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Articolo 21 - Editoriali
Libano: il fattore G quello I e il silenzio delle piazze italiane
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di Giorgio Santelli

Israele invaderà il Libano.  Fouad Siniora, il premier libanese, ha da tempo affermato che con il rapimento dei due soldati israeliani il governo non câ??entra e che si tratta di una operazione realizzata da Hetzbollah che comunque è parte del governo. A Israele non basta.

Calipari va a salvare una giornalista italiana finita nelle mani dei terroristi irakeni e mentre la riporta a casa un componente dellâ??esercito americano spara sulla macchina, uccide lâ??uomo dei servizi italiani e ferisce Giuliana Sgrena. Responsabilità effettive sono quelle evidenziate dallâ??inchiesta italiana. Lâ??inchiesta americana dice altro. Allâ??Italia non bastava ma non per questo il nostro paese ha dichiarato guerra agli Stati Uniti. Né lo ha fatto quando un missile abbatté un aereo a Ustica. Né, a onor del vero, Jimmy Carter decise di dichiarare guerra allâ??Iran quando gli Ayatollah iraniani rapirono gran parte del personale dellâ??ambasciata americana di Teheran.

I due soldati israeliani, tra lâ??altro, non si sa se sono stati rapiti in territorio israeliano o in territorio libanese. Gli hetzbollah affermano che erano ad  Aita Al Chaab, nel sud del Libano. Gli Israeliani dicono che erano sul confine. Ma questo non cambia il senso delle cose. Può un rapimento di questo genere portare ad una guerra? Non era meglio attivare una via diplomatica piuttosto che provocare morte e distruzione? Ad Israele manca il buon senso.

Così Israele invaderà il Libano e non farà altro che avvalorare la strategia degli hetzbollah, uccidendo definitivamente quel poco di democrazia che il Libano stava cercando di costruire con Siniora. La comunità internazionale non sembra rendersi conto delle conseguenze che un atto del genere potrebbe portare in tutta lâ??area del medioriente. Un invasione di Israele nel Libano inasprirebbe la situazione israelo-palestinese, rinvigorirebbe le aree di estremismo islamico in tutti i paesi dellâ??area, metterebbe in crisi il cammino democratico di molti altri paesi arabi.

E in Italia? In Italia è scattato il fattore G, che sta per governo. Quando la sinistra sta al governo le barriere immunitarie del popolo della sinistra calano e donne e uomini di quella parte sembrano organismi geneticamente modificati. Non solo diminuiscono le ore di sciopero (anche se le ragioni resterebbero immutate) ma diminuiscono anche le ore dedicate alla difesa della pace. Era importante scendere in piazza per dire che Berlusconi non faceva nulla per impedire la guerra in Iraq ma non sembra altrettanto importante scendere in piazza oggi per dire che Israele non deve invadere il Libano.

Poi câ??è lâ??effetto I, come Israele. E' l'effetto più devastante per la coscienza collettiva europea.  Lâ??Europa è stata responsabile dellâ??olocausto ma non è più possibile che questa colpa si tramandi di generazione in generazione. Lâ??olocausto non può essere il â??lasciapassareâ? senza limite a qualsiasi arroganza e nefandezza, la ragione unica per cui tutto viene giustificato e perdonato a Israele.

La mia generazione e le generazioni precedenti e quelle successive che non furono coinvolte nello sterminio degli ebrei, devono avere il coraggio di affermare che Israele da tempo agisce fuori dalle più basilari concezioni del diritto internazionale. E che per questo Israele va giudicato. Noi possiamo dire che Israele sta trattando il popolo palestinese come i nazisti hanno trattato gli Ebrei e non per questo essere tacciati di antisemitismo. E che le responsabilità di un popolo e di un governo sono tanto maggiori quanto grandi sono state le sofferenze che quel popolo ha dovuto sopportare.

Non abbiamo la coscienza sporca, non abbiamo nessun debito morale nei confronti del popolo ebreo né tanto meno nei confronti dello Stato di Israele la cui nascita è anzi frutto di un comodo risarcimento che lâ??Europa pelosa e colpevole si è sentita in dovere di fare, violando i diritti di altri popoli e imponendo una soluzione che mettesse a posto la propria coscienza senza intaccare le proprie tasche.

Per questo non possono esserci  sofferenze diverse, memoria diversa, comportamenti, atteggiamenti, giudizi diversi. I bambini di Cana e quelli di Auschwitz sono gli stessi.

Sarebbe bello che la gente scendesse in piazza per dire a Israele che questa guerra non si deve fare, che non ha senso, che è un segno di inciviltà, che non appartiene alle scelte di una democrazia. Sarebbe bello chiedere a Prodi e al suo governo di farsi portavoce presso il governo Israeliano di questa protesta. Sarebbe bello che il governo italiano esprimesse il più forte dissenso nei confronti di Israele per quello che sta per accadere. E sarebbe bello che ciò accadesse proprio perché al governo c'è Prodi. 

E' vero. C'è l'evidente rischio che una simile protesta possa essere immediatamente strumentalizzata dal centro destra. Ma la pace non può e non deve essere sacrificata alle opportunità della politica. 

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