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Articolo 21 - Editoriali
Rainews24 : i fatti , nient'altro che i fatti
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di Stefano Marcelli*

La nuova inchiesta di Sigfrido Ranucci su Rainews24 ci ricorda un'antica lezione del giornalismo anglosassone ( ma si potrebbe dire del giornalismo tout court ) che sembravamo aver dimenticato un po' tutti in questi anni terribili della professione dell'informare . Cioè che la ricetta per un'informazione corretta è la più semplice del mondo : raccontare i fatti , nient'altro che i fatti.
Una ricetta facile nell'indicazione degli ingredienti , ma , come ben sa chi si ostina a tentare di fare questo mestiere, molto difficile nell'esecuzione.
Trovare i fatti vuole intanto dire cercarli : cercare di ricostruire cos'è realmente accaduto senza partire da posizioni preconcette , senza avere una tesi di partenza da dimostrare , uno schieramento ideologico da favorire ad ogni costo , responsabilità da nascondere , ambiguità da proteggere.
Ci ha colpito , ad esempio , scoprire nel corso del reportage , che quel bel servizio del collega Feo che metteva a confronto le misure di sicurezza attuate dai nostri contingenti in Afghanistan e in Irak non è mai andato in onda . Possiamo pacatamente chiedere perché ? Cosa c'era di così tanto importante in quell'edizione di telegiornale da obbligare a gettare nel cestino un pezzo così interessante ed esclusivo ? Ma quel pezzo era senza scadenza ( tanto che risulta attuale ancora oggi ) e quindi perché non è stato messo in onda nemmeno in seguito ? Forse  si tratta di un caso di censura ?
Il secondo punto è proprio quello di riuscire a ricostruire fatti che qualcuno , o molti , non vogliono che siano scoperti. La storia dei depistaggi e delle censure lastrica quella della storia italiana e del nostro giornalismo . Il primo caso che viene in mente , non ancora risolto è quello di Ustica. Si farà un Museo , ma non si saprà cos'è accaduto.
Eppoi c'è una moda relativamente recente che si è affermata nel giornalismo di questo ultimo decennio : diceva Peter Jennings , mitico conduttore delle World News Tonigth dell'Abc , " il perché al posto del cosa ". Cioè i commenti invece delle notizie . Il modello , varato da Fox News , la televisione che Rupert Murdoch ha arruolato come organo militante delle campagne neocon e della politica bellicista di George W. Bush , e sbarcato in Italia affermandosi come modello sotto forma di par condicio .
Se è sacrosanto che i cittadini abbiano la possibilità di ascoltare le opinioni dei politici di tutti gli orientamenti è pur vero che hanno prima di tutto il diritto di sapere cosa avvenga in Italia e nel mondo e di saperlo nella maniera più obbiettiva.
Ranucci ci fa capire cosa è accaduto a Nassirya , quali siano i punti da chiarire , quale sia la condizione e quali le opinioni dei familiari delle vittime , lo stato delle inchieste. Su questa base, e in relazione a questi fatti potrà essere opportuno anche sapere cosa ne pensino i politici italiani . Ma sostituire le opinioni alla ricostruzione dei fatti è una vera e propria operazione di manipolazione informativa.
Ebbene, per almeno cinque anni ( ma forse di più ) , il giornalismo nel nostro Paese , soprattutto quello televisivo , ha abdicato al suo ruolo fondamentale , che è quello di farci sapere cosa succede , proponendoci al suo posto , cosa pensano a destra e a sinistra di cosa accade. Risultato ? Conosciamo la realtà , solo attraverso l'opinione e i commenti di politici , esperti di varia natura , editorialisti spesso improvvisati. Quindi , viviamo nel terzo millennio in una realtà ben più ideologizzata di quanto lo fosse quella del secolo appena tramontato che alle ideologie aveva legato tutta la propria storia.
Il succo dell'inchiesta di Rainews24 è questo : i nostri militari di Nassirya sono morti due volte , sepolti dall'ambiguità sulla natura ( guerra o pace ? ) della nostra missione e dell'imbarazzo per il mancato rispetto di elementari misure di sicurezza .E' una verità né di destra né di sinistra a cui ora il governo italiano dovrà dare risposta .
I fatti dicono anche che il contractor Quattrocchi ha ricevuto dallo Stato Italiano quel riconoscimento che è invece stato negato ai nostri militari e che  nessuno , finora , ci sembra avesse sollevato il problema .
Come si vede , il buon giornalismo finisce spesso per risultare imbarazzante. Ed è per questo che si cerca di praticarlo e farlo praticare sempre meno.

*Pres. Information Safety and Freedom

 

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