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Articolo 21 - Editoriali
Calciopoli e questione morale. Mettere fine a vizi privati e pubbliche virtù nel giornalismo
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di Salamandra

Il 1994 fu l??anno della ??discesa in campo? di Berlusconi (padrone assoluto dei media televisivi pubblici e privati, di gran parte dell??editoria, della stragrande maggioranza delle risorse pubblicitarie, del calcio nazionale, di settori preponderanti dei fondi pensioni e assicurativi, della vita politica e finanziaria), insieme alla sua squadra di ??consigliori? dentro e fuori di Forza Italia-Mediaset. Contemporaneamente un binomio, anch??esso foriero di un preponderante conflitto d??interessi, ??scendeva in campo?, ma non metaforicamente, quanto sull??erba verde degli stadi, tutte le domeniche e tutti santi giorni che le coppe europee mandavano in terra: il ferroviere di Civitavecchia Moggi e la sua ??spalla? Girando.

Il trio calcistico ( Berlusconi aveva già acquistato il Milan per farne il trampolino di lancio da demiurgo populista) da quei giorni  ha fatto e disfatto le fortune e gli obbrobri del nostro calcio. Hanno determinato campionati, fatto le fortune o le sfortune di giocatori, allenatori, arbitri, società, dirigenti, commentatori sportivi e quant??altro.

Il ??potere per il potere? è stato il loro leitmotiv in questi 12 anni di dominio incontrastato della politica pallonara italiana. Lo si intuiva ogni domenica, ogni qualvolta c??erano delle partite decisive per i destini di Juve e Milan e di qualche altra società ??affiliata?. Il mondo della politica e dell??informazione ha assistito senza fiatare più di tanto ( qualche voce dissonante nel coro si è alzata, ma è stata subito azzittita, emarginata, messa al bando, ostracizzata!), arrivando così a generare un mostro, un??Idra tentacolare che oggi divora i suoi stessi figli.

Sono almeno quattro anni che le società di serie A e B si stanno avvitando attorno a debiti miliardari (in vecchie lire), che alcuni potenti si arricchiscono con i diritti  sportivi, alla barba dei vari conflitti di interessi, e che una pletora di giornalisti fanno carriere irresistibili, in video, in radio o sulla carta stampata. Ci sono delle vere e proprie ??compagnie di giro? che sono presenti un po?? dovunque tra un programma e l??altro dell??intrattenimento pallonaro. Programmi sempre più gridati, sguaiati, con vere e proprie ??tribù? fideistiche, con tanto di ostracismo verso dirigenti sportivi, giocatore, arbitri, allenatori ??non allineati? alla Triade juventina o all??entourage Galliani-Berlusconi.

Gente che si è arricchita, anche! Che ??sta a tavola? con i potenti del settore e fa pesare questa sua condizione di privilegiato all??interno della corporazione giornalistica (RAI, Mediaset, La 7, SKY, stampa specializzata ecc.).

Ma ora basta! Come Articolo 21 sentiamo il dovere e la necessità di fare chiarezza una volta per tutte, di non aspettare i lunghi tempi dei processi della giustizia ordinaria e sportiva, né tantomeno quelli sommari che già  si intravedono sui giornali, un tempo così ciechi e sordi, oggi tanto solerti a sbattere i mostri e i nastri delle registrazioni in prima pagina, alimentando un sentimento di giustizialismo, molto simile a quello propugnato durante Tangentopoli nel 1992.

Chiarezza, trasparenza e ristabilimento dei valori etici e deontologici di una professione già troppo martoriata da cinque anni di regime berlusconiano, dunque!

Ci rivolgiamo, innanzitutto, agli organismi della categoria (Ordine dei giornalisti, FNSI, USIGRAI, Unione della stampa sportiva), ma anche ai tanti colleghi onesti, corretti, che amano questa professione e la interpretano come spesso ci richiama a fare Enzo Biagi: da testimoni, da arbitri e non da protagonisti e reggicoda dei potenti.

Bisogna, oggi e subito, farla finita con le rendite di posizione all??interno della categoria, smantellando ??parrocchie corporative? antistoriche e antidemocratiche. A che servono ancora, se non a perpetrare potere e a selezionare per cooptazione, gruppi cosiddetti di specializzazione come quelli dei giornalisti sportivi, dei vaticanisti, dei quirinalisti e dei parlamentari?

