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Articolo 21 - Editoriali
Media, potere e democrazia: le attivitĂ  dei Verdi al Parlamento europeo
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di Monica Frassoni*

*Presidente dei Verdi al Parlamento europeo

La libertà d'espressione e di stampa è la pietra angolare della democrazia. Per questo è capitale affrontare seriamente la minaccia per il pluralismo dell'informazione costituita dalla concentrazione dei media e dall'emergenza di monopoli nel settore dei mezzi di comunicazione.
� per affrontare questi temi vitali che nel novembre 2002 i Verdi hanno organizzato una grande conferenza a Bruxelles dal titolo: "Media, potere e democrazia", alla quale hanno partecipato i principali esperti europei nel settore. L'informazione, infatti, in particolare quella televisiva, è un settore dove lo strapotere di un unico soggetto costituisce un grave pericolo per il funzionamento della vita civile e democratica. I temi affrontati durante l'incontro si articolavano in particolare su quattro assi: "Concentrazione dei media e mondializzazione: una minaccia per la democrazia?", "Media e politica: Chi controlla che cosa?", "Media e commercializzazione: Si può garantire il pluralismo culturale?" e "Media e Unione europea: occorre una migliore regolamentazione?"

Durante questa conferenza sono state formulate alcune proposte, che riguardano nello specifico la creazione di un Consiglio consultivo europeo dei media per garantire il pluralismo, la necessitĂ  di disciplinare le proprietĂ  incrociate di media tramite una modifica della direttiva "Televisioni senza frontiere" e la necessitĂ  di aumentare i fondi pubblici al settore televisivo.

L'Unione europea è competente per trattare il problema? Per i Verdi, la risposta è chiaramente sÏ: si tratta solo di volontà politica. Infatti, per quanto riguarda la tutela dei diritti fondamentali, la questione ormai è ancorata al centro delle politiche dell'Unione, (articoli 6 e 7 del Trattato UE). L'articolo 7 prevede addirittura delle procedure di intervento da parte delle istituzioni comunitarie in caso di rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei diritti fondamentali. Per quanto riguarda il pluralismo dei media, pensiamo che l'Unione abbia competenza necessaria per agire ai sensi della normativa europea in materia di concorrenza. La Commissione dispone in particolare di strumenti per intervenire direttamente contro gli abusi di posizione dominante sul mercato europeo.

Ă? sulla base di questa constatazione e per concretizzare in termini legislativi le conclusioni della conferenza che i Verdi hanno partecipato attivamente al lungo processo che ha portato all'adozione della relazione sui rischi di violazione nell'Ue, e in particolare in Italia, della libertĂ  d'espressione e d'informazione.

Sempre nel novembre 2002 il Parlamento aveva dato seguito allâ??iniziativa sul pluralismo dei media dei Verdi adottando a grande maggioranza una risoluzione che richiedeva alla Commissione europea e agli Stati membri di intervenire rapidamente a tutela del pluralismo dei mezzi di comunicazione a livello europeo. Ciò rompeva un lungo silenzio su una delle questioni scottanti per la democrazia in Europa e ha inviato un forte segnale alla Commissione europea.

Un caso specifico, che concretizza il problema dei legami tra mezzi di comunicazione, interessi commerciali e normativa europea, è quello della pratica dei minispot durante la trasmissione delle partite di calcio in Italia, che ho denunciato personalmente con un'interrogazione scritta alla Commissione europea nel gennaio 2003 e che ha dato luogo all'apertura di una procedura di infrazione al diritto comunitario da parte dell'Italia. Infatti, le emittenti commerciali italiane e, purtroppo, di recente anche la Rai, hanno adottato la prassi di interrompere la trasmissione delle partite di calcio con la diffusione di un considerevole numero di brevi spot (sino a quindici per partita) di pochi secondi. Questi minispot violano le regole europee contenute nel testo della direttiva comunitaria sull'esercizio delle attività televisive (89/552/CEE), laddove si precisa che l'inserimento di pubblicità nella trasmissione di eventi sportivi che comprendono intervalli può avvenire esclusivamente durante gli intervalli, cioè tra il primo e il secondo tempo della partita di calcio. Questa pratica illegale comporta un vantaggio finanziario delle emittenti private per qualche centinaio di milioni di euro nonchÊ l'esposizione degli utenti italiani a un eccesso di pubblicità non consentito dalle regole europee.

