di Giuseppe Giulietti
Nel 1993 Giorgio Napolitano Presidente della Camera e Giovanni Spadolini Presidente del Senato si riunirono per eleggere i 5 consiglieri di amministrazione della Rai. Fu la prima volta con i nuovi criteri di nomina. I giornali si imbizzarrirono affermando di conoscere già quelli che sarebbero stati i nomi. Invece quando i due presidenti uscirono presentarono cinque nomi che nessuno avrebbe mai immaginato, cinque nomi di grandissimo spessore culturale. Si trattava di Enrico Demattè, lâ??editrice Elvira Sellerio, il filosofo Tullio Gregori, il giornalista Paolo Murialdi e il professore di diritto costituzionale Feliciano Benvenuti.
Un consiglio di amministrazione fatto da professori universitari e rappresentanti del mondo dellâ??editoria che fece venire anche qualche mal di pancia ai partiti che, per la prima volta, si videro sfilare il parere e la nomina dei rappresentanti al cda della Rai. Eâ?? il miglior aneddoto per parlare di Giorgio Napolitano, figura certamente super partes. Ed è il miglior aneddoto per chi ha a cuore la difesa dellâ??articolo 21 della Costituzione.
Da come ha svolto il ruolo di Presidente della Camera e da come ha agito in quella particolare situazione possiamo ben comprendere la sua alta statura istituzionale e intuire come svolgerà il ruolo di Presidente della Repubblica quale massimo difensore della Carta Costituzionale. Di lui conosciamo la forte autonomia e sensibilità sui temi dellâ??informazione, gli stessi che hanno caratterizzato la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi che lo ha voluto nominare Senatore a vita.
A lui vanno gli auguri di buon settennato da parte dellâ??associazione Articolo 21.