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di Alberto Baldazzi
Martedì pomeriggio: con la votazione alla Camera, la nostra acqua doveva passare di mano: da quella pubblica a quella privata, in barba all’opposizione dei movimenti consumeristi, ambientalisti e a tantissime autonomie locali che gestiscono questo bene primario e che verranno obbligati a cederne il controllo ai privati. In barba, infine, a qualsiasi logica federalista. La politica “inceppata” della maggioranza ha però prodotto un rinvio. I mugugni di alcuni “finiani” e i distinguo di pezzi importanti della Lega Nord che è uscita allo scoperto (( data la preoccupazione espressa ampiamente da molti cittadini del Nord Italia, soddisfatti del servizio finora erogato), hanno indotto il Governo a porre per la 28° volta nella legislatura la questione di fiducia. La Lega ha protestato , ma nessuna illusione: il provvedimento passerà entro giovedì, nel testo già approvato dal Senato e senza, dunque, nessuna possibilità di attenuare il durissimo colpo inferto al sistema dei beni pubblici del nostro Paese.
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