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Adro, da modello pedagogico a spot leghista. La testimonianza di don Angelo Chiappa
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di Elisabetta Viozzi

Adro, da modello pedagogico a spot leghista. La testimonianza di don Angelo Chiappa

Grazie anche alla sottoscrizione aperta su iniziativa di don Angelo Chiappa, parroco di Santa Maria alle Grazie di Brescia, che si occupa di migranti per la diocesi del capoluogo,  nessuno è rimasto senza pranzo,ad Adro, nonostante le minacce del sindaco Oscar Lancini.  E il menù fisso padano, con l’obbligo di consumare carne di maiale salvo presentazione del certificato medico, alla fine ha subito  una deroga di buon senso. Piatto di formaggi al posto del suino per i bambini musulmani. E, mentre Adro continua ad essere sulle prime pagine, tra simboli leghisti nella scuola pubblica e gli interventi del ministro Gelmini e di Napolitano, abbiamo chiesto a Don Angelo Chiappa il suo punto di vista sulla vicenda.

Don Angelo ci spiega come è stato possibile che la mensa di Adro, da glorioso modello nazionale di buona pedagogia negli anni ’70-‘80, tale da fornire materiale per un libri e convegni, sia in quest’ultimo anno diventata simbolo dell’intolleranza, anche verso i più piccoli. E ricorda come creare discriminazione all’interno della scuola voglia dire anche rompere un modello didattico basato sull’integrazione e sullo scambio. Ci fa sapere poi che tra coloro che non pagavano l’ormai famosa retta della mensa, quella per cui il sindaco minacciò di lasciare i bimbi senza pranzo e poi saldata da un generoso imprenditore della zona, c’erano, certo, famiglie di migranti ma anche mamme che accompagnavano la prole a scuola in SUV. Figli di immigrati in cassa integrazione o di mamme straniere single e disoccupate,ma anche ricchi locali, accumunati dall’inadempienza. Una mensa mai in deficit, tra l’altro, ricorda Don Angelo, gestita da 24 anni da un’associazione di genitori, con 110 mila euro nelle casse e nessuna intenzione di lasciare qualche bambino affamato. Tutto ciò prima che il sindaco intervenisse con mano pesante allo scopo di impossessarsi della gestione della mensa, minacciando il taglio dei contributi se non fosse stato messo un suo uomo a capo della struttura. Un caso tutto politico, dunque, ma dal quale, secondo Don Chiappa, il sindaco esce con le ossa rotte: i cittadini iniziano a dubitare di lui, dopo tutta la sgradita pubblicità che ha attirato sul paese e la Lega lo ha abbandonato per i suoi eccessi , dopo il gran rifiuto di Bossi di incontrarlo. Quello che soprattutto emerge nella popolazione è la stanchezza, sottolinea Don Angelo.  I bresciani non amano essere sotto i riflettori, nonostante l’atteggiamento di fondo rimanga di tipo “leghista”, secondo il sacerdote. Ma, ci tiene a precisare, le 6 o 7 mamme che attaccarono con veemenza il benefattore per aver aiutato i bambini migranti, non rappresentano il sentire del paese, ma sono solo delle”pasionarie” del sindaco. Anzi, va sottolineato come alcuni genitori abbiano raccolto le firme per appellarsi al presidente della repubblica, che ha, in un certo senso, risposto ieri.  Questo qualcosa vuol dire, anche se le motivazioni della gente, secondo l’occhio disincantato di Don Angelo, sono più vicine alla voglia di ritrovare la propria pace di paesino di provincia che al totale disaccordo con le azioni del sindaco.
Dunque il clima che si respira nelle lande della Franciacorta, e non solo, preoccupa molto Don Angelo, che si occupa da anni di immigrazione. Un clima di intolleranza che ha un solo colpevole, ai suoi occhi: la Lega che, interpellanza dopo interpellanza, comizio, dopo comizio, ha inoculato il germe della paura. Poi il sacerdote si lancia in una disamina lucida del fenomeno immigrazione nel bresciano. Dagli anni quando le braccia erano i “terroni” fino agli attuali lavoratori dal terzo mondo,  il tessuto industriale ha sempre richiesto una forza lavoro che nel territorio mancava. Solo oggi, con la crisi che morde tutti, immigrati e imprenditori, il disagio è scoppiato. E il sindaco di Adro ne è, purtroppo,  solo un maldestro portavoce.

Ascolta l'intervista a Don Angelo Chiappa

 


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