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NoTg per il NoBday. Belpietro e le barzellette del premier fanno l'apertura
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di REPORTER SENZA RETE

NoTg per il NoBday. Belpietro e le barzellette del premier fanno l'apertura

I TITOLI DEI TG DEL 1 OTTOBRE 2010 - Ahinoi, dovremo farcene una ragione. I telegiornali sono sempre più distanti dal paese reale, perché rispondono solo al loro editore di riferimento: la politica. Per i telegiornali Rai il governo, per i telegiornali Mediaset il legittimo proprietario, cioè lo stesso governo. Frutto della mancanza di una seria legge sul conflitto d’interesse. Ed allora si continuano a proporre notizie che non creino eccessivo disturbo al conducente.  Ritornare sulle ultime due giornate parlamentari, ad esempio,  sottolineando, ancora una volta,  la larga maggioranza ottenuta dal premier.

Come se la società italiana ruotasse solo e soltanto attorno a quei numeri. Oppure ad altri numeri, lo zero virgola di arretramento della disoccupazione ad agosto, dati Istat. Ed allora giù servizi con relativa esaltazione dell’azione di governo, proposti da  Studio Aperto, Tg4, Tg1 e Tg5. Ma i numeri dei non occupati sono elevati e non può bastare un decimale a cancellare il problema. Così il Tg3 ci ricorda che una donna su due non lavora.  Argomento che troviamo nei suoi titoli, e sviluppato all’interno di un servizio, attraverso testimonianze di donne che espongono  il loro disagio,  rispetto alle tutele di cui godono negli altri paesi europei. Il Tg de La7 rilegge questi dati, evidenziando che l’abbassamento della disoccupazione è dovuto al fatto che sempre meno persone cercano lavoro, in quanto il lavoro non c’è.

Per tutti gli altri Tg, gli argomenti principali sono il  fallito attentato a Belpietro, apertura per Studio Aperto, Tg1, Tg5, secondo titolo per La7, Tg4 e Tg2, quarto per il Tg3, e le barzellette raccontate dal Premier, su magistrati, ebrei ed ancora Rosy Bindi, con annessa bestemmia tanto per non farci mancare nulla. Ma mentre i Tg Mediaset e Tg1, cercano in qualche modo di rimediare alle gaffe del capo del governo, sottolineando che sono immagini rubate durante un momento goliardico, così tanto per farci su due risate, Tg3, Tg La7 e Tg2 rendono conto in modo dettagliato anche delle reazioni dell’Associazione Nazionale Magistrati e dell’onorevole Bindi. Per fortuna c’è il Presidente Napolitano che auspica una seria riforma della giustizia. Il suo intervento è primo titolo per Tg2, Tg3 e Tg La7, secondo titolo per Tg1, Tg5, nessuna citazione in Tg4 e Studio Aperto.

C’è poco da commentare o analizzare, dunque, e lo diciamo con profondo sconcerto. Dettato dal fatto che l’80 per cento degli argomenti trattati questa sera sono del genere: “Il principe Carlo d’Inghilterra è gay”; Studio Aperto, nei Balcani c’è un asinello che fa il contrabbandiere; sempre Studio Aperto che il mistero della ragazza scomparsa in Puglia si infittisce; ne parlano tutti i Tg, che Charlie Brown compie 60 e che nessuno vuole comprare la casa di Olindo e Rosa; ne parla il Tg5.

Infine vi ricordiamo che domani ci sarà a Roma la manifestazione del popolo viola denominata No B. day 2, Sì alla Costituzione. Nessun telegiornale ne ha dato conto. Ne parleremo nello spazio commento con Roberto Natale presidente della Federazione Nazionale della Stampa.     



Il Commento di Roberto Natale, Presidente FNSI
(Intervista di Alberto Baldazzi)


Roberto Natale: tanti temi all’interno del “No B Day”, un “No B Day” che questa volta non è stato tanto illuminato, tanto seguito dalla stampa, dai siti, dalle TV e dalle radio. Come vede la FNSI questa manifestazione, che l’altr’anno ha avuto un esito clamoroso?
“La manifestazione ha una sua connotazione spiccatamente politica, una parola d’ordine legittima: quella del No a Berluscono, e che però non può esser, come tale, sottoscritta da un sindacato unitario quale è la Federazione della Stampa. Dentro questa mobilitazione c’è anche un richiamo forte alla Costituzione e, dal nostro punto di vista, ai valori dell’Articolo 21, dunque speriamo che anche domani questi temi echeggino nella manifestazione di piazza. Sarà uno dei tanti luoghi, delle tante sedi, nelle quali in questi mesi si sta richiamando l’attenzione sull’attacco che arriva alla Costituzione, anche attraverso l’attacco all’informazione: nella forma del bavaglio, il disegno di legge sulle intercettazioni – che le ultime dichiarazioni ci dicono non esser tramontato tra i sogni del Presidente del Consiglio – e nella forma dei tagli, che stanno ( in maniera, purtroppo, non ancora sufficientemente avvertita dalla pubblica opinione)  strangolando decine e decine di esperienze editoriali importanti, che hanno il solo torto di essere ai margini del mercato”.

In questo senso la FNSI, insieme ad altre associazioni, ha organizzato un momento d’incontro, di riflessione, per i primi d’ottobre, sui tagli dell’editoria e su quello che può ulteriormente decadere del sistema già compresso della nostra stampa e della nostra libertà d’informazione?
“Noi saremo insieme ad Articolo 21 e Mediacoop, al coordinamento dei comitati di redazione delle testate di partito. Ci saremo martedì prossimo, 5 ottobre, alle ore tredici, ad una conferenza stampa in Senato per chiamare coloro che devono decidere di assumersi la loro responsabilità di NON firmare la morte per strangolamento di tante esperienze editoriali. Esperienze editoriali vere – voglio sottolineare – perché non dobbiamo dimenticare che, tra le colpe di questo Governo, c’è il non aver fatto chiarezza sul finanziamento pubblico. Stiamo ancora in giorni di guai, e cito un fatto che credo abbia colpito molti: il Lavitola che gira per i Caraibi, a proposito della vicenda Fini-Casa di Montecarlo , interrogato su come abbia fatto queste cose risponde: “Io l’ho fatto col finanziamento pubblico che è arrivato all’Avanti”. Il Segretario del Partito Socialista Nencini annuncia che lo perseguirà in sede giudiziaria perché dice: “Non è sua la testata che ha un glorioso passato socialista”. Questo serve per dare uno dei tanti, possibili esempi, di come ancora il finanziamento pubblico ai partiti abbia ancora bisogno di un azione di pulizia, che questo Governo ha annunciato di voler fare ma ancora non ha saputo fare. Questo è uno degli aspetti del problema: siamo noi a chiedere rigore e pulizia, ma non può accadere  che venga chiuso completamente il rubinetto del finanziamento pubblico ad esperienze editoriali vere. Quelle vere, fatte con giornalisti veri, devono andare avanti”.

 


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