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Articolo 21 - Editoriali
Meno Vespa, please
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di Sandro Ruotolo

dal blog di Sandro Ruotolo

Durissimo sulla Rai il commento di oggi di Giovanni Sartori sul Corriere della Sera a proposito del referendum. Rai e Mediaset disorientano gli italiani scrive il politologo che aggiunge: "Il nuovo vincitore continua a sonnecchiare, consentendo così che il referendum costituzionale sia gestito, senza nemmeno cambiare un guardalinee, dalla tv colonizzata da Berlusconi". E' ora che anche la Rai si deberlusconizzi. Non c'è dubbio. Questo però non significa che si debba unionizzare. Non si tratta di fare o non fare prigionieri. Si tratta di rimettere al centro il prodotto. E come si fa? Nell'attesa della riforma del sistema radiotelevisivo tre segnali vanno dati subito. Rai Uno e il Tg Uno  devono diventare la "rete vetrina" del servizio pubblico, ovvero la prima rete deve dotarsi subito di dirigenti in grado di imprimerle una svolta radicale. Battersi contro l'omologazione imperante significa afrrontare con uomini nuovi il peso e la qualità della fiction e del cinema che sono prodotti strategici non solo per una televisione generalista ma per la cultura di un Paese. Terzo. Bisogna eliminiare non Bruno Vespa ma il suo monopolio. E come si fa? Semplicemente consentendo alle altre reti di avere propri contenitori di approfondimento della stessa importanza in quella fascia oraria e sostituendo Porta a Porta con altri programmi dello stesso tipo quando Vespa esaurisce il tot di serate previste dal suo contratto. In tutte le televisioni del mondo la programmazione degli approfondimenti giornalistici dura dodici mesi all'anno. In Italia no. Perchè? Ogni volta che si critica Bruno Vespa, lui piccato risponde agitando lo spettro della vendetta contro di lui. Nessuna vendetta ma lui non può continuare a menarla dicendo che è il più bravo di tutti. Ma senza concorrenti interni è facile attribuirsi la patente del più bravo!  Bruno Vespa non può ritenere che basti la somma di Ballarò e  di Anno Zero (40 puntate e passa) per equilibrare le sue 139 puntate di Porta a Porta. Ballarò  e Anno Zero vanno in onda una volta la settimana.  Lui quattro ogni settimana. Ha ragione il consigliere d'amministrazione Nino Rizzo Nervo quando pone la questione della continuità della programmazione. Vespa deve fare un tot di programmi come prevede il suio contratto? Ebbene li faccia senza sforare e consenta ad altri di proporsi nella fascia dell'approfondimento di seconda serata. Naturalmente questo principio deve valere anche per Ballarò e Anno Zero. L'importante è che gli eventuali programmi aggiuntivi, con punti di vista diversi, raggiungano gli obiettivi editoriali. Prima di Sciuscià edizione straordinaria, l'allora direttore di Rai Due Carlo Freccero propose una striscia condotta da Chiambretti e Santoro. Gli fu detto di no perchè c'era Vespa. Che ci sia la possibilità di vedere al lavoro altri autori, conduttori e poi si vedrà se Vespa sarà ancora il più bravo. Ogni volta nelle lettere che scrive per precisare e contestare le critiche, Bruno Vespa chiama in causa altri colleghi. Oggi è toccato al povero Enzo Biagi. Mi ricorda quando alle scuole elementari un maestro se la prendeva con un mio compagno di classe  e lui, per difendersi, puntava il ditino sugli altri.

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