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Articolo 21 - Editoriali
Un documento della Commissione su telepromozioni e pubblicità virtuale
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di Aldo Fontanarosa

da La Repubblica  
In 18 pagine, ancora provvisorie, la Commissione europea tocca la questione (assai incandescente) della pubblicità televisiva. Il documento è opera dei tecnici di Viviane Reding, commissario per l´Educazione e la Cultura. Suo scopo è chiarire il senso delle norme europee sulla pubblicità, in vigore dal 1997, alla luce delle prepotenti evoluzioni della tecnologia. Un documento di questa portata non è sfuggito all´Ulivo, che ne chiede il ritiro o quantomeno la radicale correzione. Tre i punti contestati: minispot, telepromozioni, infine lo split screen (la tecnica per cui lo schermo tv si divide, ospitando il programma in una sezione e lo spot in un´altra).
Lo schermo si divide - Il documento dà un sostanziale via libera alla nuova tecnica pubblicitaria, considerata legittima. Certo, alcune cautele restano invariate. La pubblicità dovrà essere riconoscibile, grazie a delimitazioni ottiche o segnali acustici. «Ma proprio questa», dice Paolo Gentiloni (Margherita), «è la sorprendente contraddizione. Il documento avalla proprio la tecnica, lo split screen, che rende impossibile distinzioni effettive tra pubblicità e programma».
"Cinque secondi per noi" - Le cose vanno meglio per i minispot. Il documento ripete che queste micro-interruzioni, tipiche delle partite di calcio, sono legittime solo se «eccezionali» e «chiaramente distinte» dall´evento sportivo. La norma, però, conserva un sia pur minimo margine di ambiguità, di cui le emittenti approfittano alla grande. In Italia, i minispot sono continui, altro che eccezionali.
I divi promoter - Allarma l´Ulivo il passo sulle telepromozioni. Se inserite nei programmi tv, le telepromozioni non bruciano il tempo massimo che un´emittente può riservare alla pubblicità ogni ora. «Ho letto questo passo», dice Gentiloni, «ma ho letto anche il punto 72 del documento: ogni Paese - recita - conserva il diritto a norme più severe. Ed è quanto dovrà avvenire nell´Italia dello strapotere tv».
Il metodo - Al di là del merito, il diessino Giulietti critica anche il metodo: «L´Europa aveva avviato un processo di riforma delle regole sulla pubblicità. Questo processo avrebbe portato ad una nuova direttiva, sentito anche il Parlamento europeo, con cautela e limpidezza. Ora invece si profila un documento interpretativo che ha tutto il sapore del blitz. Che venga ritirato». 
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