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Articolo 21 - Editoriali
La libertà è di Carta
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di Stefano Marcelli*

*Segr. Gen. ISF

La Carta di Gubbio è un passaggio decisivo nella costruzione dell'Europa dei cittadini e dei diritti. Chiedere al nuovo Parlamento Europeo un impegno perché libertà di informazione e pluralismo divengano parametri effettivi dello sviluppo sociale dei Paesi membri, significa portare a compimento la fase costituente dell'Unione Europea nella sua parte più nobile. E questo tanto più in una fase nella quale la destra (Bush, Berlusconi, Sharon) e i suoi epigoni teorizzano la cancellazione dei Principi fondamentali su cui la Comunità Internazionale si era ritrovata unanime dopo la fine della seconda guerra mondiale.

La Guerra Preventiva, dichiarata contro il parere dell'Onu in termini unilaterali, procede con un corollario di pesanti infrazioni alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e persino alla Convenzione di Ginevra. Le torture sono sempre state praticate nella storia delle guerre coloniali e post-coloniali (Algeria, Vietnam, Cile, Argentina, ecc.). Ma nemmeno! gli squadroni della morte di Pinochet si sono spinti fino al punto di mettere per iscritto l'inapplicabilità della Convenzione di Ginevra. E' quindi evidente che siamo di fronte a una compiuta strategia di deregulation normativa che ha come obbiettivo l'azzeramento di tutte le norme internazionali a tutela dei diritti civili.

Sta all'Europa,che vive una storica fase costituente, rilanciare il tema dei diritti umani e spingere per il rafforzamento e la ricostituzione di norme e istituzioni che garantiscano il rispetto di questi principi a livello internazionale. Questo è il vero modo di difendere la nostra civiltà occidentale e impedire che la democrazia fondata sul principio delle libertà individuali cada vittima di un fondamentalismo che vuol piegarla a una deriva autoritaria.

Tutto questo lo si verifica in particolare sul fronte mediatico. L'allarme viene proprio dagli Usa dove si è costituito un fronte che unisce soggetti non certo marginali o alternativi come The New Yorker, Cbs e Holliwood che giudica ormai l'amministrazione Bush come peggiore di quella Nixon.

Ma l'offensiva contro la libera informazione non sta solo nelle censure, negli oligopoli, nel controllo sulle fonti. Dobbiamo purtroppo registrare un crescente tributo i sangue versato dalla categoria dei giornalisti : 64 uccisi nel 2003, già 40 nel 2004. E più di quaranta sono i colleghi già uccisi nel solo Iraq dall'inizio della guerra. E questa tragica graduatoria non tiene conto dei colleghi intimiditi, imprigionati, torturati, feriti in attentati nel mondo. L'esercito della Coalizione, responsabile della grande maggioranza delle morti in Iraq, ha archiviato tutte le inchieste. Pur trattandosi in gran parte di vittime appartenenti a importanti media occidentali, nessun governo chiede verità e giustizia su queste morti e colpevolmente anche nessuna testata. Le vedove di alcuni di questi colleghi stanno chiedendo al Congresso l'istituzione di una commissione d'inchiesta.

Per questo,come segretario generale di Informazione Senza Frontiere, esprimo il mio netto sostegno alla carta di Gubbio. E collego questa iniziativa alla proposta che ho avanzato anche come candidato al Consiglio Comunale di Firenze, di istituire nel capoluogo toscano un Tribunale Internazionale per i Crimini contro i Giornalisti. Credo che una città a cui la storia ha consegnato un ruolo di prestigio internazionale ( dovuto al Rinascimento, ma anche a personaggi come Giorgio la Pira e padre Ernesto Balducci) debba oggi raccogliere l'appello accorato di Aidan White, il segretario dell' International Federation of  Journalist ( il sindacato mondiale dei giornalisti), finora caduto nel vuoto.

Non è una questione corporativa. Chi vuol mettere a tacere i giornalisti, è un criminale che vuol agire senza testimoni.

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