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TG La7 OK e non solo per la "politica"
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di Reporter senza rete

TG La7 OK e non solo per la "politica"
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  • La vicenda della fine mostruosa  della quindicenne Sarah  Scazzi, domina la serata dell’informazione televisiva; non solo primo titolo per tutti i tg, ma servizi su servizi. Vi segnaliamo minutaggi; Studio aperto, 17 minuti; tg 4 13 e mezzo;  tg 3,  6 minuti; tg 1 7 minuti;  tg 5, 13 minuti; Tg la 7, 14 minuti; Tg 2  circa 10 minuti.
    Nulla da eccepire, vista la gravità del fatto e il forte coinvolgimento di gran parte dell’opinione pubblica italiana; in termini di valutazione professionale, il miglior servizio reso ai telespettatori a nostro giudizio è quello del Tg La 7, che affronta i vari aspetti compreso quello della diretta di Chi l’ha Visto, nel corso della quale milioni di cittadini, ma in primo luogo la madre stessa di Sarah,  ieri sera hanno saputo della morte della quindicenne e della confessione dello zio. Bene, Enrico Mentana ha deciso  di avere  ospite  in studio Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha Visto con la quale, senza pregiudizi, ha affrontato i temi scottanti della spettacolarizzazione della notizia . Bravi tutti e due.

    Non ce ne vogliate, ma stasera ci tocca fare i complimenti ancora una volta al Tg La 7 per come ha trattato la vicenda delle perquisizioni ai dirigenti del Giornale, per l’ipotesi di violenza privata nei confronti della leader della Confindustria Marcegaglia. Tutti i tg, tranne Studio Aperto e Tg 4 avevano la notizia nei titoli, ma il servizio de La 7 è stato il più completo e quello che ha spiegato  qualcosa di più di questa intricata vicenda. Su questo tema che rischia di essere una nuova puntata delle polemiche roventi sull’informazione e soprattutto sul Giornale ex di feltri e ora di Sallusti, nel commento abbiamo sentito Vittorio Roidi, un giornalista di grande esperienza che ha sempre dedicato forte attenzione alla libertà ma anche alla correttezza dell’informazione.
    Il nostro spazio è finito, ma prima di chiudere volevamo dirvi che non c’è piaciuto un servizio del TG 4 sulla movida milanese che ci è apparso una scusa per annunciare che un noto locale della città, recentemente messo sotto sequestro per droga, è finalmente riaperto, per la gioia dei vip e dei teleutenti imbambolati.


    Il commento di Vittorio Roidi, giornalista e scrittore (intervista di Alberto Baldazzi)

    I telegiornali sono stati abbastanza corretti nell’esposizione della vicenda delle ispezioni al Giornale, a Milano. Da come tu hai visto la vicenda, per l’esperienza che hai, ti sembra una tempesta in un bicchier d’acqua, o l’inizio di un'altra querelle di quelle a cui il Giornale stesso ci ha abituato in questo anno e non solo in questo anno?

    “Noi siamo abituati ad agitare l’acqua nel bicchiere, cioè a fare la tempesta prima che si mostri vera, però aspettiamo un momento: qui qualcuno potrebbe aver sbagliato. Ci sono i Pm, che accusano due giornalisti di tentata violenza privata e che poi perquisiscono il Giornale; c’è poi la Marcegaglia, che rende corposa un’accusa attraverso una testimonianza in cui dichiara di essersi sentita minacciata. Io non so che dire, ma credo che dobbiamo tornare alle regole del giornalismo e , se possibile, a quelle di un paese democratico. Non faccio comizi: dico che Sallusti e Porro hanno il diritto di essere difesi come tutti gli altri giornalisti, e che prima di esser ritenuti colpevoli questo deve esser dimostrato da qualche magistrato.  Allo stesso tempo la testimonianza della Marcegaglia non è completamente … logica: il Presidente di Confindustria, solita a ricevere tante telefonate e messaggi, ma che dice “ho pensato ad un avvertimento a me, alla mia famiglia”… mi lascia pensare. Facciamo piano prima di schierarci: Salomone non esiste, però  devo dire che quell’uomo con la pistola al palazzo di Belpietro  fino adesso  è apparso come una vicenda... allarmante, inquietante. Ora, tutte le cose stanno insieme in questo periodo. Speriamo di andare verso un periodo migliore, in cui il giornalismo sarà più corretto. Non ci siamo certo dimenticati il caso Boffo! Feltri, Sallusti, Porro, la campagna nei confronti di Fini: hanno fatto il loro mestiere, certamente con  grande tenacia,  in qualche caso anche determinazione non certo sospetta, ma … Insomma: il giornalismo, secondo me, deve essere qualcosa di più distaccato, di più equilibrato”.

    Questo però non significa che, anche questa volta, non abbiano, per esempio, sbagliato …

    “ Sì, ma sono comunque i giudici a dover provare le cose. Quando accusano i giornalisti come quando si accusa qualunque cittadino, si ha il diritto di essere ritenuti  innocenti, anche Sallusti e Porro: su questo non ci piove. Io, personalmente, non ho capito perché Feltri ha lasciato il Giornale in questo periodo, visto che c’era stato richiamato da poco. Feltri, che era già stato sanzionato dall’Ordine,l’ha lasciato nelle mani di Sallusti;  che sapesse che c’erano in aria altre tempeste che stavano arrivando sulla testa del direttore del Giornale,  e s’è levato di mezzo? Beh, qualche dubbio è giusto averlo, ma perché i giornalisti devono fare analisi critica delle cose: stiamo quindi molto attenti, come voi stasera siete molto attenti”.


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