĂ del prodotto TV ci dimostrano.
Ha ragione lâ??On. Giulietti, i politici, tutti, di destra e di sinistra, facciano un passo indietro, nella scelta di chi produce i contenuti, chi li deve realizzare e mandare in onda, si devono raccontare tutte le culture e le sensibilitĂ presenti nella nostra societĂ , con unâ??attenzione allâ??Europa e al mondo nellâ??era della comunicazione globalizzata.
Accettare la sfida del digitale, sviluppare le condizioni per far crescere la creativitĂ , avere delle storie da raccontare: produrre contenuti.
Lâ?? innovazione tecnologica del digitale impone un nuovo sviluppo industriale la ricerca, l'innovazione, avviene per contaminazione, mettendo in comunicazione interattiva chi pensa nuove macchine, chi le costruisce, chi le usa, con chi realizza beni immateriali, educativi, d'informazione d'intrattenimento proponendo nuovi sistemi e nuova organizzazione del lavoro. La "fertilizzazione" delle innovazioni tecnologiche per le comunicazioni multimediali, può avvenire attraverso la circolaritĂ delle risorse immateriali, come la conoscenza, l'informazione, la creativitĂ , la ricerca scientifica e tecnologica, realizzando la maggiore diffusione dei saperi e le possibilitĂ dâ??applicazione ideatavi e produttivi e di Architetture Comunicative.
Una sfida per dimostrare di saper voltare pagina per continuare a raccontare storie, sogni, contenuti nei nuovi linguaggi da applicare a tutte le innovazioni multimediali.
Le scelte di questi ultimi anni sono state sviluppate essenzialmente alla sola cultura del mercato e del profitto, realizzato in questo settore da un solo soggetto: Mediaset. Gli autori, i giornalisti allontanati o mortificati nella loro professione devono tornate a lavorare, poichÊ hanno dimostrato di aver realizzato un prodotto sicuramente migliore di quello proposto in questi ultimi anni. A mio giudizio, è stato questa la loro colpa, non essere funzionali alla cultura e alla politica che stava occupando tutti i centri decisionali della produzione dei contenuti.
Nella RAI, quindi, occorre cambiare le persone che negli ultimi anni sono state funzionali a queste scelte, che le hanno condivise e sostenute e non si può essere â??buoni per tutte le stagioniâ? e riconvertiti improvvisamente ad altre scelte culturali; i loro incarichi li hanno avuti in quanto fedeli ai partiti del centro destra e non per la loro manifesta professionalitĂ , come i risultati sulla qualitĂ del prodotto TV ci dimostrano.
Ha ragione lâ??On. Giulietti, i politici, tutti, di destra e di sinistra, facciano un passo indietro, nella scelta di chi produce i contenuti, chi li deve realizzare e mandare in onda, si devono raccontare tutte le culture e le sensibilitĂ presenti nella nostra societĂ , con unâ??attenzione allâ??Europa e al mondo nellâ??era della comunicazione globalizzata.
Accettare la sfida del digitale, sviluppare le condizioni per far crescere la creativitĂ , avere delle storie da raccontare: produrre contenuti.
Lâ?? innovazione tecnologica del digitale impone un nuovo sviluppo industriale la ricerca, l'innovazione, avviene per contaminazione, mettendo in comunicazione interattiva chi pensa nuove macchine, chi le costruisce, chi le usa, con chi realizza beni immateriali, educativi, d'informazione d'intrattenimento proponendo nuovi sistemi e nuova organizzazione del lavoro. La "fertilizzazione" delle innovazioni tecnologiche per le comunicazioni multimediali, può avvenire attraverso la circolaritĂ delle risorse immateriali, come la conoscenza, l'informazione, la creativitĂ , la ricerca scientifica e tecnologica, realizzando la maggiore diffusione dei saperi e le possibilitĂ dâ??applicazione ideatavi e produttivi e di Architetture Comunicative.
Una sfida per dimostrare di saper voltare pagina per continuare a raccontare storie, sogni, contenuti nei nuovi linguaggi da applicare a tutte le innovazioni multimediali.
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