Addirittura, all??interna delle testate e nel contratto si sono sedimentati privilegi economici ( con indennità di tutto riguardo) a favore di queste ??sottocategorie? specialistiche, come se si trattassero dei ??luminari? della professione, come se avessero sostenuto corsi di perfezionamento post-laurea o master di specializzazione internazionali. Spesso queste specializzazioni si tramandano di padre in figlio, o per appartenenza politica o per contiguità e affinità elettive (non vogliamo comunque entrare nel privatistico scandalistico!), col risultato di creare un nucleo corporativo superpotente e un contropotere all??interno della stessa categoria e nei suoi organismi rappresentativi a vari livelli (regionali e nazionali, sia del sindacato sia dell??ordine).

Eppure, ogni volta che assistiamo allo scoppio di qualche scandalo di grosse dimensioni (tangentopoli, calciopoli, regime mediatico berlusconiano con editti e relative censure), queste ??sottocategorie? giornalistiche quasi si stupiscono per la profondità del marciume. Ma nulla cambia sotto il sole!

Le commistioni tra ambienti giornalistici, editoriali e gli affari, la politica, lo sport, sono all??ordine del giorno, purtroppo, ma gli organismi di categoria sembrano comportarsi come le tre proverbiali  scimmiotte: non vedo, non sento, non parlo!

Spesso ritroviamo gli stessi personaggi, promossi e arricchiti, sbraitare contro le inchieste o la giustizia ??sommaria? per la pubblicazione delle intercettazioni, autoassolversi dalle tribune dei loro generosi spazi televisivi sulle varie reti pubbliche e private.

Rampolli di potenti banchieri o ??belli e impossibili? dei TG, con il ??cuore a sinistra e il portafogli a destra?, spopolano tra un programma e l??altro o continuano a svolgere la loro professione come se nulla fosse. E intanto si continuano a confezionare sentenze inappellabili contro arbitri, giocatori, allenatori e dirigenti ??scomodi?, che stanno ??fuori dal coro?, mentre gli organismi della categoria professionale non alzano un dito: aspettano forse altre denunce o il giudizio finale della Cassazione?

Stiamo, in questi giorni, vivendo il delicato cambio del governo del nostro paese, in un contesto mediatico di delegittimazione alimentato dal partito-azienda dello sconfitto Berlusconi

C??è, quindi, da augurarsi che il governo Prodi e le forze politiche del centrosinistra affrontino e risolvano subito la spinosa questione del conflitto di interessi,che coinvolge politica, affari, televisione, editoria, pubblicità, comunicazioni, sport.

C??è da augurarsi, inoltre, che gli organismi di categoria dei giornalisti (impegnati con tutte le loro forze a far tornare gli editori al tavolo delle trattative, per firmare un contratto scaduto da un anno e mezzo!) , questa volta, affrontino con tempestività quanto di ??marcio? sta infangando uno dei lavori più belli e liberi al mondo ( almeno così era fino a qualche tempo fa!), per sradicare al proprio interno quei gruppi ipercorporativi, avviando anche un percorso di riqualificazione professionale, equiparando i livelli retributivi tra le varie specializzazioni, riconoscendo indennità specialistiche solo temporaneamente, aprendo la professione a nuove leggi di stampo europeo.

Insomma, una vera e propria ??rivoluzione copernicana?, per voltare pagina con quei gruppi di potere interni alla professione, che pensano solo a spianare le carriere degli amici degli amici, che poi si ritrovano in Parlamento dall??altra parte per ??virtù magiche? inconfessabili, o che diventano capiredattori, vicedirettori e direttori scavalcando a piè pari colleghi con curriculum professionali da far paura in Italia e all??estero.

Ci aspettiamo che chi sa, parli, e chi ha visto o sentito, denunci, anche in maniera riservata, quanto è accaduto finora: il sito di Articolo 21 è a vostra disposizione.

??Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori? recitavano i versi di una bellissima canzone di Fabrizio De Andrè ed Enzo Jannacci.  Calciopoli può, quindi, diventare un??occasione per tutta la categoria dei giornalisti di rigenerarsi. E noi pensiamo davvero che dopo il sonno della ragione, venga l??alba della speranza e della libertà, della fiducia e del rinnovamento delle coscienze.

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