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Articolo 21 - Editoriali
Per favore non sdoganate il ribaltone
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di Mauro Zampini

Nel paese in cui niente è mai definitivo, e ogni cosa può essere sempre aggiustata, nemmeno le elezioni si sottraggono a questo destino. Non che non servano, le elezioni: ma la loro funzione è quella di stabilire grosso modo, all??incirca, i rapporti di forza tra le forze politiche o le coalizioni. Nel migliore dei casi, resta stabilito chi fa la maggioranza e chi fa l??opposizione. Ma l??esperienza insegna che non è proprio sempre così. Poi, c??è tutta  una legislatura per il lavoro di rifinitura, per togliere di qua e aggiungere di là. Alla fine il quadro è perfetto, e si riparte con la nuova campagna elettorale. Questo in Italia; questo da dodici anni a questa parte. Il primo a trasgredire ?? quante cose ha fatto quest??uomo  per il suo paese! ?? è l??ex capo del governo, oggi capo di una opposizione dai confini forse provvisori come, per simmetria, quelli della maggioranza. Nella prima repubblica, ben provvista anch??essa di non lievi anomalie, il fenomeno era pressoché inesistente: si ricordano ancora, a mezzo secolo di distanza, due deputati del vecchio partito comunista trasmigrati altrove, e poco altro. Ma, all??epoca, c??erano motivi un po?? più sostanziosi: all??Unione sovietica capitava di invadere, di tanto in tanto, un paese satellite, e questo poteva provocare qualche turbamento. Quindi, questa evoluzione della nostra democrazia, questa innovazione è un regalo della seconda repubblica: quella in cui nemmeno si salutano, quasi, quelli che stanno da una parte con quelli che stanno dall??altra. Ma evidentemente, non è vero che, sotto sotto, non ci sia dialogo.
Il fenomeno migratorio produce reazioni diverse: furibonde ?? ma sempre meno, forse l??abitudine,  ?? da chi subisce la sottrazione; sobriamente euforiche(un po?? di consapevolezza c??è pur sempre) da chi ha i prigionieri in mano. Nei momenti di maggior tensione, si usa il termine ribaltone e, chi può, scatena i propri mezzi d??informazione contro il saccheggiatore. Chi può, nel nostro paese, è solo uno, il primo trasgressore. Quello che impressiona, e fa pensare male, è che il fenomeno, tipicamente nazionale, non abbia fino ad oggi mosso seriamente alla ricerca delle motivazioni istituzionali che lo hanno prodotto. E,soprattutto, dei rimedi.  Al momento, si tende tutt??al più ad incolparne la nuova legge elettorale: che di guai ne ha fatto tanti, ma non questo. Anzi, semmai, a voler essere  causidici, offre una giustificazione  a questa compravendita inusuale, diluendo a tal punto il rapporto tra elettore ed eletto da fare apparire meno grave la vera ferita alle regole della democrazia, che è lo stravolgimento della volontà di chi vota.
Veniamo ad oggi. La novità è di quelle istituzionalmente sensibili: il ribaltone viene teorizzato e diventa strategia politica. E non da parte di uno qualunque: l??autore, normalmente autorevole, è in questo momento autorevolissimo, fino a poter essere identificato, per il suo rapporto di collaborazione, con il capo del governo.
Due considerazioni, allora, per il nuovo governo, per la nuova maggioranza. Per il capo del governo, per i suoi vice: prima di procedere, eventualmente, provino ad immaginare la fisionomia del proprio elettore. L??identikit è, di norma, diverso da quello di chi sta dall??altra parte, che ha ingerito senza fiatare, ad esempio, quantità industriali di leggi platealmente ad personam. Soprattutto, è giusto ricordare che, accanto e prima ancora di quelli contenuti nelle 281 pagine, in campagna elettorale è stato solennemente preso un  impegno che li racchiude tutti: un governo serio, la serietà al governo.
Infine, dovrebbe rinvenirsi, tra le carte, un patto preelettorale, tra il capo del governo e quelli dei partiti, contratto per scongiurare ogni tentazione e rassicurare gli elettori. Il governo Prodi doveva essere un governo di legislatura, comunque l??unico governo della legislatura. Questo per i riottosi, a volte della sinistra radicale, a volte del partito del guardasigilli, a volte del pubblico ministero diventato ministro. E, teoricamente, per tutti gli altri. Così procedendo, mettendo la serietà al primo posto, e ventre a terra e governare, con meno fiducie possibili, vuoi vedere che, senza cercare rinforzi, arrivano rinforzi? E le mani restano pulite.

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