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Il sindaco che "raglia" contro il presidente Giorgio Napolitano
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di Elisabetta Reguitti

Il sindaco che "raglia" contro il presidente Giorgio Napolitano

Può un sindaco insultare deliberatamente il capo dello Stato? E' giusto che un primo cittadino butti oltre 20 mila euro di denaro pubblico dovendo pagare i ricorrenti (Asgi, cittadini e Cgil) di cause perse sulla base del valore di uguaglianza garantito dalla Carta costituzionale? Tutto questo e molto altro ancora è Adro e il suo sindaco leghista Oscar Lancini (nella foto)  che a due anni di distanza dalle vicende del salto del pasto alla mensa per i bambini e la scuola violentata con centinaia di simboli del Sole delle Alpi è tornato a “ragliare” questa volta contro Giorgio Napolitano che ha conferito all'imprenditore Silvano Lancini (omonimo) l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica per aver pagato di tasca sua la mensa delle famiglie inadempienti. Ora però il sindaco rischia grosso perché la sua lettera è finita alla Procura di Brescia che dovrà stabilire se sussiste il reato di vilipendio al Capo dello Stato. In attesa di questa valutazione restano le sentenze di condanna per questo sindaco padre-padrone che non ha nessun ritegno nello sperperare soldi dei suoi cittadini per la sua sete di visibilità mediatica sperando magari di guadagnare, in un futuro prossimo, uno scranno padano in Parlamento. Ma Oscar Lancini stavolta rischia grosso. Non solo per la lettera ingiuriosa contro Napolitano ma anche perché lo stesso Umberto Bossi, attraverso il suo legale Matteo Brigandì, si dissocia dalla azioni fatte dalla Lega nord di Adro. Intanto una cosa certa c'è: sono le parole di Silvano Lancini che trovate di seguito. Di come il neo-cavaliere della Repubblica di mostri di meritare la massima onorificenza della Repubblica.

Lettera:

“Non rispondo al Sindaco. Non ho risposto prima, non rispondo adesso e spero di non dover rispondere nemmeno in futuro. Del resto scrivevo che “Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione”. Lo sapevo e posso sopportarlo.  Certo pensavo fosse solo nel privato e solo locale ma pazienza”.

All'epoca della faccenda della mensa, insieme a molte altre, ho ricevuto nella mia cassetta della posta una bellissima lettera con allegati 50 euro. Era firmata così: "Papà in cassaintegrazione che fra qualche mese potrebbe avere gli stessi problemi di coloro che oggi non riescono a pagare la mensa". Dedico il mio premio a lui. Rappresenta le tante persone che hanno "dignità". I suoi 50 euro valgono più dei miei. Io non ho rinunciato a nulla per quello che ho dato. Ad ADRO come nel resto dell’Italia ci sono tante di queste persone. Purtroppo si sente solo la voce di coloro che sbraitano.

Inoltre lo vorrei condividere con le mamme che per 24 anni hanno ben gestito la mensa e per prima la Dott.ssa Paganotti. Sono riuscite a comprare e pagare le attrezzature e farsi avanzare parecchi soldi senza creare inutili tensioni.

E’ inutile ripetere le mie idee ai giornali o alla televisione. Nella lettera di allora c'erano già tutte. Sulla solidarietà, il valore dei soldi, la memoria delle nostre origini, investimento per il futuro, rispetto della persona, dignità.

Tanti di quelli che mi hanno criticato non hanno nemmeno letto quanto scrivevo. Io sono per la "legalità" ma bisogna esserlo fino in fondo. Per chiedere legalità agli altri devi essere il primo a praticarla. Se non hai principi di solidarietà e di rispetto della persona non puoi nemmeno chiedere legalità.

Consiglio a tutti due belle letture: “Non c’è futuro senza solidarietà” del cardinal Tettamanzi e “Anche voi foste stranieri” del direttore di Famiglia Cristiana. Sono un po’ più seri della prima pagina del nostro giornalino comunale.

Silvano Lancini


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