Nel settembre 2003, in occasione della visita ufficiale del Presidente della Repubblica Ciampi al Parlamento europeo sul tema del Futuro dell'Europa, io stessa nel mio intervento in aula ho attirato la sua attenzione ancora una volta sulla libertĂ  di espressione e informazione: "Come lei sa, Presidente, questo Parlamento, attraverso la sua commissione per le libertĂ  pubbliche, comincerĂ  presto ad esaminare la situazione della libertĂ  di informazione in Italia, in conformitĂ  dellâ??articolo 7 del Trattato di Nizza. Eâ?? la prima volta che questo accade, e voglio precisare che, come italiana, non mi fa per niente piacere. Eâ?? per questo che noi, da europei, chiediamo a lei, come Presidente della Repubblica italiana, di esercitare una particolare attenzione e vigilanza su questo tema."

Nell'aprile 2004 il Parlamento europeo ha approvato la Relazione della liberale Boogerd Quaak sulla libertĂ  dâ??espressione e dâ??informazione nell'Unione. In termini generali, la relazione sottolinea che dei media liberi e pluralistici sono essenziali alla libertĂ  d'espressione e d'informazione. Mette in evidenza alcuni casi concreti di rischi di danno alla democrazia in molti paesi dell'Ue, ma che sono particolarmente preoccupanti in Italia. Fa valere che, se gli Stati membri non adottano misure idonee, l'Ue ha un obbligo politico, morale e giuridico di garantire che il pluralismo dei media sia rispettato. La relazione considera inoltre che ci sono sufficienti preoccupazioni per giustificare un esame dettagliato della situazione da parte della Commissione, che dovrebbe essere seguita da proposte legislative adeguate.

Alcuni importanti emendamenti dei Verdi adottati in commissione parlamentare sono stati confermati dallâ??aula. Con essi si è riconosciuto che la diversitĂ  dei media deve diventare una prioritĂ  della legislazione europea in materia di concorrenza, dal momento che la posizione dominante di un gruppo editoriale deve ormai essere considerata come un ostacolo al pluralismo dei media nellâ??UE. Il Parlamento europeo ha fatto un passo importante riconoscendo che la questione della concentrazione dei media rientra nel campo di competenza dellâ??UE (articolo 7 del Trattato) e prevedendo il suo diritto dâ??iniziativa in materia. Nello stesso senso va la richiesta di una legislazione europea per impedire a personaggi politici di avere interessi economici importanti nei media. Si tratta di un problema che per l'Italia è ormai decennale, ma che sta diventando un caso anche in altri paesi, soprattutto tra i nuovi membri dell'Ue dell'Europa centrale e orientale.

In questa relazione si ribadisce, ancora una volta, che la maggioranza del Parlamento europeo ritiene che occuparsi di libertĂ  di espressione dei media faccia parte delle competenze dellâ??Unione europea, e che quindi sia necessario agire subito giacchĂŠ questa questione potrebbe diventare un vero problema per la democrazia.

Tutto il lavoro svolto dai Verdi al Parlamento europeo in questi cinque anni, insieme ad altri gruppi politici come i liberali, i socialisti e la sinistra unitaria, ci consente di concludere che ora è urgente agire, prima che i rischi potenziali evidenziati si trasformino in un reale problema di democrazia. Spetta ora alla Commissione europea assumersi le sue responsabilità, senza lasciarsi intimidire dai leader di alcuni Stati membri, e presentare strumenti legislativi per garantire che il pluralismo dei media nell'Unione europea sia preservato.

Noi Verdi al Parlamento europeo continueremo a sollecitare la Commissione europea e il Consiglio dei Ministri UE a non abbassare la guardia su un tema cosĂŹ rilevante per la libertĂ  in tutta Europa.

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