Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Intercettazioni e sanzioni ai giornalisti? Non ci siamo. Riformare subito Ordine
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Franco Siddi*

A che, e soprattutto a chi serve una legge sulle intercettazioni che enfatizzi le sanzioni ai giornalisti? Di quale piazza si ha paura? O si ha forse paura dei soliti noti? Si preferisce che non si parli di furbetti vari, di taroccatori di campionati di calcio, di spericolati affaristi, di spioni che intercettano tutto e  tutti? Lâ??impianto del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche che vuole punire i giornalisti, nonostante le cautele comunicative con cui è stato accompagnato, non convince, alimenta dubbi, rischia di far crescere nuovamente unâ??autocensura capace solo di far dimagrire lâ??informazione. E ciò non è un bene.
Nelle pubblicazioni di intercettazioni della magistratura, non depurate di particolari che andavano omessi in origine, ci  sono stati eccessi e sono stati provocati danni ingiusti? Si imponga un intervento originario sui testi divulgabili da parte del magistrato responsabile e si stabilisca il riparo immediato del danno. Nessuno invoca vuole impunità per chi procura danni ingiustificabili alla dignità delle persone entrando nei dettagli della propria privacy. Ma con carcere (previsto senza riferimento a una specifica categoria per chi â??prende cognizioneâ? di atti dâ??indagine preliminare coperti da segreto) e multe ai giornalisti non ci siamo proprio. Non servono queste misure.
Occorre rendere efficace il codice deontologico della privacy modificando il procedimento disciplinare dellâ??Organo di autogoverno, cioè dellâ??Ordine dei giornalisti. La riforma urgente che serve è quella di un articolo di legge che, con la previsione di un Giurì per la lealtà dellâ??informazione presso lâ??Ordine con partecipazione del Garante della privacy, possa, nei casi di chiara violazione, disporre la pubblicazione entro 48 ore di decisioni del Giurì, rettifiche e precisazioni che recuperino i danni ingiustamente arrecati alle persone finite anche solo casualmente per affetti e effetti assolutamente di carattere privato in intercettazioni diventate pubbliche. Nessuna multa può offrire, invece, ristoro. In caso di inadempienza, la sanzione anche pecuniaria seria sarà legittima e dovrà essere posta a carico di quanti siano tenuto allâ??obbligo di ottemperare alle decisioni dellâ??organismo disciplinare integrato.
 Prevedere di colpire i giornalisti - peraltro unici nella catena delle responsabilità editoriale - significa invocarne e comunque indurne lâ??autocensura. Ed è bene, invece,  ricordare che câ??è bisogno degli occhi e dellâ??esercizio responsabile dellâ??attività dei giornalisti perché si sappia come e perché procedono le inchieste. Eâ?? questione anche questa di garanzia democratica.
Il Parlamento è sovrano. Il governo ha detto che sulle sanzioni ai giornalisti si rimetterà alle determinazioni delle Camere. Eâ?? auspicabile che, in quella sede, si riveda però lâ??impianto del disegno di legge approvato oggi, che si ascoltino le categorie e si analizzino, come ha cominciato a fare con serenità la commissione Giustizia del Senato, tutte le implicazioni della cosiddetta questione intercettazioni. Occorre una riflessione sullâ??ordine dei valori in discussione e non solo dare il segnale che si fa qualcosa di forte. Un anno fa il Governo Berlusconi ascoltò, sia pure a malavoglia,  il Capo dello Stato e le istanze pubbliche sul tema, dopo aver proposto comunque  multe inferiori a quelle ipotizzate da  Mastella (massino 5.000 mila euro e non 18 mila euro elevabili a 60 mila per i casi più gravi ) ancorché oggi politicamente rimandate alla libera valutazione del Parlamento e, per ora, indicate come atto che conferisce completezza giuridico formale al disegno di legge.
Ci sono però anche coincidenze. Anche la Cdl ha presentato una sua proposta di legge sanzionatoria, che però ripartisce diversamente gli oneri e restringe i poteri dei magistrati in materia di intercettazioni a fini di giustizia.  
Il clima non è dei migliori. Ma oggi câ??è la possibilità di fare, se si vuole, giuste riforme che bipartisan liberino lâ??informazione e concorrano a renderla più pulita e non leggi che bipartisan la impoveriscano.
E se si vuole intervenire sui temi caldi dellâ??informazione si proponga, invece, subito una riforma  stralcio che liberi il procedimento disciplinare dellâ??Ordine dei giornalisti da anacronistici blocchi procedurali, che tuttavia solo in qualche caso sono alibi di autoprotezione. Si facciano cadere gi alibi, si ascoltino le istanze di riforma della categoria ribadite da oltre 10 anni, si dia un senso moderno e attuale a una legge, quella dellâ??Ordine che, nonostante tutto, nel suo impianto di principi e indirizzi  è e resta fondamentale, perché afferma e tutela lâ??autonomia del giornalista da ogni invadenza estranea al dovere della lealtà dellâ??informazione. Insomma si faccia funzionare bene lâ??Ordine professionale e il Giurì, senza alibi alcuno. Con organismi democratici, rappresentativi ma non elefantiaci; con sistemi di autodicisplina efficaci e raccordati ai bisogni di tutela del diritto a informare quale altra faccia del diritto dei cittadini a unâ??informazione libera, nonché allâ??esigenza di rispettare il codice deontologico della privacy e i diritti dei soggetti deboli. Sui poteri forti si deve poter fornire ogni notizia che sia utile, perché il cittadino possa formarsi un libero giudizio sul loro operato.
Infine, forse ben più di quella che vorrebbe il disegno di legge sulle intercettazioni, oggi câ??è una piazza inascoltata che esige massima chiarezza. Eâ?? quella che vuole sia fatta piazza pulita dei giornalisti al soldo dei servizi segreti. Eâ?? vietato dalla legge. Qualche nome è venuto fuori. Si faccia sapere se ce ne sono altri ancora â??copertiâ?  e se non ce ne sono lo si dica. E chi è al soldo sia allontanato, perché la legge sui â??serviziâ? lo vieta,  i loro nomi siano dati allâ??Ordine perché possa radiarli, come vuole la legge, senza alibi ma con prova documentale.
La sfida riformista si vince su una salda linea di trasparenza e moralità  pubblica.


*Presidente Fnsi

Letto 823 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21