di Luca Bergamo*
La comunicazione dopo essere stato uno dei fronti della guerra elettorale il 9 e 10 aprile non può certo disarmare oggi. La prossima tornata amministrativa è una scadenza che investe profondamente lo scenario multimediale. E il mondo della comunicazione, con le sue articolazioni professionali e sindacali deve essere protagonista. Forse anche per la coincidenza con la nomina del Presidente della repubblica, fino ad oggi il profilo delle elezioni comunali è rimasto troppo chiacciato . Le città ormai in tutto il mondo sono uno snodo strategico della modernità . Sono il terreno dove concretamente si misurano le possibilità di governare i processi innovativi.
Lâ??informazione, in tutte le sue accezioni, sta assumendo sempre piĂš la fisionomia di un li9nguaggio di governo del territorio. Sono le comunitĂ locali, a seconda delle scelte che fanno sulle modalitĂ di collegamento, a valicare o meno gli standard tecnologici. Le cittĂ sono i principali partner dei grandi marchi della comunicazione: Microsoft, Sony, Google, Oracle , Vodafone, Telecom, devono inevitabilmente confrontare le loro proposte con la cultura e il presidio politico del territorio. Fino ad ora, paradossalmente, proprio i poteri locali sono sembrati scarsamente consapevoli di questa loro sovranitĂ .Lâ??intera vicenda del digitale terrestre ha rivelato come sia proprio il territorio il fulcro di una possibile accelerazione del processo innovativo.
Quanto sta accadendo in Sardegna e in Val Dâ??Aosta, con la caotica anticipazione dello switch off televisivo mostra tutte le improvvisazioni e lo strum,entalismo con cui il governo uscente ha usato il digitale terrestre. E mosrtra anche le potenzialitĂ di una strategia locale che se concertata con le altre amministrazioni regionali e comunali può ribaltare sia le forzature berlusconiane che la politica del fatto compiuto delle aziende. Governare il territorio significa gestire la politca dellâ??accesso e i diritti di produzione e di consum,o che animano il mercato multimediale. Si tratta di elaborare un vero piano regolatore della comunicazione, in cui il comune, nel nostro caso Roma, si pone al centro di una politica di sviluppo e competitivitĂ , gestita con unâ??ottica non mercantile ma aderente ai reali fabbisogni della comunitĂ .
Le scelte della municipalitĂ di Washington o di San Francisco da questo punto di vista mi paiono emblematiche. Il Sindaco della capitale statunitense nei mesi scorsi, superando ogni piano dellâ??ufficio marketing di questa o quellâ??azienda di connettivitĂ , ha fatto approvare un piano di connessione sociale alla banda larga per lâ??intero territorio comunale, azzerando le differenze fra quartieri e quartieri, e so0pratutto dotando le unitĂ produttive che operano nella cittĂ di condizioni di competitivitĂ straordinarie rispetto a quelle vicine. Un vero , nuovo patto per lo sviluppo che vede lâ??ente locale al centro di interessi e diritti. Ma non basta. Il comune deve poter parlare al mondo del lavoro, delle professioni, della ricerca, della formazione, facendo affiorare le eccellenze e i saperi che circolano nella cittĂ . Penso ad esempio ad una consulta della comunicazione che funga da luogo di confronto ed elaborazione fra gli amministratori locali e chiunque lavori nel settore e abbia idee, competenze, soluzioni da sviluppare. Le circoscrizioni potrebbero organizzare uffici screening dei progetti, per selezionare le soluzionio piĂš di interesse generale.
Quello che fa Google in tutto il mondo con il progetto Google Summer. Per questo serve un nuovo patto sociale fra il comune e le professioni, a partire dai giornalisti: abbiamo bisogno di una nuova cultura dellâ??informazione, dove il territorio sia non solo oggetto dellâ??attenzione degli operatori dellâ??informazione, ma sia anche lâ??orizzonte dove elaborazione soluzioni che irrobusticcano le potenzialitĂ di accedere e di produrre informazione da parte dei cittadini. Una stagione che negli anni â??60 vide la gestione del territorio al centro di una strategia della trasparenza e dello sviluppo, con la cultura dei Piani regolatori e delle conferenze dei servizi. Oggi la societĂ della conoscenza ci spinge ad andare oltre. Sempre insieme.
*Candidato al consiglio comunale di Roma - Lista dellâ??Ulivo