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Articolo 21 - Editoriali
Il diritto alla concorrenza delle idee. Un libro di Alessandro Currò
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di Francesco Devescovi

Il libro di Alessandro Currò (â??Il diritto alla concorrenza delle ideeâ?, Cedam) è un approfondito studio giuridico sui fondamentali temi della società moderna: le libertà, la democrazia, il progresso, nellâ??ambito della società dellâ??informazione. Il diritto allâ??informazione è visto dallâ??Autore come lo strumento decisivo per la formazione della cosiddetta opinione pubblica, fattore fondante della democrazia e della convivenza civile. Avere la possibilità di essere informati è lo strumento necessario per la conoscenza, grazie alla quale lâ??uomo cresce come essere sociale così come cresce e si sviluppa lâ??intera società. Non a caso sono proprio le società più libere ad essere anche le più ricche: il benessere economico e la democrazia hanno sempre camminato di pari passo, lâ??uno si integra nellâ??altra, mentre è impossibile concepire che una società possa progredire in mancanza delle libertà e della democrazia.

Le libertà di manifestazione del pensiero vengono considerate, tale è la loro importanza, quasi una sorta di diritto naturale. Ma sarebbe assurdo pensare che si possa essere in questo campo autosufficienti, che non si abbia invece bisogno di una disciplina particolare e, nel contempo, di specifici organi di controllo che verifichino il grado delle libertà e ne innalzino il livello. Si nasce liberi, ma poi lo si è nella misura in cui vi sono le condizioni esterne per esserlo veramente. In questo quadro le libertà e la democrazia vanno considerate come un continuo e costante processo di avanzamento, che la società e la politica devono quotidianamente conquistare. Questo vale soprattutto oggi con lâ??affermazione di un grande mercato della comunicazione. Ed il mercato, come sappiamo, ha bisogno di essere adeguatamente disciplinato per mantenere alto il livello della concorrenza e per evitare che si affermino le tendenze negative, come la formazione di monopoli o di oligopoli, come la sopraffazione del più forte economicamente sul più debole, tendenze che possono contrarre gli spazi delle libertà.

Non a caso nel campo della comunicazione si tende a favorire la concorrenza delle idee, e si punta a punire non solo lâ??abuso di posizione dominante, come avviene in tutti i settori economici, ma la situazione dominante in quanto tale, essendo considerata la premessa per la contrazione delle libertà. E proprio per favorire lâ??affermazione del pluralismo delle idee, si afferma in Europa il servizio pubblico radiotelevisivo. Su questo, lâ??Autore si sofferma in modo particolare, consapevole di quanto sia delicata la scelta di coniugare la qualità della programmazione, il pluralismo dellâ??informazione con un forte ancoraggio alle regole economico-aziendali del mercato: lâ??essere impresa senza snaturare la sua missione fondante di servizio è la vera scommessa per avere un vero e moderno servizio pubblico.

Currò sostiene che â??la grande sfida è quella di cercare di creare un sistema in grado di permettere ai cittadini di essere informati, in grado di informarsi e soprattutto essere formati per poterlo fare. Solo in questo modo il mercato selezionerà le idee migliori e i cittadini potranno sceglierle e così beneficiare del massimo progresso possibile in quel determinato momento. Realizzare tutto ciò è forse unâ??utopia, ma perseguirlo come modello ideale è senzâ??altro un obiettivo possibile e doverosoâ?.

Non è in linea con questi obiettivi, la legge Gasparri, alla quale lâ??Autore dedica pagine di analisi e critiche. Il SIC( sistema integrato delle comunicazioni), ad esempio, non viene giudicato pertinente a misurare il livello di concentrazione, specie per la raccolta pubblicitaria, mentre il â??mercato rilevante per stabilire una posizione dominante, dovrebbe essere limitata alla produzione e distribuzione radiotelevisivaâ?.

Il libro è un classico manuale giuridico, scritto da chi maneggia con padronanza la dottrina giuridica. Ma è anche un saggio che si legge con piacere e che offre nuovi orizzonti di analisi per chi opera nel campo della comunicazione.

Currò è un giovane funzionario della RAI. Ã? opinione diffusa che la forza di unâ??impresa risieda in chi vi lavora. Principio ancor più valido per un â??impresa editoriale, dove si lavora per il bisogno di sapere, per la curiosità di conoscere, e per le necessità di intrattenimento di quasi tutta lâ??intera popolazione (essendo tale la platea del mezzo televisivo). La RAI ha avuto sempre un personale di alto livello intellettuale, vi hanno lavorato grandi uomini di cultura, ma anche esperti di organizzazione, di amministrazione, di strategie e di tecnologie. Il fatto che dopo alcuni anni di obnubilamento delle menti, si scopra che in RAI vi siano giovani validi come Currò, fa sperare che il servizio pubblico possa conoscere un nuovo rilancio.

Lâ??Autore conclude il suo lavoro con questo auspicio che facciamo nostro:â??la nostra futura capacità di essere persone consapevoli, di saper orientare la nostra volontà anche in mezzo a numerosissime opportunità informative o di intrattenimento, di saper concepire o seguire le nostre idee, in poche parole la nostra capacità di vivere dipende in gran parte da come riusciremo a governare lâ??evolversi della società dellâ??informazioneâ?.

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