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Articolo 21 - Editoriali
Priorità, uguaglianza, costituzionalità
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di Michela de Meca

Leggevo del sondaggio con il quale si cercava di capire quali dovrebbero essere gli obiettivi prioritari ai quali deve tendere la sinistra al Governo.    Domanda semplice soltanto in apparenza, in uno stato nel quale manca il lavoro per i giovani, gli arresti di capimafia inducono a volte, (come è successo recentemente a Napoli), la gente a protestare e si registrano forti agitazioni per le vie della città durante i lavori parlamentari volti a varare leggi contro la droga.   Si rischia un pò la retorica ma, al di là dei clamori spesso strumentalizzati in periodo elettorale, le priorità sono sempre le stesse, cioè sradicare il fenomeno criminale e mafioso, dare lavoro ai più poveri e ripulire la società dalla droga.   Sembrerebbe  tutto banalmente scontato se non accadesse che, cosa inquietante, mentre lo Stato tenta di combattere la criminalità che si alimenta tramite i traffici di sostanze stupefacenti, nello stesso tempo si dà spazio, si è costretti a dare spazio, a chi vuole che la droga sia cosa legale, cosicchè si trova una via di mezzo continuando a permettere legislativamente l'uso della "dose personale".   Allora la mia domanda è la seguente: prima di tutto cosa vogliono le persone realmente, la distruzione della ciminalità o le leggi che legalizzano la droga?   Sicuramente la gente ha bisogno prima di tutto di lavorare per vivere, così prendono corpo dei dubbi devastanti; con le leggi che abbiamo la gente povera è destinata a "sbarcare il lunario" tramite compravendite delle cosiddette "dosi modiche" ? La gente povera sarà giocoforza indotta ad avere diretto contatto con i criminali e fare da tramite con chi, avendo più soldi, la vuole poi soltanto consumare e rischierà di "sporcarsi" di meno? Si verrà a creare, prima o poi, una fascia sociale di "intoccabili"?   Non sono delle esagerazioni, prima di tutto perchè giustificare la presenza di più "dosi modiche" fra le varie fasce di popolazione, significa implicitamente ammettere, volenti o nolenti, che ce ne siano, in proporzione, grossi quantitativi di varia provenienza, dai quali le "quantità ad uso personale" sono necessariamente  ricavate; in secondo luogo perchè i dati concreti che emergono dalle ricerche svolte sul territorio parlano chiaro e dicono che i giovani lavorano di meno e in maniera saltuaria, il lavoro fisso per molti di loro è soltanto una chimera e l'uso di sostanze stupefacenti dilaga fra i più indifesi.   D'altra parte non dimentichiamo che la Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto del singolo ed interesse della collettività, mentre il mondo scientifico illustra gli effetti devastanti delle droghe sull'organismo umano. Mi domando quindi se è costituzionale una legge che permette l'uso della droga, sebbene in quantità limitate, con tutto ciò che tale uso comporta, non soltanto per il singolo consumatore ma pure e soprattutto per il contesto sociale che lo circonda, in termini di aumento del tasso di criminalità collegato all'uso delle sostanze stupefacenti. Succederà come per il fumo e sarà un giorno obbligatorio scrivere sulle confezioni delle "dosi personali" che "la droga uccide"? Bisognerà certo aggiungere pure che "la droga induce ad uccidere"!   Contemporaneamente e su altro versante, mentre la Costituzione italiana vuole la realizzazione della eguaglianza sostanziale, capita ogni tanto che, più o meno disinvoltamente, qualche governo decide di apportare alle leggi finanziarie dei "tagli" che a volte inducono ad una pressochè automatica riduzione dei posti di lavoro sul territorio statale. Ci si domanda quindi se non è lo Stato a doverlo dare il lavoro.   Inoltre, se il problema della disoccupazione  viene affrontato in termini di necessario bilanciamento di interessi pubblici contrapposti, non dovrebbe essere sempre assolutamente  prevalente quello della persona umana e della necessità di rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale che impedisce di fatto il suo pieno sviluppo sia come singolo che nell'organizzazione politica economica e sociale del Paese?   Al di là dell'apparente retoricità di questi  quesiti, mi pare evidente che adulti e meno adulti si stiano gradualmente e pericolosamente abituando all'idea che certe voltenon ci sia una linea di confine troppo netta tra la legalità e l'illegalità, perchè ciò che è bene è prima di tutto sopravvivere e se il traffico losco ti permette di campare, perchè avere troppa paura di chi con la droga addirittura si arricchisce?    Allora dare la priorità assoluta alla creazione di leggi che educhino la gente non è soltanto un'urgenza ma un'azione di importanza vitale, se vogliamo una popolazione sana ed in grado di progredire sulla via del legale benessere e della sana legalità.    Altrimenti, dopo i clamorosi arresti dei più pericolosi criminali esistenti nello Stato, stavolta la mafia vincerà la battaglia più importante, cioè quella condotta sulla mente delle persone più numerose che in Parlamento debbono essere pur rappresentate,  cioè delle persone bisognose e prive di mezzi che si possono più facilmente piegare ad ogni compromesso in cambio della sopravvivenza.   In sintesi, per rispondere al sondaggio, la mia opinione è la seguente: si proibisca incondizionatamente l'uso delle sostanze stupefacenti, si facciano leggi che impediscono di apportare, a discrezione dei Governi, "tagli" alle leggi finanziarie quando questi "tagli" implicano la perdita di occupazione e si dia la priorità assoluta alla creazione di posti di lavoro nelle zone del paese dove è più elevato il tasso di criminalità.  Altrimenti, prima o poi, paradossalmente e senza  accorgercene, il crimine, facendo il suo stesso gioco, diventeremo tutti noi.
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