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Articolo 21 - Editoriali
Conseguenze di un voto popolare
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di Gian Piero Orsello

Un risultato di portata storica, che conferma anzitutto con larghissima partecipazione e grande senso di responsabilità condiviso in tutte le aree del Paese (Milano e altre grandi città del nord comprese) il valore della Costituzione della Repubblica e l??attaccamento ad essa del popolo italiano, grazie al voto di un così alto numero di cittadini elettori, non indegni della loro storia e delle scelte politiche fondamentali, che hanno accolto positivamente l??importante appello del Presidente della Republica, Giorgio Napolitano.  

Venerdì 23 giugno, alla conclusione della campagna elettorale, d??accordo con il Presidente Scalfaro ?? che dobbiamo ringraziare più di ogni altro esponente politico per essersi battuto con grande intelligenza, tenacia ed impegno, come Presidente del Comitato per il NO (costituito da ??Libertà e Giustizia?, Astrid  di Franco Bassanini e  comitati Dossetti) percorrendo tutta l??Italia ??, ci domandavamo se avessimo compiuto tutto il  nostro dovere per illustrare  le ragioni del NO e per difenderle in tutte le sedi: la risposta ora può essere positiva: abbiamo fatto semplicemente il nostro dovere di italiani e di democratici (anche di sinistra).

Quindi il risultato elettorale ?? con percentuali così alte nelle regioni del sud e delle isole ?? è anzitutto di valore costituzionale, come lo stesso quesito referendario prevedeva, ma esso è anche un risultato politico perché dalla destra ?? e soprattutto dal suo padrone ?? si intendeva dare una spallata al Governo Prodi, dopo le due sconfitte subite dalla destra nelle elezioni politiche ed in quelle amministrative: così ad esse si è aggiunta la terza sconfitta, quella che ha riportato i leghisti alle origini del loro movimento inutilmente secessionista, affermando senza vergogna come hanno fatto alcuni di loro che ??l??Italia fa schifo? e che sarebbe meglio andare in Svizzera, dopo aver avallato la ??porcata? con cui Calderoli ha definito una sbagliata legge elettorale da riportare urgentemente alla logica del sistema maggioritario.

Tutta intiera l??Unione di centrosinistra è stata concorde ?? come sostenuto nell??appello di Ciampi e di molti costituzionalisti, intellettuali, professori universitari, opinionisti ??, nel difendere l??unità dello Stato, la solidarietà definita dai principi fondamentali della Costituzione e il modello democratico delle Istituzioni e si è schierata a favore del NO, con quella larghissima partecipazione elettorale giustamente elogiata dal Ministro dell??Interno, Giuliano Amato, e il risultato positivo si è ottenuto con quasi il 62% dei voti e con una maggioranza oltre il 53%, come se fosse  stato richiesto quel quorum referendario che per la consultazione costituzionale non è previsto.

Le ragioni del No alla controriforma le abbiamo chiarite ogni giorno e siamo convinti che anche molti dirigenti ed elettori del centrodestra ?? a cominciare da quelli dell??UDC ?? non si siano sentiti di sostenere con il loro voto una proposta pasticciata che troppi guasti avrebbe provocato, un testo confuso e fuorviante rispetto ai valori e ai principi della democrazia repubblicana, che è e deve rimanere un sistema parlamentare.

Come sostenuto da vari esponenti dell??Unione, vi è ora un impegno a non fare riforme costituzionali con la sola maggioranza (evidentemente modificando l??art. 138 della Costituzione e rendendo obbligatorio il quorum parlamentare di 2/3) e vi è la disponibilità ad  effettuare riforme con il consenso più ampio, come indicato nel programma elettorale della coalizione di centrosinistra, ma occorre, al riguardo, essere chiari in quanto il risultato elettorale ha anzitutto inteso confermare la validità della Costituzione approvata dall??Assemblea Costituente ?? solennizzando così il sessantennale anniversario della sua elezione ?? nei suoi principi fondamentali e delle sue scelte istituzionali: vi sono alcuni aggiornamenti da compiere (per esempio, fare riferimento all??Unione europea, alla tutela dell??ambiente e al diritto all??informazione), alcune rettifiche da effettuare (per esempio, ridurre il bicameralismo perfetto), qualche ritocco al Titolo quinto, anche sulla base dell??esperienza concreta dopo la riforma del 2001, senza peraltro ricordare troppo da vicino l??esperienza ormai lontana ?? e forse dimenticata ?? della Commissione bicamerale degli anni novanta.

In ogni caso l??esito del referendum costituzionale deve essere considerato anche per le conseguenze politiche che determinerà nello schieramento che aveva sostenuto la controriforma: con la bocciatura di essa da parte del popolo italiano, quale che sia l??attitudine della Lega, è venuto il momento di considerare finalmente finita l??era berlusconiana e di consentire al Governo Prodi di operare senza il condizionamento di una prova elettorale di tale importanza da renderla decisiva.  

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